2023-04-23
Regalano il farmaco contraccettivo fingendo non abbia effetti collaterali
Le lodi alla scelta di rendere la pillola gratuita per le donne di ogni età omettono le possibili controindicazioni dell’anticoncezionale ormonale. Come il rischio più elevato di sviluppare tumore al seno, cervice e fegato.La Corte Usa salva (per ora) la Ru486. Sospese le restrizioni allo steroide usato per abortire. Joe Biden canta vittoria, ma la battaglia legale procede nei tribunali statali. Come auspicato dai giudici supremi.Lo speciale contiene due articoli.Mentre molti plaudono all’annuncio che la pillola anticoncezionale sarà gratuita per le donne di ogni fascia d’età, forse c’è davvero da interrogarsi per gli effetti che si avranno sulla salute femminile, incentivandone l’uso. Il comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell’Aifa ha concluso che estrogeni e progesterone sintetici, anti gravidanza, non sono molto diffusi in Italia, forse per una questione di costi, perciò ne autorizza la distribuzione gratis. «Da sempre in Italia c’è uno scarso ricorso alla contraccezione e questo ora potrà cambiare», ha dichiarato Giovanna Scroccaro, presidente del Cpr. Via libera, dunque, dopo l’approvazione in Cda, alla pillola per tutte che costerà allo Stato circa 140 milioni di euro annui. Sicuramente non era la priorità rendere la contraccezione orale gratuita, quando farmaci ben più utili o vitali rimangono a pagamento per tanti pazienti, ma soffermiamoci sul rischio salute. La pillola contraccettiva, a base di estrogeni e/o progesterone in diversi dosaggi e combinazioni che vanno ad inibire l’ovulazione, cioè la fase di rilascio della cellula uovo matura, è la «versione sintetica degli ormoni prodotti dall’organismo nell’età fertile», come ben la definisce l’Airc, la fondazione che promuove la raccolta di fondi da destinare alla ricerca sul cancro in Italia. Sottolinea che gli ormoni femminili «agiscono come fertilizzanti in alcuni tumori ma sono protettivi in altri» e già questa, è un’indicazione poco tranquillizzante. Una metanalisi pubblicata su Lancet Oncology nel 2015 dichiarava che negli ultimi cinquant’anni «la pillola contraccettiva ha evitato circa 400.000 casi di cancro dell’endometrio», senza però conteggiare adeguatamente le donne cui era stato asportato l’utero, ma purtroppo ne può provocare altri. Il National cancer institute (Nci), la principale agenzia del governo federale per la ricerca e la formazione sul cancro e che fa parte del dipartimento della Salute e dei Servizi umani degli Stati Uniti, riferisce che diversi studi «hanno fornito prove coerenti del fatto che i rischi di cancro al seno e al collo dell’utero sono aumentati nelle donne che usano contraccettivi orali». Per quanto riguarda il tumore al seno, un’analisi dei dati di oltre 150.000 donne che hanno partecipato a 54 studi epidemiologici ha mostrato che «le donne che attualmente utilizzavano contraccettivi orali avevano un aumento del rischio del 24%». Pensate bene, l’agenzia segnala che «il rischio è diminuito dopo l’interruzione dell’uso di contraccettivi orali» e non aumentava nei dieci anni successivi all’interruzione dell’uso, confermando che mentre si prendeva la pillola si era esposte ai tumori. Nel 2017, un ampio studio prospettico che ha coinvolto tutte le donne in Danimarca tra i 15 e i 49 anni di età ha riportato rischi di cancro al seno associati a formulazioni più recenti di contraccettivi orali. Complessivamente, le donne che stavano usando o avevano recentemente smesso di usare contraccettivi ormonali orali combinati, avevano un aumento del rischio relativo di cancro al seno di circa il 20%, e fino al 60%, a seconda del tipo di pillola. Quanto alla possibilità di avere un carcinoma della cervice, il National cancer institute dichiara che «più a lungo una donna usa contraccettivi orali, maggiore è l’aumento del rischio». Uno studio ha riscontrato un aumento del circa 10% per meno di 5 anni di utilizzo, un aumento del rischio del 60% con 5-9 anni di utilizzo e un rischio raddoppiato con 10 o più anni di utilizzo. Anche in questo caso, basta smettere la pillola e il rischio di un tumore della cervice uterina diminuisce. Sempre l’Nci sostiene che le donne che assumono la pillola hanno meno rischi di contrarre un cancro ovarico e dell’endometrio, ma non ci pare una grande consolazione. Versioni sintetiche di ormoni steroidei che possono aumentare il rischio anche di un solo tumore, non andrebbero «regalate» come fossero pillole innocue. Sempre farmaci ormonali sono.Certo, vengono prescritte anche per diminuire disturbi come le irregolarità del ciclo mestruale, il dolore durante le mestruazioni (dismenorrea), un flusso mestruale abbondante, per il trattamento dell’ovaio policistico e dell’endometriosi, ma sempre sotto controllo medico e per un intervallo di tempo limitato. L’Aifa, invece, vuole dare il contraccettivo orale gratuito a donne di ogni fascia