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Famiglia del bosco, nella disputa entra (di nuovo) l’Anm. Salvini: «Una decisione vergognosa»
Matteo Salvini (Ansa)
I difensori: «Troppe informazioni scellerate utilizzate per trasformarli in selvaggi».

Per chi contava su un lieto fine e coltivava la speranza che la famiglia del bosco potesse stabilmente riunirsi per Natale, la risposta del Tribunale per i minorenni dell’Aquila è stata un pugno nello stomaco devastante.

Ma le dichiarazioni, riportate dal quotidiano Il Centro, dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Abruzzo che, per voce della presidente Virginia Scalera, ha parlato di «tempi fisiologici» e della necessità di un «percorso lungo» per il recupero della responsabilità genitoriale, oltre ad avere raffreddato in anticipo, rispetto alla decisione del Tribunale dei minori, le aspettative di un rientro a casa per Natale dei bambini del bosco, avevano spostato il confronto tra la magistratura e la famiglia Trevallion fuori dalle aule giudiziarie. Scatenando una durissima presa di posizione, (anche questa riportata dal quotidiano abruzzese) degli avvocati dei Trevallion, Marco Femminella e Danila Solinas.

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Luca Zaia: «Ci sono due Italie, prendiamone atto»
Luca Zaia (Getty Images)
L’ex governatore: «Io referente per il Nord nella Lega? Se ne può parlare in un congresso, ma senza mettere in discussione Salvini. La Meloni è il miglior premier possibile, sta dando all’Italia prestigio internazionale».
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Le querele delle Ong costano più delle altre
(Imagoeconomica)
Solo quando si contestano i taxi del mare la tolleranza dei giudici è bassa e la pena alta. Basti pensare ai 1.000 euro pagati da Saviano per aver dato dei «bastardi» a Meloni e Salvini. O alla Cassazione, che ha stabilito che si possono definire «parassiti» i politici.

Se si toccano le Ong arriva il conto. Se invece si insulta, anche in modo grave, un politico si trasforma in dialettica, critica, ordinario metodo. Il convoglio giudiziario della diffamazione a mezzo stampa rischia di deragliare per carico eccessivo di decisioni prese con la strumentazione del doppiopesismo. Partiamo dalla parola «pirati». In Italia «non si può dire che chi non rispetta la legge è un pirata». Un giudice del Tribunale di Milano, come ha ricostruito ieri il direttore Maurizio Belpietro, ha deciso che «è diffamazione».

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Lo dicono proprio loro: «Non ubbidiamo alle leggi italiane»
Carola Rackete (Getty Images)
Gli stessi attivisti rivendicano di non seguire norme che giudicano sbagliate, appellandosi al «diritto marittimo» e all’«umanità».

La legge non è uguale per tutti, stando alle dichiarazioni delle stesse Ong. «Appena posso lo rifaccio. Costi quel che costi [...] Al vostro ordine continuerò a disobbedire perché obbedisco ad altro, di fronte al quale le vostre leggi ingiuste e criminali, ciniche e orribili, non possono niente».

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Salvini: «Una legge per non indagare chi si difende dai delinquenti»
Matteo Salvini (Ansa)
Il vicepremier: «Basta inchieste automatiche se cittadini e agenti reagiscono a furti e aggressioni». Su Kiev: «Armi e soldi? La corruzione fa riflettere. No all’esercito Ue: vogliamo soldati nelle nostre città, non all’estero».

Matteo Salvini, il gioielliere Mario Roggero è stato condannato dalla Corte di appello del tribunale di Torino a quasi 15 anni di galera e a un risarcimento di mezzo milione. Cosa pensa sul fatto, e cosa pensa di fare?

«Ho sentito Mario e gli ho ribadito la solidarietà della Lega: se potremo essergli vicini, anche economicamente, lo faremo. Nel 2019 abbiamo approvato una riforma che ha introdotto il principio che la difesa è sempre legittima. È stato un grande risultato della Lega: prevede la scriminante del grave turbamento delle vittime che sparano ai delinquenti e la possibilità di essere risarciti dallo Stato per le spese processuali se assolti. Mario purtroppo non ha avuto questa sorte: una parte di discrezionalità da parte dei magistrati è sempre possibile. Ora abbiamo proposto un ulteriore passo in avanti, a tutela di cittadini e forze dell’ordine: un cittadino che fa fuoco per difendersi da un’aggressione non dovrà più essere indagato in automatico, e varrà anche per gli agenti in servizio».

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