2025-01-15
«Stato poliziesco»? Solo per i tifosi di Musk
Il piddino Andrea Orlando vede una congiura dei giornali di destra per spianare la strada alla repressione. Che scatta non per chi picchia gli agenti, bensì per un gruppo di «estremisti» che ha esposto slogan contro le «toghe rosse». Chiedendo a Sergio Mattarella di «tacere».I frutti avvelenati dell’ondata di disprezzo per le divise, montata sulla scia del caso Ramy, stanno maturando. Al Viminale temono che qualcuno stia perseguendo una «strategia di ricerca dell’incidente per creare elementi di destabilizzazione del quadro politico» (parole di Matteo Piantedosi). I servizi - riferisce Avvenire - fiutano lo zampino degli anarco-insurrezionalisti, che sfruttano qualunque pretesto, da Gaza alla morte del diciannovenne egiziano a Milano, pur di colpire le forze dell’ordine. E il governo prova a reagire, con il decreto Sicurezza e con altri interventi normativi a favore degli agenti che finiscono sotto inchiesta per motivi di servizio. Il Partito democratico, invece, sente puzza di marcio. Non nelle piazze dove si feriscono i poliziotti. Nemmeno nelle periferie preda dei maranza. No. L’emergenza sarebbero le presunte «prove generali per uno Stato di polizia».Ne ha scritto ieri, su X, Andrea Orlando, già Guardasigilli, già candidato perdente in Regione Liguria. E soprattutto, già esplicito nell’inquadrare il proprio ordine di priorità, allorché si recò in carcere a visitare l’anarchico Alfredo Cospito, relegato al 41 bis per aver gambizzato un dirigente della Ansaldo nucleare. Secondo l’esponente dem, al fantomatico complotto dalle venature tiranniche starebbe collaborando pure un pezzo di stampa: «I giornali di destra preparano il terreno», ha denunciato, paventando il contributo di «ex politici e intellettuali già (sedicenti) di sinistra».Sembra che Orlando abbia confuso due concetti diversi. Lo Stato di polizia fu, in realtà, una tappa evolutiva importante nella storia delle istituzioni: dall’assolutismo della prima età moderna, si passò in quel modo a un ordinamento che promuoveva gli interessi e il benessere dei sudditi, anche se mancavano ancora welfare e giustizia sociale. Semmai, l’ex ministro della Giustizia avrebbe dovuto parlare di Stato «poliziesco». Curioso, comunque, che se ne preoccupi adesso: il suo partito, per due anni, ha fatto parte di un governo che spadroneggiava a colpi di dpcm, lockdown, green pass, con multe e idranti per chi disobbediva.Sottigliezze terminologiche a parte, è improbabile che Giorgia Meloni stia tramando per instaurare una distopia orwelliana. Ma se qualche elemento di repressione lo vogliamo trovare a qualunque costo, ci conviene cercarlo altrove. Magari, tra i giudici che si stanno prodigando in difesa della loro categoria, nonché del prestigio del Quirinale.È in questo contesto che è maturata un’indagine a carico dei pericolosissimi attivisti dei gruppi Etruria 14 e Movimento nazionale-La rete dei patrioti. Ignorate chi siano? Lo ignoravamo anche noi. Eppure, a essi vengono contestati i reati di oltraggio e minaccia a corpo giudiziario e di offesa all’onore del presidente della Repubblica. A novembre, infatti, i sediziosi in odore di fascismo - Etruria 14 ha appena deposto una corona di fiori per commemorare il segretario del Fascio di Prato - avevano osato esibire, davanti ai tribunali di Prato, Firenze, Lucca e Pistoia, uno striscione. Sapete qual era il motto intimidatorio? «Elon Musk ha ragione: toghe rosse andatevene!». Clamoroso, eh? Erano i giorni della polemica tra il miliardario statunitense e Sergio Mattarella: il tycoon aveva twittato contro i giudici di Roma, che non avevano convalidato il trattenimento di alcuni migranti nel Cpr in Albania; il Colle era sceso in campo per sostenere l’autonomia della magistratura. I ribelli, dunque, avevano immortalato l’impresa in una serie di immagini che ritraevano ora quattro, ora tre, ora due gerarchi incappucciati, davanti ai palazzi di giustizia peraltro chiusi, perché le foto erano state scattate di sera. L’album, caricato su Facebook, era accompagnato da un post che gli inquirenti hanno considerato «offensivo e oltraggioso» nei confronti di Mattarella. Ma che a essere onesti, per qualità di scrittura e tenore di argomenti, avrebbe potuto trovare ospitalità su uno dei «giornali di destra» desiderosi, stando a Orlando, di una svolta autoritaria. Sorvoliamo, onde evitarci perquisizioni e incriminazioni. La falange nera, in ogni caso, si è spinta troppo oltre. Si è permessa di intimare: «Tacciano Mattarella e i magistrati». Le Procure presso i tribunali di Firenze, Lucca, Pistoia e Prato, che hanno agito in coordinamento per sgominare la banda di facinorosi, hanno interpretato quello che pare un auspicio come una minaccia. D’altronde, l’iniziativa dei movimenti di estrema destra «è risultata correlata alle dichiarazioni del magnate americano Elon Musk». Capirai: il delitto perfetto.Chissà cosa scoprirebbero i pm, spulciando le attività dei collettivi. Compresi quelli che, alle manifestazioni, oltre a picchiare gli uomini in divisa, bruciano le immagini della Meloni o di Matteo Salvini. Finché il centrodestra non instaurerà lo «Stato di polizia» di Orlando, i reati da reprimere d’urgenza rimarranno altri. Tipo dare ragione a Elon Musk.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.