2025-07-13
Soldati tedeschi o legione straniera? Berlino può arruolare gli immigrati
Per gli analisti, la via teutonica al potenziamento numerico delle proprie forze armate passa dai forestieri. Vestendo la divisa, avrebbero in cambio la cittadinanza. Un’idea che un anno fa trovava d’accordo Merz...Nella corsa al riarmo, in Germania, potrebbero tornare utili gli immigrati: è questo quello che suggeriscono alcuni esperti per rimpolpare le fila dell’esercito visto che il governo Merz si troverebbe a corto di soldati.Il ridotto numero delle forze armate è uno scenario a cui si vuole porre rimedio immeditamente dalle parte della cancelleria tedesca, visto che il tempo stringe di fronte alla tanto sbandierata e temuta «minaccia russa», con Mosca che potrebbe attaccare «in meno di cinque anni». A destare preoccupazione è il cambiamento demografico in atto, con la società tedesca che è sempre più vecchia, ma anche la poca attrattiva suscitata dall’arruolamento. Questo mal si concilia con gli impegni sul riarmo assunti dalla Germania in ambito Nato. Una possibile soluzione sarebbe, quindi, quella di far entrare persone non tedesche tra le fila dell’esercito, velocizzando, in cambio, il loro percorso per ottenere la cittadinanza. Ad avanzare tale ipotesi sono alcuni analisti ed esperti su Bloomberg.Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, aveva avanzato la possibilità di arruolare gli stranieri solamente un anno fa. E oggi l’argomento pare essere ancora sul tavolo: l’arruolamento volontario (che non è escluso diventi in futuro una vera e propria leva obbligatoria, se non dovesse centrare gli obiettivi prefissati) potrebbe essere incentivato dal denaro, come sostenuto dall’esperto e direttore dell’Ifo, Panu Poutvaara: «Affinché il “modello volontario” abbia successo, la cosa più importante sarebbe migliorare le retribuzioni», ha commentato, aggiungendo però che «ciò che sarebbe comunque necessario è garantire che l’esercito disponga di risorse sufficienti anche in termini di equipaggiamento, poiché ciò lo renderebbe un luogo di lavoro più attrattivo». Ma probabilmente, non sarà una misura sufficiente: ecco, quindi, il piano B in cui potrebbero entrare in gioco gli immigrati.Poutvaara ha puntualizzato che, per rendere il reclutamento più allettante, una strada potrebbe essere proprio quella di facilitare la cittadinanza agli stranieri che scelgono di servire sotto le insegne delle forze armate tedesche, il Bundeswehr. Sulla stessa linea si trova anche il senior fellow del think tank Bruegel e professore della Solvay Brussels school, Guntram Wolff, secondo cui la promessa di salari più alti non basta. E, quindi, «dobbiamo prendere l’integrazione degli immigrati molto più seriamente e questo vale anche per le forze armate», invitando anche a una maggiore apertura visto che «il mercato del lavoro è stato completamente svuotato».È un piano che non era stato affatto scartato dal ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius lo scorso anno. All’epoca aveva, infatti, sostenuto che non escludeva l’arruolamento nel Bundeswehr di coloro che non avevano il passaporto tedesco. Al quotidiano tedesco Tagesspiegel aveva comunicato quest’iniziativa, spiegando che «non saremmo le prime forze armate in Europa a farlo». Probabilmente si riferiva al caso danese, dove gli stranieri possono arruolarsi: basta vivere in Danimarca e parlare la lingua. Un regolamento analogo esiste anche in Lussemburgo, mentre in Belgio il reclutamento si applica ai cittadini dei Paesi dell’Ue. L’idea di Pistorius era di estendere l’arruolamento volontario a persone che vivono in Germania di seconda o terza generazione senza avere la cittadinanza tedesca, ma ipotizzava anche di includere cittadini di altri Paesi dell’Unione europea o della Nato. Al tempo, il piano era stato aspramente criticato e bollato come «squallido» da parte del leader del partito di sinistra Die Linke, Janine Wissler, che aveva spiegato: «Ciò di cui abbiamo bisogno non sono più soldati, più armi e più deterrenza, ma più impegno nella diplomazia e un nuovo impegno negli sforzi per il disarmo». Sempre Wissler, puntando il dito contro la proposta del ministro, aveva sottolineato: «Dare alle persone un accesso più facile alla cittadinanza per il servizio militare, tra l’altro, non è giusto nemmeno nei confronti di altri gruppi professionali».Al contrario, la questione del reclutamento degli immigrati non era dispiaciuta al partito Liberale democratico (Fdp) e all’Unione cristiano democratica (Cdu). Ma, soprattutto, era arrivato il sostegno dell’allora leader di opposizione, oggi cancelliere, Friedrich Merz: «Sono aperto alla proposta», aveva detto al quotidiano Rheinische Post. In particolare, il cancelliere si era detto favorevole al reclutamento nelle forze armate tedesche di cittadini dell’Unione europea.È interessante notare che erano già evidenti da tempo le difficoltà di reclutamento, oltre alla consapevolezza del cambiamento demografico e le conseguenti sfide, con Pistorius che voleva già giocarsi la carta degli stranieri per raggiungere gli obiettivi di potenza (numerica) prefissati. Difficoltà che non hanno fin qui frenato i piani di Berlino per mettere sempre più elmetti in testa ai propri giovani.Inoltre, con la guerra in Ucraina già iniziata da oltre un anno, a fine ottobre del 2023 il Bundeswehr contava circa 181.000 soldati e l’obiettivo era di raggiungere 203.000 unità nel 2031. Il target non solo è lontano dall’essere raggiunto, ma il corpaccione delle forze armate è rimasto invariato. E il ministro della Difesa tedesco ha già reso noto recentemente che l’esercito tedesco da 181.000 unità deve raggiungere alla svelta quota 260.000 effettivi. Alla cifra si aggiungono, poi, gli uomini della riserva (centinaia di migliaia) da trovare per essere a disposizione nei momenti più critici: oggi ci sono solo 60.000 uomini.