2024-09-18
Stellantis molla Termoli e Urso le leva i soldi
L'ad di Stellantis Carlos Tavares (Ansa)
Ulteriore rinvio per la gigafactory: le auto elettriche non si vendono e si pensa alla produzione di batterie low cost. Verifiche nel 2025, ma il progetto è di fatto morto. Il governo ricolloca 250 milioni del Pnrr e 100 di fondi pubblici. Risorse solo se il piano andrà avanti.Le aspettative non erano alte, ma l’incontro al ministero dell’Industria tra Adolfo Urso, il capo del personale di Stellantis, Giuseppe Manca, l’ad di Acc (la joint venture tra la stessa Stellantis, Mercedes e Total Energies che dovrebbe realizzare la gigafactory di Termoli) Yann Vincent e i sindacati, è andato decisamente peggio del previsto. Per la prima volta i dirigenti dell’automotive hanno rappresentato la possibilità che il progetto di realizzare in Molise una delle più grandi fabbriche di batterie europee non vedrà mai luce. Certo, resta una flebile possibilità. Oggi il mercato delle auto elettriche non va. I numeri impietosi lo testimoniano. Secondo gli uomini di Acc e della casa automobilistica italo-francese soprattutto per una questione di prezzi troppo elevati e il costo di una e-car dipende per circa il 40% dalle batterie. Bene, la nuova intenzione è quella di creare a Termoli un polo delle batterie low cost («sempre a base di litio ma con una chimica diversa», è stato evidenziato) che possa contribuire ad abbattere i costi e far vendere qualche veicolo in più . Il punto è che per modificare il progetto iniziale del sito serve un cambio strutturale rispetto al piano iniziale. Insomma, serve altro tempo. Quanto? Almeno inizio 2025. Ma il timore è che si vada ben oltre. Da qui le inevitabili conseguenze. La prima: il governo aveva stanziato per il progetto di Termoli 250 milioni del Pnrr che da ieri non ci sono più. Perché le risorse erogate attraverso il Recovery fund hanno dei termini stringenti e l’Italia non può permettersi di perderle. Verranno dirottate su altre iniziative sempre legate alla transizione energetica. E lo stesso discorso vale per i circa 100 milioni di fondi pubblici (in realtà c’è discussione sul tema, tra contributi nazionali e regionali potrebbero essere molti di più). Ma questo non vuol dire che l’esecutivo se ne lava le mani anzi. Il ministro Urso ha infatti evidenziato che potrebbero essere stanziati fondi statali nazionali separati se Acc fosse in grado di presentare in un secondo momento un nuovo piano industriale per Termoli. Vedere cammello pagare moneta.Perché a questo punto i dubbi superano di gran lunga le incertezze e le perplessità arrivano anche dalle fonti sindacali. «Vogliamo essere ottimisti», sottolinea alla Verità il responsabile auto della Fim Stefano Boschini, e credere ancora che le promesse dell’azienda di arrivare alla produzione di un milione di auto elettriche (anche ieri è stato ribadito che non ci sono passi indietro rispetto allo stop ai motori termici) in Italia entro il 2030 siano realizzabili. Però i fatti dicono che oggi l’unica fabbrica di batterie attiva in Europa è quella realizzata dalla stessa Acc a Billy-Berclau Douvrin in Francia e che quel sito usa perlatro materie prime cinesi. Vuol dire che se il progetto di Termoli non dovesse andare in porto, domani ci ritroveremo con auto prodotte in Italia e la componentistica del nostro Paese, un indotto che dà lavoro a migliaia di persone, praticamente distrutto. Una prospettiva drammatica». Ecco perché nelle prossime ore verranno decise le forme di mobilitazione più opportune. «Il prossimo incontro al Mimit è previsto entro ottobre», spiegano le parti sociali, «ma come sindacato non possiamo accettare lo stato di perdurante incertezza e di progressivo declino in cui versa lo stabilimento di Termoli. Nei prossimi giorni saranno decise le forme di una mobilitazione che ha l’obiettivo di chiedere ad Acc di sciogliere le riserve sulla costruzione della gigafactory, a Stellantis di rafforzare la attuale produzione di motori e al Governo di mantenere a disposizione di Termoli i fondi indispensabili al rilancio di un grande progetto industriale che salvaguardi l’attuale e la futura occupazione». Tutto questo mentre l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, usa la strategia che più l’ha contraddistinto da quando siede sullo scranno più alto del colosso dell’automotive: lo scarcabarile. Verso l’Europa e la mancanza di incentivi. «Sull’investimento di Acc per la Gigafactory di Termoli non abbiamo cambiato idea», ha provato a spiegare il manager portoghese, «è una situazione molto fluida che deve tenere conto anche del caos normativo in Europa. Aumenterò la capacità produttiva di batterie quando vedrò crescere le vendite di elettrico. Riprogrammeremo le tempistiche fino a quando sarà necessario. Spetta a me decidere quando l’aumento delle vendite di bev sarà sufficiente». E poi il cavallo di battaglia degli incentivi: «Quando le vendite di Bev in Europa saranno prevedibili», continua, «investiremo e lo faremo nei Paesi di riferimento, Italia e Germania, ma dipende dalle capacità dei governi europei. Noi stiamo facendo la nostra parte, i governi si stanno tirando indietro nel sostegno alla classe media...». Con queste premesse e il calo delle vendite delle elettriche che tutte le indagini di mercato danno in crescita anche nei prossimi mesi, aspettare il 2025 che capire il futuro della gigafactory di Termoli diventa addirittura superfluo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.