Dietro ai falsi argomenti di chi sostiene il suicidio assistito, c’è la prosaica esigenza di risparmiare soldi e posti letto. Accorgendosi di essere considerati un peso, sempre più malati chiederanno la morte. E in questo modo la ricerca su alcune patologie si fermerà.
Sentenza di buon senso in Inghilterra: fu un errore far morire la diciannovenne Sudiksha Thirumalesh, che chiedeva di potersi sottoporre a terapie in Canada. Per i medici, la sua era una proposta «delirante». Alla famiglia fu vietato pure di raccogliere fondi.
La norma sul suicidio assistito aveva spaccato il Paese: autorizzava anche i non medici a iniettare la sostanza letale. Le elezioni anticipate l’hanno soppressa. Difficile che il nuovo Parlamento possa ricominciare da zero.