2021-11-02
Speranza ci impone l’emergenza continua
Il ministro vuole prolungare le regole straordinarie che dovrebbero decadere il 31 dicembre. La sinistra lo appoggia dicendo che anche la Francia segue la stessa linea. Ma Oltralpe con l'80% di vaccinati (qui già raggiunti) le restrizioni spariranno.«Il Senato francese approva l'estensione del green pass». Questo è ciò che titolavano ieri i principali siti d'informazione italiani. Notizia che, immaginiamo, ha consentito domenica sera all'europarlamentare del Pd, Alessandra Moretti, di dire in tv che tutti i Paesi europei ci copiano. Sì, secondo l'onorevole, l'Italia è d'esempio nella Ue e forse anche nel mondo, perché prima di altri ha deciso di introdurre il certificato verde e ha posto divieti - perfino sui luoghi di lavoro - a chi non ne risulti in possesso. Peccato che la realtà sia molto diversa e la prova è fornita proprio dalla decisione presa dal Senato transalpino, dove si è adottato un disegno di legge sulla vigilanza sanitaria, ma con molte differenze rispetto alle norme in vigore in Italia.Un esempio? Beh, il primo che ci viene in mente è la percentuale di vaccinati che fa decadere l'obbligo di presentazione del passaporto vaccinale. Il Parlamento francese ha infatti stabilito che, in un dipartimento, una volta raggiunto un tasso dell'80 per cento di immunizzati non sarà più richiesto il tesserino sanitario. Tanto per intenderci, significa che il green pass sarebbe già decaduto nella maggioranza delle regioni italiane, fatta eccezione per Sicilia, Calabria, Valle d'Aosta e provincia di Bolzano, dove la percentuale è ancora sotto la soglia fissata da Parigi. Da noi ci sono regioni come Lombardia, Toscana, Emilia, Lazio e Puglia che hanno da tempo superato l'85 per cento di vaccinati e, se si contasse anche la prima dose, sfiorerebbero il 90 per cento. Del resto, in Italia la media di persone completamente vaccinate è di poco sotto all'83 per cento, a cui si deve aggiungere un altro 2,8 per cento di italiani che hanno ricevuto una sola iniezione. In definitiva, oggi solo il 13 per cento della popolazione maggiore di 12 anni risulta non essersi ancora sottoposta all'inoculazione. Ne risulta che, se fosse in vigore una tessera sanitaria come quella approvata in Francia, oggi tutti sarebbero liberi dall'obbligo.Ma a fare la differenza non è solo il tetto, legato al tasso di vaccinazione, bensì una serie di altre clausole che lasciano molto più liberi i francesi di quanto non siano gli italiani. Tanto per cominciare il green pass non serve per i minori, «che possono continuare a praticare un'attività fisica e sportiva all'interno di un'associazione o di una società senza dover presentare alcuna tessera sanitaria». Non solo, le nuove norme introducono la possibilità di effettuare un auto test sotto la supervisione di un professionista sanitario e questo basta per «beneficiare del pass sanitario». In pratica, chiunque potrebbe farsi un tampone (come succede già in molti Paesi stranieri, a cominciare dalla Gran Bretagna), facendosi assistere da un infermiere o consegnandolo poi a un centro specializzato (come accade in Inghilterra). Da noi non solo non è possibile l'autotest, ma si fa di tutto per complicare le cose, in modo che le persone non vaccinate si rassegnino a offrire il braccio alla patria (del resto, i renitenti al vaccino sono chiamati disertori), senza cercare soluzioni alternative come il tampone ogni due giorni.Aggiungete poi che quella presentata dai siti come una estensione del green pass, in Francia esclude espressamente dall'obbligo vaccinale il personale che si occupa dell'accoglienza e dell'assistenza dei bambini in tenera età, a meno che non si tratti di un professionista sanitario. Come dire che solo gli infermieri e i medici sono tenuti ad avere il green pass. Ma mentre i nostri cugini fissano dei paletti, a garanzia del rispetto delle libertà dei cittadini, il ministro della Sanità, ossia Roberto Speranza, un nome che è già una garanzia, ha tranquillamente annunciato l'estensione dello stato di emergenza e dunque la prosecuzione dell'obbligo di possedere il certificato verde per poter lavorare e per accedere ai luoghi pubblici. L'ex assessore all'urbanistica di Potenza, diventato per colpa di Giuseppe Conte, di Massimo D'Alema e di Pier Luigi Bersani, cioè della solita compagnia di giro della sinistra, l'uomo che ha in mano la salute degli italiani, non ha legato la prosecuzione delle misure straordinarie a un qualche obiettivo. No, nessun tasso dell'80 per cento, che peraltro abbiamo già raggiunto, e nemmeno del 90. Forse, spaventato dalle notizie che arrivano dall'Irlanda (nonostante sia il Paese con la più alta copertura vaccinale, ha visto tornare a crescere i contagi) o dalle Isole Faroe (altro posto dove il siero è stato somministrato alla quasi totalità della popolazione, ma questo non ha impedito la comparsa di focolai), Speranza pensa a un altro giro di vite, prendendo magari esempio dall'Austria, dove si sta pensando a un lockdown solo per i non vaccinati. Del resto, il prefetto di Trieste ieri ha vietato ogni manifestazione dei no vax, provvedimento che potrebbe presto essere esteso ad altre città. Perché i rave con sballo e droga in questo Paese sono permessi, ma contestare il certificato verde proprio non si può: si rischiano le manette. Insomma, siamo un Paese libero, dove la libertà però è condizionata dal green pass.