- Le lodi alla scelta di rendere la pillola gratuita per le donne di ogni età omettono le possibili controindicazioni dell’anticoncezionale ormonale. Come il rischio più elevato di sviluppare tumore al seno, cervice e fegato.
- La Corte Usa salva (per ora) la Ru486. Sospese le restrizioni allo steroide usato per abortire. Joe Biden canta vittoria, ma la battaglia legale procede nei tribunali statali. Come auspicato dai giudici supremi.
Nell’agosto 2020 il ministro della Salute ha autorizzato l’assunzione della RU486 senza ricovero. In ottobre l’Aifa ha esteso la vendita della «pillola dei 5 giorni dopo» senza ricetta medica anche alle minorenni. Da allora c’è stata un’impennata degli aborti chimici. Che ormai sono la metà di tutte le interruzioni di gravidanza.
2021-02-02
Aborto Lazio, Pro Vita & Famiglia: «Zingaretti alleggerisce il Ssn sulla pelle delle donne»
Nicola Zingaretti (Ansa)
«Dicono che lo fanno per garantire la scelta tra ricovero o ambulatorio ma recepire le linee di indirizzo del Ministero della Salute per garantire la RU486 anche fuori dal ricovero ospedaliero è solo follia e mette a rischio la salute delle donne» così Toni Brandi, presidente Pro Vita e Famiglia onlus sulla determina della Regione Lazio che propone di «rimuovere gli ostacoli all'accesso alla metodica farmacologica» in tema di aborto con la pillola abortiva.
«Con la scusa di evitare il contagio limitando il più possibile gli accessi in ospedale si equipara una pillola abortiva, che provoca emorragie, infezioni e talvolta persino la morte, a una caramella balsamica. E' davvero questo quello che avviene in un Paese civile? Con la liberalizzazione della RU486, in pratica, si pretende che l'aborto avvenga "comodamente" a casa, alleggerendo i costi che ricadrebbero sul Servizio Sanitario Nazionale. Le donne così diventano cavie per il risparmio nazionale» ha continuato Jacopo Coghe, vice presidente della Onlus.
«In realtà, caro Zingaretti, in altre Regioni si sta attuando una svolta (come è accaduto in Piemonte e nelle Marche) rispetto alle direttive del ministro Speranza, perché al contrario del Lazio guidato da lei, lì si prendono in considerazione i rischi e il bene delle donne. D'altronde anche dal punto di vista delle conseguenze fisiche e psicologiche, l'aborto chimico è infinitamente più grave di quello chirurgico, anche perché nel 60% dei casi le madri vedono l'espulsione dell'embrione» ha concluso la nota di PV&F.