2019-03-01
I giudici olandesi vogliono processare Shell per i guai nigeriani
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Alla corte dell'Aja i procuratori olandesi chiedono un processo, che rischia di essere il clone di quello milanese dove è imputato Claudio Descalzi, attuale amministratore di Eni. A dirlo è la compagnia anglo-olandese in un comunicato. Nessuna ripercussione sul titolo in Borsa: la licenza del giacimento in Nigeria non produce utili.Non solo la procura di Milano, ora su Opl 245, il giacimento nigeriano di petrolio intorno a cui sarebbero circolate tangenti, arriva anche in Olanda. E a pagarne le conseguenze potrebbe essere Shell, già sul banco degli imputati insieme con la nostra Eni nel capoluogo lombardo: la compagnia anglo-olandese è imputata con quattro suoi ex manager. Tutto ruota intorno alla concessione vinta nel 2011 sua una gara costata 1,1 miliardi di euro, di cui 800 milioni sarebbero finiti alla società Malabu dell'ex ministro del petrolio Dan Etete. La scelta dei magistrati olandesi è significativa, perché significa che patteggiamento è stato rifiutato. Per questo motivo proprio Shell ha diramato un comunicato dove spiega nel dettaglio a cosa andrà incontro la società: «Siamo stati informati dalla Procura dei Paesi Bassi che si stanno avvicinando alla conclusione delle loro indagini e si stanno preparando a portare avanti il processo». Shell ed Eni hanno già più volte negato qualsiasi addebito nel caso Opl 245. Ma dirigenti ed ex dirigenti di entrambe le società - tra cui Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e Malcolm Brinded, già capo dell'esplorazione e della produzione di Shell - sono accusati di corruzione internazionale. A parlare al momento sono le motivazioni delle sentenze in rito abbreviato che hanno condannato per corruzione due presunti mediatori: Obi Emeka e Gianluca Di Nardo sono stati condannati a 4 anni di reclusione. Nelle 300 pagine firmate a dicembre dello scorso anno dal gup Giusy Barbara, si legge che «la procedura di acquisto del giacimento petrolifero Opl 245 in Nigeria da parte di Eni è stata costellata da un'impressionante sequenza di anomalie». E soprattutto, secondo il giudice, nello specifico: «la sequenza degli eventi descritti è il contenuto delle comunicazioni analizzate non lascia perciò alcun dubbio sul fatto che l'intera procedura di acquisto di Opl 245 da parte di Eni sia stata costellata dall'inizio e per tutta la sua durata da un'impressionante sequenza di anomalie, che per quantità e qualità dei manager coinvolti necessariamente devono essere state avallate dai vertici della società e non trovano alcuna logica giustificazione se non negli illeciti accordi spartitori sottostanti, prospettati dalla pubblica accusa».Eni e Shell hanno sempre sostenuto di essersi comportate correttamente. Ma ora l'apertura di un processo a l'Aja potrebbe riaprire altri cassetti. Del resto i procuratori olandesi sono stati spesso in udienza a Milano, dove i magistrati Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro stanno ascoltando una lunga lista di testimoni ogni settimana. Lo stesso governo nigeriano ha citato in giudizio le società a Londra, sostenendo di essere stato vittima di frode. La notizia del possibile processo olandese non ha creato smottamenti in Borsa, forse perché la licenza Opl 245 non sta generando profitti.
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