2024-09-27
Stellantis «rinvia» la Grande Panda e annulla i piani di riciclo elettrico
La «Grande Panda» durante la presentazione in Serbia (Ansa)
L’inizio della produzione era previsto per ottobre in Serbia, ma se ne riparla forse tra qualche mese. Il gruppo rompe l’intesa con i francesi di Orano per lavorare i rottami delle gigafactory.Alla presentazione di fine luglio c’erano, tra gli altri, il presidente serbo Aleksandar Vucic, il ceo di Stellantis Carlos Tavares e una bella fetta del governo balcanico. Tutti insieme festanti annunciavano la partenza a breve della produzione della Fiat Grande Panda a Kragujevac, città industriale a sud di Belgrado.L’evento aveva risvolti iconici, nelle intenzioni della multinazionale la nuova creatura dovrebbe ripercorrere i fasti di uno dei veicoli più popolari dell’allora Fiat, oltre che industriali importanti. Venivano prefigurate pesanti ricadute occupazionali in loco, anche perché la Panda vorrebbe essere la risposta italiana alle low cost (i prezzi oscilleranno tra i 19.000 e i 24.000 euro) che arrivano dalla Cina. Purtroppo sono bastate poche settimane per tornare a fare i conti con la realtà. Dalla Serbia infatti già si parla di impegni disattesi. E la prima «botta» arriverebbe dalla produzione: di partire a ottobre non se ne parla nemmeno. Così come la promessa di dare lavoro a 2.000 persone al momento sembra rientrare nel novero degli auspici irrealizzabili. Anzi. Si rincorrono le voci, come riporta il settimanale Radar, di un periodi «morti» per mancanza appunto di lavoro. E di produzione che se tutto va bene inizierà nel 2025. Dalla capogruppo nessuna conferma ma una serie di precisazioni. Per il management di Fca nessuno aveva detto che la produzione sarebbe iniziata a ottobre e tutto procede secondo i piani. È così? Il problema, l’Italia lo insegna, è che siamo pieni di dichiarazioni e mezze smentite del management di Stellantis, ma da mesi il numero degli stabilimenti europei del gruppo in fase di chiusura o di stallo è in costante aumento, così come quello del personale in cassa integrazione. Del resto, il rallentamento della produzione sarebbe una naturale conseguenza di quanto succede sul mercato. Il crollo delle vendite delle auto elettriche. E delle dichiarazioni dello stesso Tavares che di recente ha precisato: «Non investiamo in capacità che non possiamo usare, sarebbe un bagno di sangue: riteniamo che sia più giusto investire sulla base dell’andamento delle vendite nel mercato». E nella giornata di ieri abbiamo avuto un’altra dimostrazione plastica della linea aziendale. A pochi giorni di distanza dall’annuncio che molto probabilmente (siamo vicini alla certezza) la gigafactory di Termoli salterà, Stellantis ha accantonato anche il progetto di riciclaggio delle batterie dei veicoli elettrici in Francia. C’era un memorandum d’intesa siglato con la multinazionale francese Orano con l’obiettivo di creare una joint venture per riciclare i rottami provenienti dalle gigafactory europee e americane.Sarebbe stato un ulteriore passaggio della filiera dell’elettrica che i grandi produttori internazionali avevano ideato. Ma il problema è che quella filiera si è rotta nella testa (le auto non si vendono e l’Europa inizia a dare i primi evidenti segnali di ripensamento su target climatici relativi all’automotive) e di conseguenza pensare di arrivare fino alla coda, e quindi al riciclaggio di batterie, al momento sembra pura utopia. Giusto per chiarire di cosa parliamo. Nell’ambito del piano strategico 2030, Stellantis ipotizzava di raggiungere oltre 2 miliardi di euro di ricavi totali dall’economia circolare. Grazie a Orano, Stellantis avrebbe rafforzato «la sua posizione nella catena del valore delle batterie per veicoli elettrici, assicurandosi un ulteriore accesso al cobalto, al nichel e al litio necessari per l’elettrificazione e la transizione energetica». Questo veniva messo nero su bianco nel memorandum firmato esattamente un anno fa. Memorandum che adesso è carta straccia. Non esiste più. Il punto è il futuro e capire cosa succederà nel breve termine. Ci saranno sostanziali passi indietro sull’elettrico oppure si andrà avanti senza esitazione sui target di riduzione delle emissioni imposti dall’Unione Europea? Da questo punto di vista qualche indicazione arriva dal presidente di Stellantis John Elkann che ieri ha dialogato con il ceo di OpenAi, Sam Altman, in un incontro nell’ambito dell’Italian Tech Week in corso alle Ogr di Torino: «Quando sono in corso cambiamenti è importante restare saldi e capire quali sono le cose su cui concentrarsi. Per me lo scorso anno è durato come un decennio, ma non ho mai imparato così tanto». Per poi aggiungere: «Quando si ha un ruolo di leadership, bisogna rimanere focalizzati, perché alla fine bisogna tenere la barra dritta sulla direzione dell’azienda». Per Carlos Tavares la barra dovrebbe restare dritta sull’elettrico senza esitazioni, ma si tratta di quello stesso Tavares che pare possa essere sostituito tra non molto tempo per i fallimentari risultati della sua strategia sull’auto elettrica.
Chicco Testa (Imagoeconomica)