2020-11-04
Sull’Italia a zone governo nel pallone. Coprifuoco alle 22 e limiti alla mobilità
Giuseppe Conte (Alessandra Benedetti - Corbis/Getty Images)
Ennesimo dpcm dopo un giorno di liti: ancora incerte le aree rosse. Vietato spostarsi tra Comuni pure in quelle arancioni.Arriva il nuovo dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte, mentre ieri l'Italia ha fatto segnare 28.244 contagi in più (l'altroieri erano stati 22.253). Sale il numero delle vittime: 353 in 24 ore (l'altroieri erano state 233), un numero che non si riscontrava da inizio maggio. Il totale degli infettati è salito a 759.829, i morti sono 39.412. Gli attualmente positivi sono 418.142 (+21.630 rispetto all'altroieri). I guariti e dimessi sono 302.275 (+6.258). Il rapporto tra positivi e tamponi è del 15,5%, in calo rispetto a 48 ore fa (16,4%). Come previsto, il dpcm, che dovrebbe essere vigente da domani, 5 novembre, al 3 dicembre, contiene alcune misure di carattere nazionale e altre che riguarderanno le singole Regioni, che verranno divise in tre fasce, rossa, arancione e verde, in base a un algoritmo che tiene conto di 21 parametri indicati dall'Istituto superiore di sanità. Per quel che riguarda le misure che interessano tutta l'Italia, la più attesa, il cosiddetto «coprifuoco», scatterà dalle 22 alle 5: in quella fascia oraria, si legge nella ultima bozza del dpcm che circolava ieri sera prima che il giornale andasse in stampa, «sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l'arco della giornata, di non spostarsi, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute», si legge ancora, «per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». Ci risiamo con le raccomandazioni. Sospesi anche i concorsi pubblici e privati ad eccezione di quelli per il personale sanitario. Didattica a distanza al 100% per le scuole superiori. Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle 5 alle 18. La capienza sui mezzi di trasporto pubblico è ridotta al 50%. Nelle zone rosse, a rischio più alto, si applicano restrizioni severissime. Sono candidate Lombardia, Valle d'Aosta, Alto Adige, Piemonte e Calabria. Sostanzialmente sarà un lockdown vero e proprio, che lascia aperte le industrie. Vietata la mobilità in uscita e in entrata, e anche quella tra Comuni. Va precisato che «con ordinanza adottata dal ministro della Salute d'intesa con il presidente della Regione interessata, può essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio regionale ed in ragione del rischio epidemiologico accertato, l'esenzione dall'applicazione di una o più delle misure». Ecco le restrizioni: «È vietato», si legge nella bozza, «ogni spostamento in entrata e in uscita salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza; è vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune. Sono sospese», si legge ancora, «le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), a esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio sia per l'attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22, la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Sono sospese», si legge ancora, «le attività inerenti servizi alla persona fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti. Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell'ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell'ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l'accesso alle sole predette attività. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie». Per quel che riguarda la scuola, in presenza solo fino alla prima media, poi tutti a distanza. Le zone arancioni sono un limbo senza senso. Stando alla bozza, infatti, sarà vietato muoversi dal proprio Comune di residenza anche in queste aree (si parla, probabilmente, di Veneto, Campania, Puglia e Liguria). I negozi però resterebbero aperti. Sospese le attività di ristorazione a esclusione di mense e catering continuativo su base contrattuale, nel rispetto dei protocolli anti contagio. Consentite la ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle 22, la ristorazione con asporto. Le Regioni verdi, invece, dovranno rispettare solo le restrizioni nazionali: mascherine ovunque, centri commerciali chiusi nei weekend, trasporto pubblico dimezzato e coprifuoco alle 22.