2021-07-04
Spese pazze e immobili all’estero. A processo Becciu e la sua «dama»
Il cardinale definì «porci» gli inquirenti quando seppe delle domande sulla sedicente donna dei Servizi Imputato pure l'ex presidente dell'antiriciclaggio del Vaticano. L'affare fallimentare di Sloane AvenueFiniscono a processo gli investimenti finanziari della Segreteria di Stato del cardinale Angelo Becciu. Con un decreto pubblicato ieri dal Vaticano, vengono citate a giudizio 10 persone e 4 società. La prima udienza è prevista per il 27 luglio, davanti al tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone. E il processo permetterà di capire se davvero tra il 2014 e il 2020 ci sia stato uno spreco dei fondi dell'Obolo di San Pietro, in operazioni immobiliari fallimentari come il palazzo di Sloane Avenue a Londra (350 milioni di euro), in quelle del fondo Centurion e nel petrolio in Angola, per la birra dei fratelli Becciu (centinaia di migliaia di euro) o ancora in borse di Prada e negozi di lusso. Le 488 pagine firmate dal promotore di giustizia Gian Piero Milano e dall'aggiunto Alessandro Diddi sono un affresco inquietante di quello che era già emerso negli ultimi mesi, dopo gli arresti e le prime indagini oltre le mura di San Pietro. Alla sbarra finisce lo stesso Becciu che non dovrà rispondere solo di peculato e abuso d'ufficio. Ai due reati già noti si è aggiunta anche la subornazione. Avrebbe infatti tentato di far ritrattare a monsignor Alberto Perlasca le dichiarazioni rese agli inquirenti vaticani facendo leva sull'autorità del suo superiore, il vescovo di Como Oscar Cantoni. L'ex sostituto ieri si è difeso: «Sono vittima di una macchinazione, dimostrerò la mia innocenza». Oltre a lui finiscono a giudizio anche l'ex numero uno dell'Aif (antiriciclaggio) René Brülhart, monsignor Mauro Carlino, i finanzieri Enrico Crasso, Raffaele Mincione, Tommaso Di Ruzza, Nicola Squillace, Fabrizio Tirabassi e Gianluigi Torzi, infine la sedicente 007 Cecilia Marogna. Sono tutti accusati a vario titolo dei reati di reati di peculato, corruzione, estorsione, riciclaggio, appropriazione indebita, autoriciclaggio, truffa e abuso d'ufficio. Sotto la lente del Vaticano finiscono anche le società di Crasso Hp Finance, Prestige Family e Sogenel Capital Investment. Sotto indagine c'è anche la Logsic Humanitarne Dejavnosti, società slovena riferibile invece a Marogna. È stato Perlasca a raccontare delle «gravissime pressioni ricevute», da Becciu negli ultimi mesi. Ma il monsignore ha raccontato anche «dell'atteggiamento di profondo disprezzo nutrito» dallo stesso Becciu nei confronti dei magistrati vaticani. L'ex numero uno della Segreteria di Stato avrebbe definito Diddi e Milano dei «porci», questo dopo aver saputo che durante gli interrogatori avevano fatto cenno alla vicenda Marogna. Perlasca ai magistrati ha raccontato molto sui rapporti tra Becciu e la donna nata a Cagliari nel 1981. La posizione di quella che nelle carte viene definita «sedicente esperta di geopolitica» è analizzata in ogni suo aspetto. In mano ai promotori di giustizia ci sono anche le registrazioni del sistema di videosorveglianza vaticana, del 16 e 17 settembre 2020. Quel giorno Marogna si intrattiene nel palazzo del Sant'Uffizio, ove è ubicato l'appartamento del cardinale, dalle ore 19.18 del 16 alle 16.18 del 17. E «l'atteggiamento della donna ripresa nel momento in cui faceva ingresso nel palazzo con una valigia» fa intendere un rapporto «consolidato tra lei e il cardinale», nonostante Perlasca avesse 5 mesi prima informato Becciu dei sospetti degli inquirenti. Le accuse contro Marogna non finiscono qui. Tutto ruota intorno alla società slovena Logisic dove sarebbero transitati i 500.000 euro poi dilapidati in negozi di lusso, alberghi e ristoranti. I promotori contestano alla donna anche di non aver voluto chiarire la sua posizione di fronte alla giustizia vaticana. E che anzi avrebbe preferito parlare alla trasmissione Report del 12 aprile di quest'anno dove ha raccontato di aver svolto attività di intelligence su incarico della segreteria di Stato e dello stesso Becciu. A precisa domanda il cardinale ha opposto gli arcani imperii, cioè i segreti di Stato. Ma a parte il fatto che la donna «abbia ritenuto di poter candidamente affermare dinanzi a una televisione di svolgere attività di mediazione nei sequestri di persona, che in Italia sono vietate dalla legge, resta difficile immaginare che effettivamente Marogna abbia dovuto spendere così tante somme di denaro in generi di lusso per liberare ostaggi nelle mani di pericolosissime bande criminali internazionali»
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)