2019-03-17
Sorpresa: i gilet gialli stimolano l’economia
Secondo la Banca di Francia, nel 2019 ci sarà un «netto rimbalzo del potere d'acquisto e dei consumi delle famiglie» dovuto alle misure finanziarie approvate per venire incontro ai manifestanti. I «competenti», insomma, sono stati corretti dai «bifolchi».L'atto XVIII della protesta degenera I 5 stelle si sganciano: «Indifendibili».Lo speciale contiene due articoliSui gilet gialli le abbiamo sentite tutte, in questi mesi: politicamente sono stati liquidati come populisti, teppisti, estremisti, antisemiti, fascisti e chi più ne ha, più ne metta. Meno appariscente, ma sempre presente, è stata invece la critica prettamente economica, che li ha dipinti come affossatori del Pil, una nuova tribù del no a tutti i costi, contro la modernità, la crescita, lo sviluppo. In quest'ambito, ci ha messo del suo anche la Banca di Francia, che nelle sue proiezioni macroeconomiche di dicembre 2018 prevedeva una flessione della crescita nell'ultimo trimestre dell'anno «dovuto specialmente alla perturbazione dell'attività indotta dal movimento dei gilet gialli». Tagliente, il Sole 24 Ore riassumeva il tutto con il titolo «Francia, i gilet gialli mandano al tappeto l'economia».Ebbene, sorpresa: tre mesi dopo, il quadro appare totalmente diverso. Ed è proprio l'istituto di rue Croix-des-Petits-Champs a sottolinearlo. Nelle proiezioni macroeconomiche diffuse giovedì scorso da Banque de France, infatti, l'apporto del movimento di protesta all'economia nazionale risulta, se non altro in modo indiretto, più che positivo. Certo, si afferma sempre che l'economia francese «si è un po' rafforzata (0,3% per trimestre) a dispetto delle perturbazioni indotte a fine anno dal movimento dei gilet gialli» e non certo grazie a esso. Il seguito del documento, però, è interessante. Si legge che anche per il primo trimestre del 2019 la crescita dovrebbe attestarsi allo 0,3%. Poi, l'aria cambierà: «Nel resto del 2019, l'attività in Francia dovrebbe certamente patire la debolezza della domanda dei suoi partner commerciali, ma dovrebbe beneficiare, in compenso, del netto rimbalzo del potere d'acquisto e dei consumi delle famiglie, sostenuto dal basso prezzo del petrolio di fine anno scorso e dalle misure finanziarie importanti votate a dicembre». Alt. Di che parliamo? Quali sono queste misure che faranno volare l'economia transalpina?Il documento fa riferimento alle «Mues», «Mesures d'urgence économiques et sociales». Si tratta, per farla breve, delle misure con cui Emmanuel Macron, nello scorso dicembre, ha cercato di fare più di un passo verso le richieste dei gilet gialli. Iniziata a ottobre 2018, la protesta ha colto di sorpresa l'Eliseo, con Macron rinchiusosi in un immobilismo incredulo criticato dai più. Mentre il consenso per il presidente arrivava al minimo storico, il suo staff studiava una risposta politica adeguata. I conigli dal cilindro, alla fine, saranno due: il Grand débat national, un'inutile passerella in cui Macron ha incontrato sindaci e autorità locali, e le Mues. Tecnicamente si tratta della legge numero 2018-1213 del 24 dicembre 2018. Tra le misure previste, la defiscalizzazione degli straordinari, la defiscalizzazione dei bonus di fine anno da parte delle imprese e l'abrogazione dell'aumento dei contributi per i pensionati che guadagnano meno di 2.000 euro al mese. Un pacchetto di riforme che ha comportato una rivisitazione della Loi de Finances 2019, la Finanziaria francese e che è costato 10,3 miliardi.Le Mues furono giudicate largamente insufficienti dai gilet gialli, tant'è vero che la protesta è continuata ancora fino a ieri, ma quel che qui è importante sottolineare è che si tratta di riforme che Macron non avrebbe mai varato senza essere pungolato dai gilet gialli e che andavano comunque nella direzione delle loro rivendicazioni. Ebbene, ora scopriamo che proprio quelle misure stanno trainando l'economia francese.Torniamo alle previsioni della Banca di Francia. Il documento spiega che tra il 2019 e il 2021, le previsioni di crescita del Pil sono leggermente riviste verso il basso (tra 1,4% e 1,5%, meno dell'1,7% previsto a fine 2018), ma tenuto conto del contesto generale, l'economia francese «dà prova di resilienza». In particolare, «il potere d'acquisto del reddito disponibile delle famiglie sarà trainato nel 2019», tra gli altri fattori, «da un'inflazione totale debole grazie al ribasso del prezzo del petrolio e dalle misure d'urgenza economiche e sociali (Mues). La progressione del potere d'acquisto per abitante sarà di 2,1% sull'anno, il tasso di crescita più elevato dal 2007». Tale dinamica, continua il report, «accentuerà il recupero del potere d'acquisto già in corso dal 2014. Tale cifra è rivista in forte aumento (0,7 punti) rispetto alle nostre previsioni di dicembre a causa dell'integrazione delle misure Mues. La crescita del potere d'acquisto sarà in seguito più moderata nel 2020 e nel 2021».Insomma, quando i competenti hanno cominciato a dare ascolto ai «bifolchi», l'economia ne ha tratto largo giovamento: le famiglie gioveranno dei provvedimenti, i consumi ripartiranno e il Pil sorriderà. Non l'austerità, quindi, ma l'aiuto alle famiglie e lo stimolo dei consumi sono il primo passo verso la ripresa. Il tutto finanziato anche - e soprattutto - attingendo al disavanzo pubblico, che, secondo il governo, raggiungerà nel 2019 non il 2,8% del Pil previsto dalla legge di bilancio, ma il 3,2%, sforando senza tanti complimenti il «sacro parametro» che per altri resta un tabù.Adriano Scianca<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sorpresa-i-gilet-gialli-stimolano-leconomia-2631851761.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="ma-poi-i-violenti-rovinano-tutto-con-la-guerriglia-nella-capitale" data-post-id="2631851761" data-published-at="1758199818" data-use-pagination="False"> Ma poi i violenti rovinano tutto con la guerriglia nella capitale Il diciottesimo atto della protesta dei gilet gialli si è svolto tra le cariche delle forze dell'ordine e l'esasperazione dei manifestanti tra i quali si sono infiltrati numerosi black block. Circa 14.500, di cui 10.000 a Parigi, i manifestanti. I feriti sono stati 60 di cui 42 fra i gilet gialli. Il numero dei fermi era di 121 già a metà pomeriggio. Ma mentre una parte di Parigi era in fiamme, Emmanuel Macron ha continuato il suo weekend sulle piste da sci di La Mongie, nei Pirenei, per decidere un rientro anticipato solo in serata, a cose fatte. Nella capitale francese, la tensione è risultata altissima fin dal mattino. Numerosi manifestanti, provenienti da diverse regioni, si sono incontrati nei pressi di alcune stazioni ferroviarie parigine. I casseur sono entrati in azione già all'inizio della manifestazione presso Place de l'étoile, davanti a forze dell'ordine inizialmente poco reattive. La situazione è precipitata quando alcuni black block hanno preso d'assalto negozi e ristoranti degli Champs Elysées. Varie edicole dell'avenue sono state date alle fiamme, così come numerosi scooter. Le boutique delle grandi marche hanno subito saccheggi. Anche la celebre brasserie Le Fouquet's - considerata come un punto di ritrovo di grandi fortune e dove Nicolas Sarkozy aveva festeggiato la sua vittoria alle presidenzali del 2007 - è stata assaltata e incendiata. In mattinata, sempre nei pressi degli Champs Elysées un veicolo della polizia è stato attaccato da alcuni facinorosi. A poca distanza si è sfiorato un dramma a causa di un incendio appiccato ad uno sportello bancario di avenue Roosevelt. Una donna e il suo bebè residenti al secondo piano del palazzo in cui ha sede la banca, sono stati tratti in salvo dai pompieri. L'incendio ha provocato anche il leggero ferimento di undici persone. Il ministro dell'interno Christophe Castaner - in visita alla centrale operativa della polizia verso mezzogiorno - ha gettato benzina sul fuoco dichiarando che il movimento dei gilet gialli «non esiste più nella vita quotidiana» per poi definire i piromani «degli assassini». Vari testimoni hanno criticato la reazione delle forze dell'ordine. Idir Ghanes, una delle figure mediatiche moderate del movimento in giallo, ha descritto a La Verità ciò che ha visto sulla parte bassa degli Champs-Elysées. «Mentre alcuni street medic (i soccorritori volontari, ndr) intervenivano per assistere una persona ferita, dei poliziotti li hanno raggiunti. I soccorritori sono stati messi a terra e manganellati». Il resto della manifestazione è continuato come una corsa sulle montagne russe. Dopo fasi più calme, nuove cariche di gruppuscoli violenti o delle forze dell'ordine, hanno fatto impennare la tensione. Le scene di guerriglia sulla celebre avenue hanno provocato numerose reazioni tra le forze dell'opposizione che hanno condannato le violenze. François-Xavier Bellamy - capolista alle europee del partito di destra dei Républicains - ha lamentato «l'impotenza dello Stato». Pierre Jouvet portavoce del Partito Socialista, ha fatto un parallelo tra questo «atto XVIII» e il Gran dibattito nazionale voluto dall'inquilino dell'Eliseo. Raggiunto da La Verità, ha spiegato che Macron «ha fatto una tournée da rockstar in giro per la Francia. Così questo momento che doveva essere destinato all'ascolto dei francesi, è diventato una nuova espressione della verticalità» del potere macronista «che non ha risposto alle legittime aspirazioni del movimento». Le violenze di Parigi sono state criticate anche in Italia dal Movimento 5 stelle che ha parlato di «azioni indifendibili». Il primo ministro Edouard Philippe e il ministro dell'Interno sono andati ad incontrare alcuni agenti delle forze dell'ordine. Nel frattempo i canali d'informazione mostravano in parallelo gli scontri degli Champs-Elysées e la manifestazione per il clima di Place de la République, sottolineando la forte partecipazione registrata per quest'ultima, alla quale hanno partecipato anche numerosi gilet gialli. Matteo Ghisalberti
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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