di età, magari fino alle soglie della menopausa.In questo modo, quante rispetteranno le indicazioni previste dal ministero del Salute? Ovvero controlli annuali che includano visita ginecologica e del seno; controllo della pressione arteriosa; pap test; esame completo delle urine; analisi del sangue: glicemia, colesterolo (Hdl), trigliceridi, transaminasi. «Le donne che hanno una condizione cardiovascolare preesistente o che fumano non dovrebbero usare contraccettivi orali», segnala uno studio aggiornato nel novembre scorso su Ncbi. Aggiunge: «Per i primi sei mesi, i progestinici possono compromettere il metabolismo del glucosio nelle donne adulte sane». In conclusione, si afferma che gli anticoncezionali orali «sono una scelta fatta dalla paziente e dal suo medico dopo un’adeguata consulenza sui rischi e sui benefici».Non è questo il panorama che si apre, purtroppo, dopo la decisione di rendere la pillola gratuita.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/regalano-farmaco-contraccettivo-effetti-collaterali-2659896791.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-corte-usa-salva-per-ora-la-ru486" data-post-id="2659896791" data-published-at="1682230961" data-use-pagination="False"> La Corte Usa salva (per ora) la Ru486 Nuovo round nella battaglia statunitense sull’aborto. Venerdì, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha mantenuto per ora invariate le possibilità di accesso al mifepristone: uno steroide sintetico usato per la realizzazione della pillola abortiva. L’ordinanza è stata emessa con il dissenso esplicito di due dei nove giudici, Clarence Thomas e Samuel Alito. È importante sottolineare che non si tratta di un ok definitivo: il pronunciamento mantiene infatti inalterato l’accesso al mifepristone in attesa che si concludano i ricorsi legali che lo riguardano nelle corti inferiori. Ma come si è arrivati a questo punto? Il 7 aprile, un giudice distrettuale del Texas aveva bloccato l’approvazione dello steroide, che era stata concessa nel 2000 dalla Fda Secondo il togato, quell’approvazione sarebbe avvenuta senza adeguati standard di sicurezza e a seguito di probabili pressioni di natura politica. L’amministrazione Biden aveva quindi fatto ricorso e, il 12 aprile, una corte d’appello aveva emesso un nuovo pronunciamento: l’approvazione della Fda sarebbe rimasta in vigore ma, al contempo, sarebbero state mantenute significative restrizioni alla possibilità di procurarsi il mifepristone. Una decisione contro cui l’amministrazione Biden aveva fatto nuovamente ricorso. Ed è così che arriviamo a venerdì, quando la Corte Suprema ha stabilito che l’accesso allo steroide resti invariato, mentre i procedimenti legali sul suo destino proseguono. Secondo la Cnn, «il prossimo passo del contenzioso sarà un’udienza davanti a una corte d’appello federale con sede a New Orleans il 17 maggio». «Come risultato dell’ordinanza della Corte Suprema, il mifepristone rimane disponibile e approvato per un uso sicuro ed efficace, mentre continuiamo questa lotta nei tribunali», ha dichiarato Joe Biden in una nota. «Continuerò a combattere gli attacchi politicamente motivati alla salute delle donne», ha aggiunto. Eppure, nonostante il pronunciamento dei supremi giudici rappresenti una vittoria per il presidente americano, tale successo per lui potrebbe rivelarsi soltanto a breve termine. Non è infatti escluso che, nei prossimi mesi, arrivino delle sentenze in contraddizione con i desiderata dell’attuale Casa Bianca. La questione offre due spunti di riflessione politica. Il contenzioso sull’aborto rischia innanzitutto di alimentare nuove tensioni tra Biden e la Conferenza episcopale d’Oltreatlantico: attriti su questo tema si erano già verificati nei mesi scorsi. D’altronde, il sito Open Secrets mostra come le grandi organizzazioni pro choice, a partire da Planned Parenthood, abbiano pesantemente finanziato il Partito democratico. Il secondo elemento da sottolineare è che il presidente americano sembra aver definito le sentenze restrittive sul mifepristone come «attacchi politicamente motivati». Sia chiaro: Biden ha tutto il diritto di non condividere quelle sentenze e di contestarle legalmente. Non ha invece il diritto di delegittimare i giudici. Tanto più che, poche settimane fa, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, commentando le critiche di Donald Trump al togato che deve supervisionare il suo processo a Manhattan, aveva detto: «Condanniamo qualsiasi tipo di attacco contro qualsiasi giudice». Insomma, per Biden il rispetto istituzionale funziona un po’ a fasi alterne. La decisione di venerdì conferma infine che la sentenza di ribaltamento di Roe v Wade di giugno non era antiabortista, come detto da gran parte della stampa progressista: quella sentenza diceva semmai che l’interruzione di gravidanza è materia da lasciare ai singoli parlamenti statali e che il potere giudiziario non può usurpare quello legislativo.
«Ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano la cultura woke». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un video messaggio al gala 50esimo anniversario della National Italian American Foundation a Washington. "È un tentativo di cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale in questa nazione. Non glielo permetteremo. Il Columbus Day è qui per restare», ha aggiunto il presidente del Consiglio ringraziando Donald Trump per aver ripristinato quest'anno la celebrazione.
Continua a leggereRiduci
L'amministratore delegato e direttore generale di Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma premiato a Washington
L’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane ha ricevuto il Premio Dea Roma della National Italian American Foundation per il contributo alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e alla crescita sostenibile del Paese.
La NIAF (National Italian American Foundation) ha conferito a Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane, il Premio NIAF Dea Roma come leader nell’eccellenza ingegneristica per la crescita nazionale e l’infrastruttura sostenibile.
La cerimonia si è svolta sabato 18 ottobre 2025 durante il Gala del 50° Anniversario della NIAF, all’Hotel Washington Hilton di Washington D.C. negli Stati Uniti d’America. Il riconoscimento è stato assegnato per evidenziare il ruolo cruciale svolto da Donnarumma nella trasformazione e modernizzazione delle infrastrutture di trasporto italiane, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione.
«È un vero onore ricevere questo premio che ho il piacere di dedicare a tutti gli italiani che creano valore sia nel nostro Paese che all’estero e diffondono principi volti a generare competenze specifiche nell’ambito dell’ingegneria, della tecnologia e dell’innovazione. Nel Gruppo FS Italiane abbiamo avviato quest’anno un Piano Strategico da 100 miliardi di euro di investimenti che rappresenta un motore fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese». ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma.
Sotto la guida di Donnarumma, il Gruppo FS sta promuovendo importanti progressi nello sviluppo di linee ferroviarie ad Alta Velocità e nelle soluzioni di mobilità sostenibile, contribuendo a collegare le comunità italiane e a supportare gli obiettivi ambientali nazionali. Il Piano Strategico 2025-2029 include diversi interventi per migliorare la qualità del servizio ferroviario, costruire nuove linee ad alta velocità e dotare la rete del sistema ERTMS per garantire maggiore unione fra le diversi reti ferroviarie europee. Più di 60 miliardi è il valore degli investimenti destinati all'infrastruttura ferroviaria, con l'obiettivo di diventare leader nella mobilità e migliorare l’esperienza di viaggio. Questo comprende l’attivazione di nuove linee ad alta velocità per collegare aree non ancora servite, con l'obiettivo di aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità. Sul fronte della sostenibilità, inoltre, il Gruppo FS - primo consumatore di energia elettrica del Paese con circa il 2% della domanda nazionale – si pone l’obiettivo di decarbonizzare i consumi energetici attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di oltre 1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW entro il 2034. Fondamentale è anche il presidio internazionale, con una previsione di crescita del volume passeggeri pari al 40%.
Il Gruppo FS ha infatti inserito lo sviluppo internazionale tra le sue priorità, destinando una quota significativa degli investimenti al rafforzamento della propria presenza oltre confine. L’obiettivo è consolidare il posizionamento del Gruppo in Europa, ormai percepita come un’estensione naturale del mercato domestico, e promuovere una rete ferroviaria sempre più integrata e in linea con i principi della mobilità sostenibile.
Continua a leggereRiduci