Graziano Delrio e Fabio Melilli propongono un balzello extra per chi guadagna oltre 80.000 euro all'anno. Stangata per 800.000 contribuenti che da soli pagano il 25% dell'Irpef. Gli unici che potranno risollevare l'economia. La beffa: l'imposta colpirebbe i dottori eroi.
Graziano Delrio e Fabio Melilli propongono un balzello extra per chi guadagna oltre 80.000 euro all'anno. Stangata per 800.000 contribuenti che da soli pagano il 25% dell'Irpef. Gli unici che potranno risollevare l'economia. La beffa: l'imposta colpirebbe i dottori eroi. Qualcuno (probabilmente Giovanni Bazoli, presidente emerito di banca Intesa attraverso una lunga intervista rilasciata al Corriere) è riuscito a far capire al Pd che la patrimoniale è un errore, due volte dannoso. Raccoglierebbe troppo poco per risollevare il debito pubblico e in compenso riuscirebbe solo a impoverire le persone. Così per tre giorni la sinistra ha smesso di citare la terribile tassa. L'effetto rinsavimento è stato, però, solo apparente ed è svanito ieri quando hanno parlato Graziano Delrio e Fabio Melilli. «Contro la povertà determinata dalla crisi del coronavirus», hanno detto, «proponiamo, in piena sintonia con il partito, un contributo di solidarietà a carico dei redditi più elevati», per il 2020 e 2021, «che dovranno versare i cittadini con guadagni superiori a 80.000 euro e che inciderà sulla parte eccedente tale soglia». Lo sciagurato obiettivo sarebbe quello di racimolare quasi 1,5 miliardi di euro e di fatto mettere una tassa sulla sciagura del Covid-19. Di fronte all'insistenza della sinistra nel punire e derubare (della serenità) chi lavora e tiene in piedi questa baracca che si chiama Italia, dovremmo ridere. Se non ci fosse il rischio che la follia si realizzi. Cioè che per l'ennesima volta il prelievo/furto avvenga e colpisca i portafogli. Primo motivo: c'è una lunghissima lista di precedenti storici. Basti pensare alla patrimoniale sulla casa passata dagli 8 miliardi del 2011 ai 22 attuali. E poi le peggiori tasse sono state inventate da Vieri Ceriani, storico consulente dei governi del Pd. Secondo motivo: Delrio e Melilli non sono due passanti. Il primo è il capogruppo dem alla Camera ed ex ministro. Il secondo è deputato pd, ex presidente della Provincia di Rieti e grande esperto di imposte comunali e appassionato di Ici. Ed entrambi sono sufficientemente ideologizzati per tirare dritto anche se la tassa sulla malattia si ritorcerebbe pure sul loro stesso elettorato. Gran parte di chi vota il Pd ormai vive dentro le zone Ztl. Nei centri storici delle città dove per permettersi una abitazione o un affitto bisogna di certo guadagnare più di 80.000 euro lordi all'anno. Inoltre, il governo e pure i dem hanno lanciato campagne di propaganda a favore degli «angeli degli ospedali». Ecco, i medici che sono stati travolti dal coronavirus e hanno pianto più di 100 morti sono coloro che maggiormente verrebbero colpiti dalla trovata di Delrio. Insomma, a pandemia scoppiata li celebra con i flash mob e poi appena non servono più si parte con la stangata fiscale. Non è una gran trovata, nemmeno dal punto di vista politico. Così come non si può non considerare che in Italia i contribuenti che dichiarano oltre 80.000 euro annui sono poco più di 800.000. Sono l'1,9% di chi paga le tasse, ma da soli versano quasi il 25% di tutta l'Iperf pagata alle casse dello Stato. Sono in poche parole i più vessate e al tempo stesso gli unici che saranno in grado di far ripartire il Paese. Perché avranno ancora un po' di soldi da spendere. Quando ripartirà l'Italia e riapriranno bar, ristoranti e hotel, chi potrà andarci? La domanda è retorica. Ma per il Pd non conta la risposta. Per Delrio dai 3.500 euro netti in su al mese si è ricchi e quindi bisogna essere puniti. Non importa se questi soldi vengano sputati a fatica e siano già quasi dimezzati dalle imposte che vanno a pagare gli stipendi pubblici e una macchina statale che perde acqua dai mille fori. Perché evidentemente lo schema della sinistra porta, in ogni caso, all'impoverimento. Speriamo che i 5 stelle e Italia viva (che ieri si sono detti contrari all'idea della nuova imposta) non facciano scherzi in Aula e stoppino la sciagura ideata da Delrio. Sarebbe uno dei tre pilastri dello sfacelo tricolore. Già in Europa rischiamo solo di portare a casa soluzioni o insufficienti o insufficienti e dannose. In ogni caso nulla che riesca a donare sollievo a un'economia che si è trovata (non accadeva dalla seconda guerra mondiale) di colpo senza domanda e senza offerta. Così l'unica strategia del governo è «State a casa» e rinviare qualunque decisione. Anzi, aspettare che arrivi giugno come se poi magicamente il Pil con l'estate rinascesse. Ma non sarà così. Perché gran parte delle imposte scansate ad aprile e maggio si accumuleranno d'estate. Oltre 45 miliardi di euro da pagare tra il 30 giugno e la fine di luglio. Più le tasse locali. Nella tabella si vede in modo chiaro che nulla è scontato ma solo spostato più un là. Le scelte dei giallorossi rischiano di essere mortifere quanto il coronavirus. Niente liquidità, ma solo prestiti alle aziende, che serviranno a giugno per pagare le tasse. E quelli che sopravviveranno alla malattia e alla batosta, secondo Delrio, si meriterebbero una bella tassa extra. La scuola Chávez.
