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- Colloqui separati al Quirinale per i due leader, che fanno il nome del professore. Il presidente si prende una pausa e oggi convocherà i presidenti delle Camere. Il capo leghista: «Liberi di dire “signornò" all'Ue».
- Ma nomi come Enzo Moavero Milanesi (Affari europei) o Giulia Bongiorno (Giustizia) non vanno giù ai grillini duri e puri: «Estranei a valori del M5s».
- Paolo Savona all'Economia potrebbe essere l'uomo giusto per dare serietà alle lotte strillate contro l'Ue.
- Nel plotone di esecuzione non poteva mancare l'agenzia di rating Fitch: «Con i populisti aumento del rischio creditizio». Tiene bordone il tedesco Manfred Weber, capogruppo del Ppe: «Crisi euro vicina». Il Ft evoca i nazisti: «Democrazia liberale finita come dopo Weimar».
Lo speciale contiene quattro articoli.
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Avanzano le trattative tra grillini e leghisti, ma spunta il pressing europeo (soprattutto francese) per un premier che, come Mario Monti, piaccia a Bruxelles. L'opposto di quello che chiedono gli elettori. Del resto, è già successo, no? Nel 2011, siccome Silvio Berlusconi non piaceva più all'Ue, cioè a Nicolas Sarkozy e a Angela Merkel, fu fatto fuori con lo spread e al suo posto insediarono Monti, uno che all'Europa piaceva moltissimo perché aveva la stessa flessibilità di un tedesco del Nord durante l'inverno, cioè zero.