2019-06-13
Sterminio degli albini cacciati in Africa perché «maledetti»
Nel Continente nero, chi ha una disfunzione alla pigmentazione subisce un calvario. E il suo cadavere è venduto a peso d'oro.I neri non sono molto tolleranti con i «neri bianchi». Serve ricordarlo oggi, giornata mondiale in difesa degli albini, discriminati in tutto il mondo ma in particolar modo nei Paesi africani. Nel Continente nero, la mancata pigmentazione originata da un'assenza o da un difetto di un enzima coinvolto nella sintesi della melanina, è considerata una maledizione: chi ha la pelle bianca è ritenuto un essere maligno. Oltre a doversi difendere dal sole cocente dell'Equatore, che gli causa tumori della pelle, deve guardarsi dai fratelli neri che volentieri lo ammazzano. In molti Stati africani, come nel Malawi, le persone affette da albinismo sono perseguitate, uccise, le loro ossa vengono bollite dagli stregoni per preparare pozioni magiche, capaci di assicurare soldi e fortuna a chi le acquista e le ingurgita. Secondo l'Onu, circa una persona su 5.000 nell'Africa subsahariana e una su 20.000 mila in Europa e in America del Nord soffre di questa anomalia congenita. Nel tollerante Occidente, l'albino dagli occhi chiari e i peli candidi è da sempre guardato con sospetto, deriso, a volte emarginato. Più in là, raramente si arriva. In Cina, i bambini nati senza melanina nella pelle o negli occhi finiscono abbandonati dai loro genitori, ma è nei Paesi africani dove le persecuzioni raggiungono ferocie inaudite. Secondo le Nazioni Unite, la patologia così frequente nell'Africa subsahariana sarebbe dovuta all'unione tra consanguinei. Sta di fatto che in Tanzania un abitante su 1.400 è albino, mentre in Zimbabwe lo è uno su 1.000. Sono parecchi, l'odio nei loro confronti è totale. Convinti che siano esseri demoniaci e portatori di disgrazie, ma che diventino utili da morti, gli africani vanno a caccia di albini per ucciderli. In alcuni villaggi, pezzi del loro corpo vengono venduti per 500 euro e la pelle commercializzata tra i 1.500 e i 7.000 euro: cifre pazzesche per quei Paesi. Lo scorso maggio, prima delle elezioni in Malawi (dove, secondo l'Apam, associazione malawiana delle persone con albinismo, a soffrirne sarebbero tra 7.000 e 10.000 individui), l'Onu aveva lanciato l'allarme perché il periodo poteva essere «un momento pericoloso» a causa delle false credenze che una loro gamba, un braccio, un organo interno «possano portare fortuna al potere politico se usate nei rituali legati alla stregoneria. Le uccisioni e gli attacchi spesso aumentano ai danni degli albini», documentava l'Organizzazione internazionale. Per proteggere i bambini con albinismo, i genitori non vanno a lavorare nei campi e restano a casa, in condizioni di estrema povertà. Altre famiglie sono purtroppo corresponsabili degli attacchi verso bambini e ragazzi, attratte dal facile guadagno derivante dal commercio con gli stregoni di parti del corpo, sezionate in più pezzi. I politici pagano moltissimo, per consumare pozioni a base di albini. La violenza contro le persone dalla pelle bianchissima si alimenta di superstizioni, di credenze tribali. Le bambine vengono violentate «perché si crede che possano guarire gli uomini malati di Aids», riporta sempre l'Onu che in questa giornata punta i riflettori sulle barbarie consumate da neri su neri, anche se con un disturbo congenito ereditario. Lo chiarisce bene: «Gli atti discriminatori e violenti contro gli albini si manifestano proprio in quei Paesi in cui la maggioranza della popolazione è di colore». Tre anni fa, a Ginevra, venne mostrato un estratto del film Jolibeau's travel, che racconta la storia di Stéphane Ebongue, un albino che oggi vive a Torino. Il suo vero nome è Jolibeau, nel 2007 scappò dal Camerun nascondendosi nella stiva di un mercantile perché i marabù, i gran sacerdoti che da quelle parti coniugano i precetti dell'islam con quelli delle più antiche tradizioni animiste africane, volevano ucciderlo. Il vulcano faceva paura, le eruzioni erano continue e secondo le credenze locali, solo il sangue di un albino avrebbe potuto fermare l'ira di Epasamoto, il dio della montagna. Già il fratello di Jolibeau, Maurice, era stato fatto a pezzi anni prima dagli stregoni, per preparano pozioni e talismani magici. Il giovane è riuscito a scappare, moltissimi invece finiscono uccisi e di loro si perdono le tracce. Le uccisioni rituali e le gravi violazioni dei diritti umani non sono perseguite: «Fino ad oggi sono stati pochissimi i procedimenti giudiziari, che danno un'impressione di impunità verso i soggetti autori dei crimini verso gli albini», riportava a febbraio l'Osservatoriodiritti.it. Quelli che sfuggono a morte violenta, non possono comunque godere di molti anni di vita. Con una carnagione così chiara e delicata, tra i 30 e i 40 anni muoiono di cancro della pelle. Avrebbero bisogno di creme ad altissima protezione, che in molti Paesi africani non fanno certo parte dei pochi farmaci essenziali distribuiti gratuitamente alle popolazioni. Per le forniture si aspettano donazioni internazionali. Intanto, nel mondo milioni di neri pagano cifre esagerate per sbiancarsi la pelle.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Flaminia Camilletti
Charlie Kirk (Getty Images)