2018-10-13
Sofri, condannato per omicidio, adesso fa la predica al Santo Padre
Il mandante del delitto del commissario Luigi Calabresi attacca Francesco: poco cristiano dare del sicario a chi decide di sopprimere un feto. Ci mancava, in effetti, questo spettacolo: l'assassino che dà lezione di etica al Papa. Anzi, di più: l'assassino che dà lezioni di etica al Papa, accusandolo di non avere abbastanza misericordia. È meraviglioso. Le parole del Papa? «Vuote di misericordia». A stabilirlo è l'altissima autorità religiosa e morale di Adriano Sofri, dal pulpito della sua rubrica sul Foglio. Ovviamente si riferisce all'aborto. Francesco, come ricorderete, l'altro giorno aveva usato espressioni forti per difendere la vita. Aveva detto che abortire è come «affittare sicari». Insomma come essere mandanti di un delitto. E l'ex leader di Lotta continua, che in materia è un esperto, si è subito risentito. Come si permette il Papa? Parla di mandanti di un delitto? Così? Senza neanche chiedermi il permesso?Del resto l'avevamo subito immaginato lo sconcerto degli intellò di casa nostra di fronte all'inusitato colpo di scena di un Papa che fa il Papa. Si erano abituati a esultare per le esternazioni di Bergoglio sugli immigrati e sui gay, ne avevano fatto una specie di santino boldriniano, il tesserato numero uno del Saviano fan club, e adesso non si capacitano che possa addirittura ricordare il catechismo. E condannare l'aborto. Così hanno sbandato. E mica solo gli intellettuali di sinistra. Persino il quotidiano cattolico Avvenire si è trovato un po' in difficoltà: il primo giorno, per esempio, ha infilato le clamorose parole del Papa in un francobollo di prima pagina, preferendo per l'apertura «Josepha torna a sperare», un titolo che ci aggiornava sulle condizioni di salute di un'immigrata caduta in mare tre mesi fa. Poi il suo direttore, Marco Tarquinio, facendo la rassegna stampa alla radio, «ha relegato la notizia dell'aborto in fondo alla sua rassegna», come ha notato lo stesso Sofri, attento ascoltatore.Ed è proprio partendo da questa osservazione, che l'ex leader di Lotta continua, già condannato a 22 anni per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi, ha pensato bene di dover impartire una delle sue sentite lezioncine. A chi?, vi chiederete voi. Ai suoi amici intellettuali di sinistra? Alla rassegna stampa del direttore di Avvenire? Al direttore di Avvenire medesimo? Macché. Sofri non si spreca per così poco. Lui punta direttamente al superiore di Tarquinio, seppur superiore un po' bistrattato in pagina. E cioè: punta al Papa. Infatti lo catechizza. E lo redarguisce. Dice, in pratica, che si deve vergognare per quelle sue parole sull'aborto che sono piene di peccato e «vuote di misericordia». Ci manca poco che lo inviti ad andare subito a confessarsi. Tre Padre nostro e un'Ave Maria di penitenza, Santo Padre, altrimenti se la scorda l'assoluzione di monsignor Lotta continua.È interessante, comunque, tutto il tono del sermoncino del Papa Rosso per rieducare il Papa Bianco. Prima si concentra sul contenuto spargendo un po' di aggettivi di condanna (come «agghiacciante» e «truculento»). Poi passa a contestare anche la forma. Si lamenta in particolare per quelle «frasi ripetute interrompendo la lettura e interpellando la folla provocandone il plauso». Ma si capisce: è un orrore. Oltre che un errore. Come si permette il Papa di interrompere la lettura? Anziché interrompere direttamente le gravidanze? Non è una follia? E anche questo insano pensiero di «interpellare la folla»: ma vi pare? Non poteva interpellare direttamente Sofri? Scusi, lei che di omicidi se ne intende, avendone ordinato uno, che cosa mi dice a proposito dell'uccisione dei bambini? Quali parole è meglio usare? Ci scambiamo un'opinione a quattr'occhi? O organizziamo una riunione anche con Bompressi e Pietrostefani?Ci mancava, in effetti, questo spettacolo: l'assassino che dà lezione di etica al Papa. Anzi, di più: l'assassino che dà lezioni di etica al Papa, accusandolo di non avere abbastanza misericordia. È meraviglioso. Sofri ci ha abituato, ormai, alle sue omelie (l'ultima pubblicata lunedì scorso) in cui ci spiega come evitare i pericoli dell'odio e della violenza (che poi sarebbe semplicissimo: basterebbe non seguire il suo esempio). Ma fare la predica direttamente al sommo Pontefice, beh, questa è davvero il top. Eppure monsignor Mandante di un omicidio è talmente preso nel suo ruolo che non solo si mette a valutare l'azione del Santo Padre con il bilancino delle simpatie e delle antipatie (come se la morale cattolica fosse una questione di smile), ma arriva addirittura a dare un giudizio finale sul percorso umano e spirituale del Santo Padre: «È un triste segno del punto in cui è arrivato il suo cammino», conclude infatti. Ancora un po' e lo manda direttamente all'inferno. Sostituirsi al Papa, evidentemente, non gli basta. Forse punta un gradino più in su.
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