2021-12-24
Corsa all'ultimo regalo? Ecco le specialità italiane da mettere sotto l'albero
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Il Culatello di Zibello di Spigaroli (iStock)
Siete rimasti a corto di regali? Niente paura con una proposta gastronomica anche all’ultimo minuto si fanno felici gli amici. Ecco una minima rassegna delle migliori specialità italiane.Ecco alcune regole per apparecchiare al meglio sia per il cenone che per Natale. I consiglio di tre esperte che ci invitano ad arredare la tavola per consolidare l’atmosfera familiare e di amicizia.Lo speciale contiene due articoli.Siete rimasti senza regalo. Niente paura si possono fare gustosissimi doni di Natale attingendo all’ultimo minuto dalla dispensa Italia. Ecco qui un giro delle regioni alla ricerca del regalo gustoso e non troppo costoso. Ma ancora una volta lontano dai luoghi comuni. Partiamo.Valle d’Aosta - Da queste montagne due prodotti eccezionali. La fontina non può mancare una molto buona è quella della Società agricola frères Pinet - Alpeggio Chatellard di Tognon. Un’ altra specialità è sicuramente il lardo di Arnad. Da provare quello Maison Bertolin – Arnad località Champagnolaz, 10 .Piemonte - Non si può prescindere dai gianduiotti, i cioccolatini alle nocciole più golosi del mondo. Da provare quelli di Guido Castagna a Giaveno. Un altro must della piemontesità è il Vermouth. Una bottiglia da tenere in conto è sicuramente lo storico Veurmout di Torino Cocchi. Ultimo ma non ultimo il riso che nel caso di Riso Buono di Calbeltrame diventa un gioiello.Lombardia - Potremmo fare un sorta di lussuria e golosità. IL prodotto più esclusivo lombardo è sicuramente il caviale. Imperdibile quello di Calvisius (Calvisano) di Moretti (Bellavista ma si vende solo in abbinamento ad uno dei grandi spumanti di Vittorio Moretti) o di Royal Food Caviar sempre di Calvisano. Quasi per un contrappasso da non perdere sono il salame di Oca di Corte dell’oca di Mortara e il Gorgonzola di Arioli a Ozzero.Veneto - Un panettone, dei biscotti, il pandoro vestiti con confezioni di stile e glamour si trovano da Dario Loison a Costabissara nel vicentino. Un prodotto unico sono le ostriche rose del Delta del Po. Si trovano a Porto Tolle e vengono coltivate nella sacca degli Scardovari.Friuli Venezia Giulia - Un prosciutto da sogno è quello di D’Osvaldo che si fa a Cormons. Leggermente affumicato è una chicca gastronomica. Sempre dal Nordest come non farsi tentare dalla Gubana de La Giuditta Teresa di San Pietro al Natisone. E poi un distillato che ha segnato un'epoca, il Maraschino Luxardo che proprio quest’anno compie il secolo di vita da Trieste.Trentino-Alto Adige - Un’esplosione di sapore è senza dubbio il wrustel. Ma quale? Per provarli tutti a partire dal Meraner si può bussare alla porta di Thomas Schrott a Bolzano. Una orma che fa stare in forma è quella del Trentingrana, ne fa di ottimo il caseificio sociale della Presanella.Liguria - Un dono davvero gustoso sono le olive taggiasche di Raineri e poi un dolcetto senza tempo ma buonissimo l’amaretto di Sassello, ottimi da Virginia o dalla Sassellesse.Toscana - La dispensa toscana è varia e vasta, scegliamo due prodotti che non possono mancare sulla tavola. Il primo sono le paste artigianali di Dino Martelli a Lari, il secondo il gigantesco prosciutto di grigio del Casentino e gli altri salumi di Simone Fracassi a Rassina.Emilia-Romagna - Quando si parla di questa regione si pensa ovviamente ai salumi. Ed ecco sua maestà il Culatello di Zibello di Spigaroli con al seguito la sua ancella, la mortadella Favola di San Prospero. Ma un tocco di dolcezza viene dall’Amarena Fabbri a Bologna e dai wafer di Babbi a Panighina nel forlivese.Marche - Anche in questa regione si trovano prodotti insoliti. Si parte dalle confetture di frutti antichi i Si.Gi di Macerata, e poi l’ultimo nato il Gin Infinito i Rosati ottimo produttore anche di Anisetta in quel di Ascoli, e poi c’è il salmone affumicato, uno di quelli veramente selvaggi che arriva dalla Nef di Osimo. E sempre da Osimo come non comprare i Trucioli, formato di pasta ideato da Gualtiero Marchesi e realizzato da Carla Latini.Lazio - Dalle coppiette al Prosciutto di Bassiano fino alla porchetta di Ariccia. Ma se proprio dobbiamo fare un regalo andiamo ad Amatrice: lì trionfa il guanciale, lì c’è un formaggio di pecora speciale l’Amatriciano. Senza dimenticar e il Pecorino Romano. I produttori sono tutti ottimi.Umbria - Non si può resistere all’extravergine umbro soprattutto nella zona della Culta Valle dunque Olio di Casa Gola a Bevagna, di Viola a Foligno, di Marfuga a Campello sul Clitunno. E poi i tartufi: quelli di Urbani a Sant’Anatolia di Narco sono noti in tuto il mondo, ma anche Giuliano Tartufi di Pietralunga ha un ottimo catalogo.Abruzzo - Anche qui c’è l’imbarazzo della scelta ma lasciamoci tentare da due specialità dolci: i torroni delle Sorelle Nurzia a L’Aquila (quelli morbidi al cioccolato sono il non plus ultra) e poi confetti di Sulmona ricordando anche che quella è la patria di Ovidio, dunque dell’Arsa Amatoria. Quali confetti scegliere? I più famosi sono i Pelino, ottimi anche i De Carlo.Molise - Terra meravigliosa che ha un’arte casearia antica. Provole, scamorze e mozzarelle sono gioielli nelle mani della famiglia Di Nucci di Agnone. Molti non lo sanno ma il Molise è un giacimento a cielo aperto di tartufi. Le Ife di Capracotta ne offrono di ottimi.Puglia - La burrata non si può proprio non regalare. Il caseificio Capurso è a Gioia del Colle. A Martina Franca si va per comprare il Capocollo. Tanti i salumifici buoni: da Cervellera a Martellotta, da Santoro a Eatria. Ad Andria ottimo olio extravergine da Coratina all’agricola Miscioscia.Campania - Anche qui il catalogo delle cose ottime è infinito. Ci concentriamo su due prodotti cilentani che sono due rarità. La prima è la mozzarella Cuor d’Olio che contiene davvero dell’extravergine di oliva al suo interno ed è prodotta da Silvia Chirico con l’olio del frantoio Marsicani ad Ascea, e il fragolino di Melis un liquore con le fragole di bosco all’interno che Enrico Foti produce a Postiglione. Uno dei classici è però la pasta Gentile di Gragnano. Oggi la famiglia Zampino fa anche prodotti da forno e ottimi fiordilatte.Calabria - Una meraviglia per i gourmet è la ‘nduja che da Spilinga è il massimo (ottima quella del salumificio Monteporo. Un altro must di Calabria è senza dubbio il bergamotto. Patea e Il Giardino del Bergamotto sono indirizzi da tenere in conto.Basilicata - I peperoni cruschi sono imperdibili. Se ne trovano di ottimi da Tenuta Pietrasanta. Ottimo il Canestrato di Moliterno formaggio particolarmente aulente. Buono è quello che offre Guffanti.Sicilia - La pasta Martorana non può mancare a Natale, questi frutti di pasta di mandorle sono eccellenti. Li fanno buoni i fratelli Nuccio a Palermo. Irrinunciabile anche il cioccolato di Modica. Perfetto quello di Sbadì.Sardegna - La Sardegna ha un universo di prodotti tipici. Due ittici però sono delle vere perle gastronomiche. Il tonno di Carloforte nella sua scatola rossa, e la bottarga degi stagni di Cabras. Quea dei fratelli Manca è un must.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/specialita-italiane-sotto-l-albero-e-come-apparecchiare-la-tavola-per-una-festa-2656110774.