La Philarmonie (Getty). Nel riquadro, l'assalto dei pro Pal
A Parigi i pro Pal interrompono con i fumogeni il concerto alla Philarmonie e creano il caos. Boicottato un cantante pop per lo stesso motivo. E l’estrema sinistra applaude.
In Francia l’avanzata dell’antisemitismo non si ferma. Giovedì sera un concerto di musica classica è stato interrotto da militanti pro Pal e, quasi nello stesso momento, un altro concerto, quello di un celebre cantante di origine ebraica, è stato minacciato di boicottaggio. In entrambi i casi, il partito di estrema sinistra La France Insoumise (Lfi) ha svolto un ruolo non indifferente.
Guido Crosetto (Cristian Castelnuovo)
Il ministro della Difesa interviene all’evento organizzato dalla «Verità» dedicato al tema della sicurezza con i vertici del comparto. Roberto Cingolani (Leonardo) e Nunzia Ciardi (Acn): bisogna prevenire le minacce con l’Ia.
Mai, come nel periodo storico nel quale stiamo vivendo, il mondo è stato più insicuro. Attualmente ci sono 61 conflitti armati attivi, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale, che coinvolgono oltre 92 Paesi. Ieri, a Roma, La Verità ha organizzato un evento dal titolo «Sicurezza, Difesa, Infrastrutture intelligenti», che ha analizzato punto per punto i temi caldi della questione con esponenti di spicco quali il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro.
Donald trump e Viktor Orbán (Ansa)
Il premier ungherese è stato ricevuto a pranzo dall’inquilino della Casa Bianca. In agenda anche petrolio russo e guerra in Ucraina. Mosca contro l’Ue sui visti.
Ieri Viktor Orbán è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump, che ha definito il premier ungherese «un grande leader». Di più: tessendo le sue lodi, il tycoon ci ha tenuto a sottolineare che «sull’immigrazione l’Europa ha fatto errori enormi, mentre Orbán non li ha fatti». Durante la visita, in particolare, è stato firmato un nuovo accordo di cooperazione nucleare tra Stati Uniti e Ungheria, destinato a rafforzare i legami energetici e tecnologici fra i due Paesi. In proposito, il ministro degli Esteri magiaro, Péter Szijjártó, ha sottolineato che la partnership con Washington non preclude il diritto di Budapest a mantenere rapporti con Mosca sul piano energetico. «Considerata la nostra realtà geografica, mantenere la possibilità di acquistare energia dalla Russia senza sanzioni o restrizioni legali è essenziale per la sicurezza energetica dell’Ungheria», ha dichiarato il ministro.
Bivacco di immigrati in Francia. Nel riquadro, Jean Eudes Gannat (Getty Images)
Inquietante caso di censura: prelevato dalla polizia per un video TikTok il figlio di un collaboratore storico di Jean-Marie Le Pen, Gannat. Intanto i media invitano la Sweeney a chiedere perdono per lo spot dei jeans.
Sarà pure che, come sostengono in molti, il wokismo è morto e il politicamente corretto ha subito qualche battuta d’arresto. Ma sembra proprio che la nefasta influenza da essi esercitata per anni sulla cultura occidentale abbia prodotto conseguenze pesanti e durature. Lo testimoniano due recentissimi casi di diversa portata ma di analoga origine. Il primo e più inquietante è quello che coinvolge Jean Eudes Gannat, trentunenne attivista e giornalista destrorso francese, figlio di Pascal Gannat, storico collaboratore di Jean-Marie Le Pen. Giovedì sera, Gannat è stato preso in custodia dalla polizia e trattenuto fino a ieri mattina, il tutto a causa di un video pubblicato su TikTok.






