
Dai media alla politica, c’è una campagna in corso che racconta un Paese senza un euro in tasca, taglieggiato dagli odiati balneari. Anche se i dati della stagione (e la stessa «rossa» Emilia-Romagna) dicono il contrario. Mesi e mesi a tromboneggiare di overtourism. Sciami di turisti che prenderebbero d’assalto le nostre città d’arte e le più rinomate località turistiche. Poi all’improvviso, contrordine compagni. La narrazione cambia. L’ordine di scuderia non è più lo stesso. Ora le spiagge sono vuote. Perché con il governo Meloni tutta l’Italia è più povera; che non lo sai! Niente vacanze perché non c’è un euro in tasca. Quindi non è vero che i balneari fanno affari d’oro, giusto? No, tutt’altro. I balneari strozzano la clientela. Serve la Bolkestein per mettere all’asta le concessioni. Ma non mi torna qualcosa. Se gli ombrelloni costano un occhio della testa ora che le concessioni, secondo la vulgata eurolirica, sono svendute agli attuali stabilimenti, come faranno domani a costare di meno se le concessioni saranno strapagate? Ma che non lo sai i balneari sono soliti lamentarsi. Nel frattempo, zitta zitta ma non troppo, una società fortemente capitalizzata con mezzi propri e sede a Milano - operante nel settore dei beach resort - starebbe bussando alla porta degli stabilimenti balneari della Versilia per mezzo di alcuni legali. Una mail inviata a un centinaio di imprenditori sparsi fra Camaiore, Viareggio e Forte dei Marmi. Nella comunicazione non si va troppo per il sottile e si propone «modalità di acquisto con valori di piena soddisfazione, nel pieno rispetto dei dettami della direttiva Bolkestein». Per carità, in un’economia di mercato c’è chi si offre di acquistare a qualcuno che potrebbe voler vendere. O che magari è costretto a vendere, vista la narrazione impazzita di questi giorni. Sul lato dell’informazione, infatti, abbiamo Dagospia, che riassume la situazione con il suo solito stile: «L’amara realtà di un Paese impoverito: il 30% delle famiglie con figli non si può permettere neppure un giorno di villeggiatura». E per carità, sul fatto che l’Italia sia piagata da una devastante epidemia di povertà, non c’è molto da discutere. Da quando l’Istat conta gli italiani in povertà assoluta (vale a dire dal 2006) questi sono aumentati da 2,3 a 5,7 milioni. Solo che la Meloni con questo fenomeno c’entra ben poco se non, magari, per non avere fatto quanto necessario per invertire la tendenza. Cosa non semplicissima dentro la gabbia delle regole europee. Ma sarà tema di legge di bilancio. Intanto andrebbe ricordato che il dato del 30% cui fa riferimento Dagospia deriva da Eurostat. Che riporta come questa percentuale fosse pari al 50% nel 2012 mentre Monti stava salvando il Paese a suon di tasse e lacrime (della Fornero). La narrazione apocalittica e a senso unico, ad ogni modo, crolla miseramente andando a vedere come stanno andando veramente le cose sulle nostre coste. Ascoltando, ad esempio, cosa dice la «rossa» Emilia-Romagna, che di sicuro non ha interesse a difendere l’esecutivo di centrodestra (il quale sbandiera numeri che la stampa non riprende: ad esempio i 152 milioni di visitatori nei luoghi della cultura, per un valore economico di 223 miliardi). «In Romagna si prevedono presenze e arrivi turistici con numeri allo stesso livello dello scorso anno», afferma l’assessore regionale al Turismo, Roberta Frisoni. «I segnali risultano positivi lungo tutta la costa. La nostra Riviera si conferma anche nel mese di agosto tra le destinazioni più competitive e ricercate dagli italiani e dagli stranieri». Parole che fanno a pugni con le paginate dei principali quotidiani che - guarda caso dall’oggi al domani e perfettamente all’unisono - da giorni descrivono le spiagge come deserti africani. E - a volte, le coincidenze - la stessa campagna di comunicazione è in corso anche sui media spagnoli, Abc ed El Mundo in prima linea, in un Paese con un governo di colore diverso, ma con un contesto simile (e poco gradito a Bruxelles) quando si parla di sdraio e ombrelloni. A pensare a un’unica regia europea si fa peccato. Ma non è finita. «Abbiamo un trend in discesa nella presenza delle nostre spiagge. Ma non certo come viene raccontato dai media», sottolinea Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari. I dati del Viminale intanto parlano per il mese di agosto di una forte «crescita di turisti nelle strutture ricettive del Belpaese». Lo confermano i numeri contenuti nella banca dati «alloggiati Web» che l’Ansa pubblica in anteprima. A giugno gli arrivi sono stati 21.680.741 contro i 19.660.297 del 2024 (+10,42%). A luglio sono stati 23.997.082, a fronte dei 22.951.500 dell’anno scorso (+4,5%). «Nei soli primi 11 giorni di questo mese - dunque senza conteggiare il prossimo weekend di Ferragosto - si sono toccati i 7.944.282 turisti registrati in crescita del 13,1% rispetto ai 7.021.408 dell’analogo periodo del 2024». Il settore del turismo sembrerebbe quindi tenere botta nel complesso. Ma all’opposizione la realtà non sembra interessare. «Il governo dovrebbe approvare il salario minimo», ripete come un disco rotto Elly Schlein . I suoi alleati invece hanno già la ricetta che risolverà tutti i mali del Paese. «L’estate 2025 sarà ricordata come una delle più care», dichiara il senatore a 5 stelle Mario Turco, «chiediamo che il governo apra subito il mercato delle concessioni balneari, in linea con la direttiva europea». Perfettamente allineato anche il numero uno di +Europa, Riccardo Magi: «Si prenda atto che il modello è fallito, si apra alle gare come prevede la legge Bolkestein e si metta fine al regime delle proroghe». Occhio quindi a quelli che hanno la soluzione in tasca. Probabilmente sono gli stessi che, seminando il panico, hanno creato il problema.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Cinquant’anni fa uscì la prima critica gastronomica del futuro terrore dei ristoratori. Che iniziò come giornalista di omicidi e rapine di cui faceva cronaca sul «Corriere d’informazione». Poi la svolta. Che gli procurò una condanna a morte da parte del boss Turatello.
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
Mauro Micillo: «Le iniziative avviate dall’amministrazione americana in ambiti strategici come infrastrutture e intelligenza artificiale offrono nuove opportunità di investimento». Un ponte anche per il made in Italy.
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)
All’ex procuratore devono essere restituiti cellulari, tablet, hard disk, computer: non le vecchie agende datate 2017 e 2023. E sulla Squadretta spunta una «famiglia Sempio».