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="tavola-ordinata-e-la-festa-migliora" data-post-id="2656110774" data-published-at="1640288543" data-use-pagination="False"> Tavola ordinata e la festa migliora iStock Pronti per apparecchiare la tavola? Ebbene ecco qualche consiglio perché siano belle, ordinate e soprattutto eleganti. C’è una qualche differenza tra la tavola del cenone, cioè di stasera e quella di domani della festa di Natale.Partiamo dal cenone - Si possono, anzi si devono avere le candele accese ricordando che vano accese prima dell’arrivo degli ospiti e spente quando gli ospiti se ne sono andati. Spegnerle prima vorrebbe dire un chiaro invito ad abbandonare la festa. Siccome il cenone è scandito dal pesce sarebbe buona regola avere le posate da pesce che differiscono da quelle normali perché non hanno coltelli, ma delle spatole e le forchette sono più piccole. Se non avete coltelli da pesce potete ovviare facendo una cosa molto semplice: non servite quello che il Galateo ritiene essere pesce. Potete divertirvi con dei filetti che si possono spezzare solo con la forchetta o con una bella frittura di gamberi, calamari, piccoli pesci che si possono mangiare solo con la forchetta. Nel caso di una cena di pesce se ci sono frutti di mare che si possono mangiare con le mani è sempre necessario provvedere i nostri commensali di una ciotola (meglio se coordinata con il servizio di tavola) in cui versare acqua calda e succo di limone offrendo poi un tovagliolino supplementare per far si che si possano nettare le dita. Quanto ai piatti ricordatevi di apparecchiare il piattino per l’antipasto sopra al piatto piano, mai dentro la fondina. Non potete sovrapporre più di due piatti. Meglio sempre prevede un sottopiatto. Quanto ai colori della tovaglia e dei piatti che dovrebbero essere coordinati ma potete anche trasgredire per il cenone potete optare per l’oro, l’argento, insomma per tutto ciò che fa brillare la tavola. Anche i bicchieri a vino in si possono accumulare: al massimo oltre a quello da acqua potete tenerne in tavola due. Una raccomandazione: non è ammessa la plastica!La tavola di Natale - Se si sta alla lettera del Galateo i colori della tavola di Natale dovrebbero essere bianco, avario, grigio pela al massimo. Ma siccome è festa buttatevi pure sul rosso, il verde e soprattutto tirate fuori dagli armadi i servizi di tavola della nonna o addirittura della nonna bis- A Natale tutto deve essere ricollegato alla famiglia! Il centrotavola non deve essere ingombrante, ma deve essere però importante, se volete fatelo con frutti della natura: rametti di abete, rosa canina, pungitopo, pigne, mele, agrumi. Se servite i tortellini o comunque un brodo ricordatevi di apparecchiare il cucchiaio destra all’esterno del coltello, così se avete un primo asciutto e un secondo dovete apparecchiare a sinistra due forchette. In alto vanno le posate da dessert: attaccato al piatto il coltello col manico a destra poi la forchetta col manico a sinistra e infine il cucchiaio da dolce col manico a destra. Indispensabile il sottopiatto che va apparecchiato a filo tavola. Quando si arriva al dolce si sparecchia tutto lasciando solo il bicchiere da acqua e le posate da dolce. Se avete un dolce a cucchiaio potete servire le coppette con accanto il cucchiaio per mangiare; la frutta va sempre dopo il dolce e sarebbe gentile servirla già sbucciata e a pezzi. Al pranzo di Natale se volete potete servire il pane nei piatti con accanto la ciotolina del burro e il coltellino per spalmarlo. A cena non si offre mai il burro.Ma quello che forse non si sa è che il galateo della tavola è anche un ottimo codice anti covid. Il pane si serve sempre con le pinze, se fate il servizio all’italiana cioè predisponete i piatti in cucina e li servite ad ogni singolo commensale abbiate cura di portare se possibile i piatti coperti dalla cloche, se fate il servizio alla russa e cioè con il vassoio che gira tra i commensali abbiate cura di corredare il vassoio con le posate di portata, è vietatissimo far servire i commensali con la proprio forchetta! Ancora, non si deve mai far toccare il colo della bottiglia sui bicchieri. Nel caso abbiate caraffe per l’acqua non passatele a mo’ di ping pong, ma ogni commensale deve servire chi sta alla sua sinistra sempre evitando di toccare il bicchiere. Infine se vi alzate da tavola non poggiate il tovagliolo sulla tovaglia, ma sistematelo sulla vostra sedia. Sono poche regole, ma servono anche a salvaguardarci un po’. Con le mani potete spezzare il pane ma non prenderlo, se vi viene servito qualcosa con l’uovo ricordatevi di non tagliarlo con il coltello. Non si spezza la vita nascente, tanto meno il giorno di Natale. Le candele? Beh anche se vi piacciono tanto di giorno sarebbero proibite, ma per una volta si può anche trasgredire.E ora sentiamo il parere di tre esperte per le tavole di questo Natale. «Di certo è l’occasione buona - dice Eleonora Ciolfi una delle più famose wedding planner – per tirare fuori dagli armadi i corredi di casa. Piatti, posate, tovaglie se hanno una ricordanza d’antico danno alla festa un’intimità e una solidità di affetti che è impagabile. Per me sono irrinunciabili citazioni delle essenze delle nostre colline, il colore dominante dovrebbe essere il rosso, con una punta di verde che è anche un inno alla naturalità e alla speranza. I piatti devono essere coordinati con i colori scelti per la tovaglia e devono essere di ceramica fine meglio se di un servizio di famiglia, non possono mancare i sottopiatti, e mi raccomando bicchieri di cristallo e a stelo». Pensa a una tavola solare invece Francesca D’Orazio che si definisce «maestra di cucina e di buon gusto» Il tema di quest’anno è – sostiene Francesca . sostenibilità: dunque raccogliamo rami d’abete, foglie, frutti di corbezzolo che sono anche un emblema dell’Italia, tutto ciò che richiama la natura e diamo a questi elementi il posto d’onore: il centrotavola. Deve essere tutto elegantemente familiare e sobrio, ma devono esserci anche dei colpi di luce. Quindi mettiamo in tavola qualcosa di bianco, di lucente per dare il senso della festa e poi lasciamo spazio ai ricordi. Quando ero piccola a Gessopalena un borgo d’incanto del mio Abruzzo i miei zii facevano liquori all’arancio e le donne stavano sull’uscio a sbucciare i frutti e ogni tanto buttavano le scorze nel camino. Quel profumo è il mio Natale e dunque lo porterò in tavola con una ricetta che faccio ormai da trenta anni: lo zuccotto con le arance».Infine la “nostra” maestra di galateo Petra Carsetti ci dà una delle sue consuete pillole: «Per me la tavola non dovrebbe mai derogare dai canoni del Galateo. A Natale si può fare uno strappo per i colori; ammesso il rosso, il blu, anche se preferisco i toni tenui: dal bianco all’avorio, dal tortora al beige. Non si può transigere sulle candele: mai apparecchiarle per il pranzo. Neppure a Natale. E poi niente plastica, e tessuti solo naturali. Facciamo brillare il cristallo dei bicchieri, è bello tirare fuori l‘argenteria di famiglia, ma è segno di rispetto non ostentare. La tendenza per quest’anno è un centrotavola sobrio e naturale. Invito a fare una passeggiata nei boschi o in campagna e a completare la tavola con ciò che si trova dando spazio alla creatività” E l’ultimo consiglio è “Tornare a servire il caffè in salotto e non a tavola, servire un aperitivo in modo da mettere a loro agio gli ospiti in attesa che la compagnia si sia completata sono forme che recuperano la liturgia della buona convivialità».