2023-09-29
Speculazioni con l’obolo di S. Pietro: «Becciu & C. rimborsino 177 milioni»
Il cardinale Angelo Becciu (Imagoeconomica)
Paola Severino, legale della segreteria di Stato, ha chiesto i danni per il palazzo a Londra.Dopo la pausa estiva, il processo in corso davanti al Tribunale Vaticano sul palazzo di Sloane avenue a Londra (legato alla gestione dei fondi della Segreteria di Stato ), che vede come principale imputato il cardinale Angelo Becciu, ex numero due della Segreteria di Stato, procede a ritmo serrato. Queste settimana sono state infatti calendarizzate tre udienze in tre giorni, per le requisitorie delle parti civili. A luglio, prima delle vacanza, il promotore di giustizia del Vaticano, Alessandro Diddi aveva chiesto per Becciu una pena di sette anni e tre mesi di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa. Complessivamente per i 10 imputati Diddi ha chiesto pene per 73 anni di carcere. Le udienze sono riprese mercoledì scorso, con la requisitoria del legale dello Ior, Roberto Lipari. Il difensore della banca vaticana, che ha condiviso le richieste di condanna dell’accusa, ha chiesto «la restituzione di quanto illecitamente sottratto» alle finalità del Papa, e il risarcimento dei danni morali e reputazionali allo Ior. Secondo Lipari, alcuni degli imputati legati alla Segreteria di Stato, da monsignor Mauro Carlino a Fabrizio Tirabassi «guardavano allo Ior come un bancomat, che doveva sempre rispondere positivamente alle loro richieste». Nell’udienza di ieri a prendere la parola è stato invece il legale della Segreteria di Stato, Paola Severino. Il suo intervento in aula è partito dalla efficace ricostruzione. «tutta basata sugli atti» delle «gravi condotte» e architetture finanziarie poste in essere prima dell’affaire del palazzo londinese di Sloane Avenue. A partire, quindi, dalla proposta di investimento su pozzi di petrolio in Angola, avanzata nel 2014 da Becciu su spinta dell’imprenditore Antonio Mosquito, sua vecchia conoscenza. Investimento mai realizzato ma che rappresenta un cambio di rotta rispetto alle operazioni del passato, «caratterizzate da basso profilo di rischio». Soprattutto, secondo la Severino, quello «rappresenta il momento dell’ingresso dei mercanti del tempio, ampiamente accompagnato e acconsentito da Sua Eminenza Becciu». Al termine del suo intervento il difensore della Segreteria di Stato ha chiesto che gli imputati siano condannati al risarcimento dei «gravissimi danni» morali e reputazionali, che ha quantificato in 177 milioni e 818.000 euro. Una somma enorme, che l’ex Guardasigilli ha motivato parlando di «un’ampiezza nella lesione dell’immagine della Segreteria di Stato che una nostra consulenza tecnica, fatta da una società estera, ha valutato tra i 97 milioni e i 177 milioni di euro, con una media di 138 milioni di euro, tra i valori più alti mai determinati per un danno d’immagine». All’atto della richiesta, la Severino ha stabilito la richiesta di danno patrimoniale nel massimo indicato dalla perizia, mentre il valore più basso della «forbice» ha determinato al richiesta della provvisionale che gli imputati dovrebbero versare immediatamente all’atto dell’eventuale condanna di primo grado, pari a 98 milioni 473.000 euro. La richiesta del legale della Segreteria di Stato prevede anche che la sospensione condizionale della pena sia subordinata al pagamento del risarcimento. I legali di Becciu, Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione hanno commentato le cifre echeggiate ieri nell’aula polifunzionale dei Musei Vaticani con una nota: «Le richieste di risarcimento del danno avanzate dalle parti civili e, tra queste, dalla Segreteria di Stato, sono in linea con il ruolo dalle stesse tipicamente svolto nei processi. Ma il cardinale Becciu non ha commesso alcun reato e conseguentemente non ha arrecato alcun danno». Oggi a prendere la parola saranno i legali dell’Asif (Autorità di supervisione e informazione finanziaria) e dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica). A questi ultimi spetta il compito di quantificare e chiedere i danni patrimoniali. Quasi certamente un’altra cifra da fare tremare i polsi. Dal 5 ottobre al 6 dicembre, in quindici udienze, la parola passerà ai difensori degli imputati, poi arriverà la sentenza.
Era il più veloce di tutti gli altri aeroplani ma anche il più brutto. Il suo segreto? Che era esso stesso un segreto. E lo rimase fino agli anni Settanta