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Dalle canzonette a chi fa il premier. Il Quirinale sceglie per gli italiani
Pupo ed Emanuele Filiberto sul palco dell’Ariston durante l’edizione 2010 del Festival di Sanremo (Ansa)
L’aneddoto di Pupo: «Io ed Emanuele Filiberto eravamo primi a Sanremo ma una telefonata di Napolitano cambiò la classifica». È un piccolo grande esempio di quant’è fasulla la storia della neutralità presidenziale.
Il premier eletto dal popolo alle urne per chiudere l’era dei «re» al Colle
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni presenta «la madre di tutte le riforme». Nega di voler limitare il capo dello Stato, ma in caso di crisi dell’esecutivo, il timone l’avranno la politica o i cittadini: «Decidano loro, basta maggioranze arcobaleno».
Letta non mira a vincere. Vuole solo impedire alla destra di governare
Enrico Letta (Imagoeconomica)
Il segretario dem agita lo spauracchio di una destra che può cambiare la Carta. Il Pd teme il presidenzialismo perché ama poter condizionare esecutivi deboli.
Berlusconi detta l’agenda a destra: tutti allineati sul presidenzialismo
Silvio Berlusconi (Imagoeconomica)
Il Cavaliere se la prende con la sinistra: «Ha mistificato le mie parole sul Quirinale». E mentre Enrico Letta, Verdi e «terzo polo» continuano a sputare veleno, Giorgia Meloni e la Lega confermano la volontà di rivedere la Carta.
Il Pd voleva licenziare Mattarella
Sergio Mattarella (Imagoeconomica)

A inizio legislatura i dem hanno presentato, con la firma del capo della commissione Affari costituzionali, un ddl presidenzialista che prevedeva l’insediamento del capo di Stato eletto (e l’uscita di quello in carica) entro 70 giorni. Il senatore Tommaso Cerno conferma tutto. I loro assi nel programma: cannabis legale, matrimoni «egualitari», eutanasia e ius scholae.

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