2022-07-16
Speranza si vergogna del giudice che pone rimedio ai suoi disastri
Dopo le balle e il silenzio sulla fallimentare gestione della pandemia, il titolare della Salute si esprime sul reintegro della psicologa non vaccinata: «Sentenza vergognosa». Un’ingerenza inaccettabile, in vista del giudizio sul ricorso, nel silenzio totale dell’Anm.Nei mesi passati, soprattutto nel pieno dell’emergenza Covid, Roberto Speranza non parlava con grande facilità. Si concedeva, ogni tanto, qualche apparizione da Fabio Fazio, dove gli veniva consentito di pontificare liberamente, in assenza di domande fastidiose. Per il resto, era raro sentirlo commentare le decisioni dei tribunali, in particolare quelle che obbligavano il suo ministero a consegnare documenti relativi al piano pandemico mancante. Oggi, invece, scopriamo che il ministro si diverte a commentare le carte che escono dalle aule. Pensate, è proprio la stessa persona che nel 2018 scriveva: «Le sentenze per me non si commentano. Si rispettano sempre. Quel che è certo è che nessuno può sentirsi al di sopra della legge per le funzioni che ricopre o il consenso che ha. Si chiama democrazia».Che cosa è cambiato nel frattempo? Facile: è successo che un giudice abbia dato ragione a una psicologa non vaccinata, consentendole di tornare al lavoro. Il Tribunale ordinario di Firenze (seconda sezione civile) ha emesso qualche giorno fa una ordinanza cautelare, firmata dal giudice Susanna Zanda, sul caso di una professionista che nell’ottobre del 2021 è stata sospesa dall’Ordine degli psicologi della Toscana in quanto non vaccinata. Il testo stabilisce che la psicologa possa riprendere l’attività professionale anche senza sottoporsi «al trattamento iniettivo» e che possa operare «in qualunque modalità (sia in presenza che da remoto) alla stessa stregua dei colleghi vaccinati».Questa decisione ha suscitato - prevedibilmente - l’immediata opposizione dell’Ordine degli psicologi, che ha deciso (come nel suo diritto) di presentare reclamo. Meno scontata era la presa di posizione dell’Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Firenze, che si è sentito in dovere di esprimere «totale solidarietà». Secondo i medici, «la vaccinazione è un obbligo morale degli esercenti le professioni sanitarie», dunque «non ci sono e non ci devono essere eccezioni». Parole analoghe sono giunte da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici. Curioso: gli ordini professionali, che si dovrebbero preoccupare di tutelare i propri iscritti, si fanno sentire soltanto quando si tratta di privarli della possibilità di lavorare, mentre se ne restano abbastanza in disparte quando c’è da consentire ai guariti di riprendere l’attività.Questo atteggiamento surreale sembra essere pienamente condiviso da Roberto Speranza. Il quale giovedì sera, su La7, si è lasciato andare a valutazioni piuttosto ruvide. «Per cultura politica rispetto sempre il lavoro dei magistrati», ha detto, «ma questa sentenza è assolutamente irricevibile e priva di ogni evidenza scientifica. È una sentenza di cui dobbiamo vergognarci».Capito? Il ministro non deve vergognarsi di aver raccontato balle sul piano pandemico mancante; di aver mentito sulla triste vicenda di Francesco Zambon; di aver fatto ritirare il libro in cui diceva che saremmo usciti dal Covid a testa alta anni fa; di aver contribuito a far perdere il lavoro a una marea di italiani sani; di aver imposto restrizioni inaudite in tutte le nazioni civili; di aver accumulato errori su errori su errori per tutta la durata della pandemia. No, egli sente di doversi vergognare di una sentenza che restituisce a una psicologa perfettamente in salute - dopo oltre otto mesi - di avere uno stipendio e di esercitare la sua attività a beneficio di chi soffre. E ha pure il fegato di parlare di assenza di «evidenze scientifiche» nel documento del tribunale. Proprio lui, che della scienza ha fatto strame dal primo giorno, sostituendola con la manipolazione e il pensiero magico... L’evidenza scientifica negava decisamente l’utilità del green pass: Speranza lo ha forse