2020-12-31
Sul piano reclutamento è ancora buio pesto
Mistero sulle agenzie interinali che devono trovare 15.000 operatori. E non ci sarà tempo per formarli.Forse il 2 o il 3 gennaio conosceremo i nomi delle cinque agenzie interinali, che al corrispettivo di 25 milioni di euro dovranno fornire i 15.000 vaccinatori (12.000 infermieri, 3.000 medici) che mancano all'appello, ma già sappiamo che questi enti privati non si occuperanno della formazione. Ieri Agostino Di Maio, direttore generale di Assolavoro, precisava sul Foglio: «È chiaro che non potranno (le Apl, agenzie per il lavoro, ndr) risolvere nei tempi dettati dall'emergenza epidemiologica il preesistente gap strutturale di figure mediche e infermieristiche». Aggiungeva: «Il nostro lavoro consisterà prevalentemente nella selezione delle candidature che si iscriveranno al portale, sullo screening dei nostri database, sulla verifica dei requisiti, sull'invio al lavoro di queste persone». Considerati i tempi ristretti, anzi gli enormi ritardi accumulati, le Apl si limiteranno a prendere i nominativi dall'elenco di coloro che hanno inviato le candidature alla piattaforma di Invitalia utilizzata dalla presidenza del Consiglio per la campagna di vaccinazione «Fai rinascere l'Italia con un fiore». Ieri il premier, Giuseppe Conte, spiegava: «Abbiamo dovuto fare una gara straordinaria, hanno già risposto all'incirca 22.730 professionisti sanitari, tra medici e infermieri perché abbiamo bisogno di un grande sforzo per realizzare questo piano vaccinale». I candidati possono essere anche liberi professionisti o pensionati, ma non dipendenti di Asl e strutture sanitarie pubbliche e private. Avranno contratti di nove mesi (58.842 euro lordi per i medici, 27.693 euro lordi per gli infermieri), stipulati con le agenzie prescelte «in deroga ai limiti previsti dalla normativa vigente» e al cosiddetto Jobs act, mentre sarebbe stato più semplice, diretto e meno costoso farli assumere dalle Asl. Dovranno seguire online il corso per vaccinatori dell'Iss riservato a un massimo di 20.000 parteciparti. Sarebbe già un traguardo se metà delle candidature si trasformassero in effettiva volontà di lavorare a tempo determinato, con la carenza di medici e infermieri che lamentiamo da mesi. Per vaccinare da subito in ospedali, Pv territoriali e Rsa, poi nei padiglioni primula, serve personale, siringhe e vaccini. Da noi la macchina vaccinale ha cominciato a scaldare i motori, a basso regime, solo il 17 novembre quando Domenico Arcuri chiese alle Regioni di preparare in pochi giorni l'elenco delle strutture nelle quali conservare a -70 gradi il vaccino della Pfizer. Una settimana dopo venne pubblicato il bando per reperire 157 milioni di siringhe, senza le quali non si può vaccinare. Conosciamo le aziende che hanno presentano le offerte, ma ancora si ignora quali produttori si siano aggiudicati le prime forniture, ovvero quelle relative a dicembre (ormai concluso) e a gennaio 2021. Il 24 novembre partiva il bando per trovare sodio cloruro, senza il quale il vaccino non può essere diluito. L'11 dicembre Arcuri si è accorto che mancavano medici e infermieri per fare le iniezioni, perciò li ha invitati a rispondere all'appello urgente. Lo stesso giorno viene pubblicato il bando per selezionare le cinque agenzie che dovranno valutare i requisiti professionali del personale sanitario. La gara doveva scadere il 28 dicembre, è stata prorogata al 29 perché, in ritardo, il commissario straordinario ha chiarito che il 5% di guadagno sui 508 milioni di euro stanziati era al lordo di Iva. Dettaglio fondamentale, quando deve essere valutata la miglior offerta, ma Arcuri l'ha considerato «un mero errore materiale». Intanto ieri, in nove scali italiani, sono finalmente arrivate 470.000 dosi di vaccino Pfizer poi distribuite in 203 siti regionali. Tra ritardi e allungamento dei tempi di approvazione del farmaco Astrazeneca, il governo fatica a recuperare il numero di vaccini previsto anche se il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, tranquillizza dicendo che l'Italia «sta cercando di acquisire dosi aggiuntive da altre piattaforme, ma sempre attraverso il meccanismo europeo». Di certo, un programma di immunizzazione che ancora non si avvale di una campagna di informazione al cittadino, tanto promessa ma inesistente, parte già in svantaggio.
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.