2021-01-03
Slittano ancora le nomine ai servizi
Non si sbroglia la matassa dell'intelligence, nell'ultimo dpcm nessuna novità sui vicedirettori di due agenzie su tre. Raffaele Volpi: «Preservare la terzietà del Copasir».«Nel guardare al nuovo anno il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica si appresta, nel programmare le sue attività, a confermare lo stesso profilo che nel difficile 2020 lo ha portato a dare il suo contributo, credo utile, all'interesse del Paese. Lo ha fatto seguendo tematiche rilevanti per quello che ha ritenuto incidesse su aspetti strategici della sicurezza nazionale». Lo ha detto ieri il presidente del Copasir Raffaele Volpi, aggiungendo che il comitato, con il privilegio, per sua forma costitutiva, «di rappresentare il Parlamento in modo paritetico, ha avuto e avrà l'onere terzo ma non asettico di tradurre in chiaro fatti, notizie e sensibilità da mettere a disposizione del Paese». Parole solo in parte di occasione. Nel complesso molto sentite. E non solo dal leghista ma anche dagli altri membri del comitato. Soprattutto parole che tagliano come un ferro caldo la situazione fin troppo ingarbugliata in cui il governo ha infilato i complessi equilibri dell'intelligence. Senza fare troppa pubblicità, i rappresentanti del Copasir negli ultimi mesi sono già intervenuti nel tentativo di ripristinare i pesi e i contrappesi della democrazia. Da sottolineare il tentativo di sterilizzare il blitz del 29 luglio con cui il premier Giuseppe Conte è intervenuto a gamba tesa su uno dei pilastri strutturali della legge statutaria del 2007. Fino a momenti più recenti, quando lo stesso Copasir, forse allineandosi al Cisr, ha portato avanti una forte moral suasion per evitare la nascita della Fondazione per la cybersecurity. Non tanto per la sostanza, ma per la sgangherata forma con cui il premier ha cercato di inserire la norma in un decreto notturno. Senza tenere in considerazione la necessaria partecipazione collettiva all'ente. Va ricordato infine, che al momento della liberazione dei pescatori sequestrati a Bengasi, lo stesso Volpi ha ringraziato «unicamente» l'Aise, il nostro servizio estero. L'uso dell'avverbio non è stato casuale. Il presidente del Copasir voleva fare intendere che l'intelligence è stata chiamata a realizzare un compito (per fortuna portato a termine) che non le sarebbe spettato. Il generale Khalifa Haftar solo un anno fa fu ricevuto a Roma con gli onori che spettano a un capo di Stato da Conte in persona. Come dire, ci sono perimetri da rispettare e responsabilità da assumere. Non a caso sempre ieri nel suo post sui social, Volpi ha proseguito con la disamina: «Non posso sottacere anche la sentita responsabilità per un contributo da dare a tutti gli attori coinvolti nelle sfide che attendono il Paese», ha proseguito il presidente, concludendo: «Le sfide, per rapidità di tempi e qualità ineludibile degli obiettivi, sono alte ed in questo contesto, che riaprirà peraltro inevitabili competizioni su filiere strategiche in Europa, anche il lavoro costante del comparto intelligence diventa piattaforma di garanzia. L'alta professionalità delle sue risorse umane e la sua terzietà, da preservare fermamente, ci danno garanzia di uno strumento complesso ed efficace che potrà nella sua istituzionalità essere di compendio continuativo nelle strategie, che dovranno al più presto esse delineate, per il rilancio del Paese». Qui sta la stoccata finale a Conte. In occasione dell'ultimo Dpcm sono saltate le nomine dei vice direttori di due agenzie su tre. Si è cercato di manovrare per liberare un quarto posto, al Dis. Pd e Iv si fanno la guerra per sfilare le deleghe o commissariare Conte. Il Copasir striglia tutti e riporta il contenzioso sul piano della democrazia. L'intelligence risponde al governo ma non dipende dal governo.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson