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Non solo il superconsigliere. Ecco nomi e incarichi nella squadra progressista del capo dello Stato
Ansa e Imagoeconomica
Il «cerchio magico» di Mattarella ha un profondo legame con la corrente progressista della Balena bianca: tra i consiglieri più fidati Guerrini e Astori. Ma anche il magistrato Erbani. Il portavoce? Ovviamente quel Grasso che firmava gli editoriali contro Berlusconi.
Da quando Sergio Mattarella è diventato presidente della Repubblica, nel 2015, il Quirinale è diventato il luogo in cui una parte precisa della storia politica italiana ha trovato la sua continuità più silenziosa. Non una corrente, non un partito, non una famiglia politica nel senso tradizionale: piuttosto la lunga ombra della vecchia sinistra democristiana, la componente cattolico-progressista che ha attraversato tre decenni di trasformazioni, dall’epoca della Prima Repubblica fino al Partito democratico. È un mondo che negli anni ha perso peso elettorale, ma che negli ingranaggi dello Stato ha mantenuto una presenza costante, stratificata, spesso decisiva.
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De Luca va in trincea per il terzo mandato
Vincenzo De Luca (Imagoeconomica)
  • Il presidente della Campania cita le leggi sullo stesso tema approvate dalle Regioni di centrodestra per spaccare la maggioranza. I provvedimenti di Piemonte e Veneto non sono stati impugnati da Palazzo Chigi. Anche la Lega contro la mossa del premier.
  • Due eventi nello stesso momento. I centristi ubiqui pur di rifare la Dc: il 18 gennaio Pierluigi Castagnetti e Giorgio Tonini interverranno in simultanea a Milano e Orvieto.

Lo speciale contiene due articoli.

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L’Italia: una nazione fondata sui luoghi comuni
(Getty Images)

Un libro collettaneo di qualche anno fa passa al vaglio tutti gli stereotipi della nostra storia: dal «saccheggio del Sud» alla «resistenza tradita».

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Giuseppe De Rita: «Il “vaffa” dei grillini ha impoverito l’Italia»
Giuseppe De Rita (Imagoeconomica)
L’analisi del patron del Censis: «Il populismo dei 5 stelle ha distrutto il sistema di relazioni che ci ha fatto sviluppare come società moderna. Abbiamo paura a far figli. Le foto dell’economia emersa instillano ottimismo ma i segnali del sommerso mi preoccupano».
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De Gasperi e Moro, «c’eravamo tanto odiati»
Alcide De Gasperi e Aldo Moro (Getty Images)
Venivano da ambienti opposti e non si sono mai sopportati. Il trentino aderì al Partito popolare di don Luigi Sturzo già alla fondazione e fu perseguitato dal fascismo. L’altro cedette alle lusinghe del regime. Un’antipatia anche generazionale che si trascinò sempre.
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