sospeso? Certo che no. Ma adesso viene a menarci il torrone: non sia mai che la «psicologa no vax» non sia sufficientemente punita!Giova ricordare, al fine di essere ancora più precisi, quanto sia allucinante la mannaia che colpisce i professionisti della mente. A quanti hanno scelto di non vaccinarsi, è negata persino la possibilità di lavorare a distanza, cioè di effettuare sedute online. Nei primi mesi della pandemia, e ancor di più durante i lockdown, praticamente tutti gli psicologi seguivano i pazienti via computer. Ma da quando sono arrivati il vaccino e il green pass, a molti è stato impedito di farlo per una ragione priva di fondamenti scientifici.Che oggi a una dottoressa vengano restituiti il lavoro e la dignità, in ogni caso, per Speranza è una offesa intollerabile. A tale proposito, ci sono alcuni particolari che forse vale la pena notare. Innanzitutto, quella del Tribunale di Firenze non è una sentenza, bensì una ordinanza cautelare (cosa che il ministro dovrebbe sapere). Significa che entro venti giorni dall’emissione, può essere contestata dall’altra parte in causa (come in effetti avvenuto). Dunque a breve un altro giudice dovrà esprimersi sul caso, e ci chiediamo se sarà veramente in grado di fare il suo lavoro con serenità, vista la pressione esercitata dal ministro e dagli ordini professionali. Vi sembra opportuno che alti esponenti delle istituzioni facciano dichiarazioni così pesanti, con la possibilità di influenzare il corso della giustizia? E poi: l’Associazione nazionale magistrati non ha niente da dire sulle uscite di Speranza? Per molto meno, l’Anm ha fatto sentire con potenza la propria voce, ora invece sta zitta? Accetta senza fiatare che il lavoro di un giudice venga definito vergognoso? Si vede che il vaccino fa proprio miracoli…Comunque sia, già che si è disturbato a commentare, il caro Speranza poteva anche prendersi la briga di andare più a fondo, e di provare smentire ciò che il giudice scrive nero su bianco. Non c’è dubbio: la dottoressa Zanda ha usato toni molto forti, ha tirato in ballo il nazismo, ha parlato dei possibili effetti avversi dei vaccini (che - piaccia o no al ministero - esistono). Poi ha toccato alcuni punti su cui sarebbe estremamente interessante sentire l’opinione dei politici. Ne citiamo soltanto uno, quello relativo al famoso dl 44/21 sull’obbligo vaccinale. Il giudice di Firenze scrive che «il diritto al lavoro, acquisito per nascita in base all’articolo 4 della Costituzione, viene inammissibilmente concesso dall’ordine di appartenenza, previa sottoposizione a un trattamento iniettivo contro Sars Cov 2, in base al D.L. 44/21. […] Tale decreto convertito in legge si propone lo scopo di impedire la malattia e assicurare condizioni di sicurezza in ambito sanitario». Ma in effetti, come si afferma nell’ordinanza, «questo scopo è irraggiungibile, come si evince dagli stessi report Aifa e da quelli di istituti di vigilanza europei che riportano un fenomeno opposto a quello che si voleva raggiungere con la vaccinazione, ovvero un dilagare del contagio con la formazione di molteplici varianti virali».Ecco il cuore del problema. Il giudice toscano ha usato parole forti? Può darsi, ma quante volte accade senza che la politica si scomponga? E soprattutto: qualcuno, al ministero della Salute, può smentire ciò che la dottoressa Zanda ha scritto riguardo all’obbligo? Il green pass e le relative restrizioni sono state introdotte con la promessa che avrebbero garantito la sicurezza sui luoghi di lavoro, ma evidentemente tale promessa non è possibile mantenerla. Anzi, le realtà si è mossa in direzione clamorosamente opposta. Eppure medici e sanitari sono ancora impiccati al decreto menzognero, sani e guariti compresi. Forse è su questi aspetti non irrilevanti che il ministro si dovrebbe esprimere, non trovate? Però, sul punto, glissa.Ovvio: Speranza è liberissimo di dire ciò che vuole. Ma se proprio gli serve una ragione per vergognarsi, è inutile che si attacchi alle ordinanze: può trovare tutto il materiale che vuole semplicemente guardandosi allo specchio.