2025-05-28
Morte assistita, in Francia primo sì. Chi si batte per impedirla va in cella
L’Assemblea nazionale approva il testo (a favore pure deputati del Rn). Palla al Senato.Ieri la Francia di Emmanuel Macron, che aveva promesso nella campagna presidenziale una nuova legge sulla fine vita, è diventata un po’ più la République della morte. L’Assemblea nazionale ha approvato il progetto di legge sulla fine vita: 305 deputati a favore e 199 contro. Un altro progetto di legge sulle cure palliative è stato approvato all’unanimità.Il «diritto dell’aiuto a morire» non è ancora legge perché dovrà essere approvato anche dal Senato e, in caso di modifiche, servirà un secondo voto all’Assemblea nazionale. Tuttavia, data la composizione delle due Camere del Parlamento francese, i futuri passaggi non dovrebbero incontrare ostacoli. All’Assemblea nazionale, come si è visto ieri, c’è una maggioranza di deputati a favore della legalizzazione della dolce morte. Tra essi figurano anche alcuni onorevoli del Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen o dei Républicains (Lr). Al Senato, la maggioranza è targata Lr e annovera senatori pronti a votare la legge della morte indotta che, inchinandosi alle sinistre, considerano un «progresso della società». Era già successo nel 2024 con la costituzionalizzazione dell’aborto. D’altra parte, anche in Italia, ci sono esponenti di destra pronti a sdoganare la dolce morte.Il progetto di legge approvato ieri in Francia fa paura, specie ai cittadini francesi con gravi patologie e che vogliono vivere, che però sono stati praticamente ignorati dai media mainstream e dai parlamentari pro morte. Il pensiero ufficiale ha ritenuto che non fossero degni di ascolto così come sono stati ignorati gli appelli dei leader religiosi cristiani, ebrei, musulmani, buddisti. Meglio dare ampio spazio ai malati gravi che vogliono farla finita e pazienza se erano numericamente marginali rispetto a quelli aggrappati alla vita.Il testo votato ieri prevede che per beneficiare del «diritto dell’aiuto a morire» sia necessario essere cittadini francesi o stranieri stabilmente residenti Oltralpe, nonché maggiorenni. L’aspirante suicida assistito deve soffrire di «una malattia grave e incurabile, qualunque ne sia la causa, e che metta in pericolo la vita». La patologie deve essere «in fase avanzata» o «terminale». Il concetto di «fase avanzata» è caratterizzato dall’avvio di «in un processo irreversibile caratterizzato dal peggioramento della salute del malato che incide sulla sua qualità di vita».Come ha sottolineato su Sud Radio il medico e deputato Lr, Philippe Juvin, «Invece di aiutarli a vivere, offriamo (ai malati, ndr) un aiuto a morire». In pratica lo Stato dirà ai francesi malati gravi o cronici che la loro vita è così mediocre da poter essere soppressa. Senza parlare, poi, della pressione indiretta che subiranno gli stessi malati e i loro cari, che si sentiranno «colpevoli» di pesare sulle casse dello Stato. Altri criteri riguardano il dolore che deve provocare «una sofferenza fisica o psicologica costante» oppure che resiste «al trattamento o insopportabile a seconda della persona» quando questa ha «scelto di non ricevere o di interrompere» il trattamento.La sola sofferenza psicologica «non può in nessun caso consentire di beneficiare del suicidio assistito», specifica il testo. Le persone con una capacità di discernimento «gravemente compromessa» non saranno ammesse alla dolce morte ma, viste le derive in Paesi in cui l’eutanasia e il suicidio assistito sono legali, si tratta tristemente solo di una questione di tempo. Da segnalare anche che il testo approvato ieri prevede anche il reato di «impedimento» all’accesso al diritto all’aiuto a morire, ma non la sua promozione anche da parte di società private che fanno soldi sulla pelle di gente vulnerabile. In pratica chi cercherà di far riflettere i potenziali suicidi rischierà 2 anni di carcere.
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