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Ecco l'intervista a Lavrov censurata dal «Corriere»
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov (Ansa)

Nei giorni scorsi, Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha accusato il Corriere della Sera di non aver pubblicato un’intervista a lui concessa. Secondo Mosca, il quotidiano avrebbe rifiutato le risposte che il ministro aveva fornito alle domande inviate dal giornale. Il Corriere, da parte sua, ha replicato che il testo ricevuto era lungo e ricco di affermazioni propagandistiche, e che le richieste di condurre un’intervista vera e propria, con possibilità di confronto sui punti da approfondire, erano state respinte dal ministero.

Pubblichiamo qui di seguito la versione integrale dell’intervista, tradotta in italiano, senza alcun endorsement del contenuto e senza finalità di propaganda. Lo facciamo perché chiedere un’intervista a un interlocutore scomodo e poi non diffonderne le parole solo perché sgradite solleva un tema di trasparenza: riteniamo che i lettori abbiano il diritto di conoscere anche voci controverse, per farsi una propria opinione.

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Le fake news russe diventano la scusa per varare il Democracy shield, l’ente per la «resilienza democratica» con cui l’Europa si arrogherà il diritto di controllare l’informazione. Che già influenza coi soldi a tv e giornali.

La Commissione europea si prepara a sferrare un attacco frontale contro quella che definisce «disinformazione» e «ingerenza straniera», ma i suoi piani sollevano gravi interrogativi sulla libertà di espressione dell’Unione. L’iniziativa, presentata come il nuovo «Scudo europeo per la democrazia» (Democracy shield), viene lanciata oggi a Bruxelles. Al centro di questo piano c’è la proposta di istituire una nuova struttura, il Centro europeo per la resilienza democratica, presentata come un polo per coordinare gli sforzi tra l’Ue e i Paesi membri contro attacchi ibridi di disinformazione provenienti, in particolare, da attori stranieri come la Russia.

Il super caccia d’Europa non decolla. Duello Parigi-Berlino per il comando
Fcas jet
  • Il progetto del velivolo, esposto nel 2017, è tuttora un modello in cartapesta paralizzato dagli interessi. La francese Dassault rivendica la leadership, no di Airbus che sonda altri partner. In ballo 100 miliardi.
  • Bruxelles vuole utilizzare i fondi congelati senza sapere se potrà rimborsarli a Mosca.

Lo speciale contiene due articoli

Il default russo fece cantare vittoria, ora su quello ucraino cala il silenzio
Volodymyr Zelensky e Erdogan (Ansa)
Kiev non pagherà mezzo miliardo di dollari ai creditori, ma nessuno si preoccupa. Nel 2022 l’insolvenza parziale di Mosca venne accolta come la fine dello zar. Domani a Istanbul i colloqui partiranno in salita.
Zelensky ci sta: colloqui anche senza tregua
Voloydmyr Zelensky (Ansa)
Il presidente ucraino segue gli Usa: è pronto a parlare con Vladimir Putin in Turchia giovedì in ogni caso. Trump: «Ne usciranno cose buone, potrei andare pure io». Erdogan: «Farò ogni sforzo con lui, mio caro amico». Il Cremlino però si stizzisce: «Non dateci ultimatum».
Le Firme

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