2025-05-16
Sinner si perde un set poi domina in rimonta. Domenica in finale è corrida con Alcaraz
Jannik supera Paul e un fastidio alla coscia. Lo spagnolo piega Musetti. Domani match decisivo per la Paolini nel singolo.Jannik Sinner è in finale a Roma. Un italiano non ci arrivava da 47 anni, dai tempi di Corrado Barazzutti, sconfitto nel 1978 da Björn Borg. Domenica toccherà all’altoatesino sfidare Carlos Alcaraz per il titolo degli Internazionali d’Italia, con l’obiettivo di riportare in casa un trofeo che manca addirittura dal 1976, quando a sollevarlo fu Adriano Panatta. Il numero 1 del mondo ha battuto in semifinale Tommy Paul in tre set, con la consueta freddezza e una qualità di gioco che neppure la sospensione di tre mesi per la vicenda Clostebol è riuscita a scalfire. Concentrato e solido, dopo un avvio da brividi, Jannik ha fatto sembrare semplice una rimonta che semplice non era. Il match contro l’americano si è aperto infatti nel modo peggiore, con Sinner sorpreso da un avvio travolgente dell’avversario e da un primo set con troppi errori, chiuso 6-1 tra volée sbagliate, risposte imprecise e una percentuale bassissima di prime in campo. Una partenza quasi irriconoscibile rispetto al dominio mostrato nei quarti contro Casper Ruud. Appesantito forse da un fastidio fisico, l’azzurro (che poi ha parlato di vesciche) ha subito due break nei primi quattro giochi, senza riuscire a contrastare l’aggressività di Paul né a trovare ritmo al servizio. Nel secondo set, tuttavia, la musica è stata tutt’altra. Sinner ha subito tenuto il servizio e poi, strappando la battuta allo statunitense, ha cambiato completamente inerzia. Il suo tennis è tornato a essere quello conosciuto: preciso, aggressivo, costante. Ha cancellato due palle break sul 2-0 con due ace consecutivi e da lì ha preso il largo, lasciando Paul a zero negli ultimi due game. L’applauso del Foro e il boato che ha accompagnato lo smash del 5-0 hanno certificato che il primo set è stato solo un passaggio a vuoto. Il secondo parziale è finito con un 6-0 senza appello, chiuso con una smorzata deliziosa, accolta dal grido «fenomeno» lanciato dalle tribune. Nel terzo set Sinner ha aperto al servizio ed è partito subito forte, lasciando Paul a 0 nel primo game grazie a colpi potenti e precisi. Subito dopo è arrivato un break immediato che ha portato l’azzurro sul 2-0, complice un doppio fallo dell’avversario. Il tennista statunitense è riuscito a conquistare il suo primo game del set, portandosi sul 3-1, ma Sinner ha risposto presente con un contro-break immediato che lo ha riportato avanti 4-2 e 5-2 nel gioco successivo. Paul ha tentato una timida rimonta aggrappandosi al servizio per rimanere in partita, annullando due match point al nono game, ma Sinner gli ha lasciato pochissimo spazio di rientro e, nonostante qualche fastidio alla coscia destra, è riuscito a chiudere sul 6-3. Domenica lo attende Alcaraz, in una sfida attesissima tra i due tennisti migliori al mondo, in una finale che può essere il degno antipasto del Roland Garros.A fine gara, Jannik ha commentato: «Domenica se voglio giocare alla pari devo alzare il livello», per poi aggiungere: «Io non ho paura».Poche ore prima del match di Sinner, si era infranto il sogno di una finale tutta italiana. Nel pomeriggio romano Lorenzo Musetti ha lottato, ma si è acceso troppo tardi e ha dovuto arrendersi ad Alcaraz, che ha vinto 6-3 7-6 e conquistato la sua prima finale agli Internazionali d’Italia. Era la rivincita della finale di Monte Carlo, quando lo spagnolo vinse 2-1 in rimonta. Anche stavolta il numero 2 del ranking Atp si è rivelato un ostacolo troppo grande per il carrarino (un solo successo ad Amburgo nel 2022 nei sei precedenti), condizionato dalla tensione e da un fastidioso vento. Nel primo set, Musetti ha ceduto subito il servizio e sprecato tre palle del controbreak. Alcaraz è salito 4-1 con un altro break, poi l’azzurro ha reagito e ricucito lo strappo, ma sul 5-3 ha perso ancora il turno di battuta e consegnato il set con ben 29 errori non forzati. Più equilibrato il secondo, dove il ventitreenne toscano è partito con il break, si è fatto rimontare, ma è riuscito a salire 4-2 con colpi di grande qualità, tra cui una spettacolare veronica applaudita dal Centrale. Alcaraz però non ha mollato e si è rifatto sotto sul 4-4. Nel dodicesimo gioco Musetti ha annullato un match point con coraggio riuscendo a trascinare la contesa al tie break, dove però non sono bastati due mini break recuperati per evitare la sconfitta per 7-4. Per Lorenzo, che a Roma ha battuto, tra gli altri, Alexander Zverev e Daniil Medvedev, la semifinale, la terza della carriera in un Masters 1000, resta comunque un traguardo: «Anche quando stavo avanti di un break nel secondo set, anziché guardare il tabellone ero troppo concentrato sulle cose negative: il vento, il terreno, le zone d’ombra, i miei errori. Troppi alibi», ha ammesso con grande lucidità dopo l’incontro. «Mi sentivo immobile, ero in confusione. Carlos è stato più solido e tranquillo. Nessuno di noi ha giocato il miglior tennis, a differenza di Monte Carlo. Ma mi servirà da lezione. Sulla terra, il miglior Alcaraz è sempre il favorito. Anche al Roland Garros, anche contro Jannik».Nel tabellone femminile, domani, è il gran giorno di Jasmine Paolini. Alle 17 l’azzurra scenderà in campo sul Centrale del Foro Italico per la finale del singolare contro l’americana Coco Gauff, numero 2 del mondo. A tifare per lei, tra i 10.000 del Centrale, ci sarà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Comunque andrà, il numero uno della Fitp, Angelo Binaghi, ha definito il cammino della toscana un’impresa storica. «Giocare la finale di Roma è un sogno, ma so che contro Gauff dovrò salire ancora di livello», ha detto la Paolini. «Cercherò di divertirmi e godermi l’emozione, ma voglio dare tutto: questo è un traguardo che mi sono conquistata passo dopo passo». Domenica, invece, Jasmine tornerà in campo insieme con Sara Errani per giocarsi la finale del doppio femminile, conquistata con il successo per 6-4 6-4 sulle russe Mirra Andreeva e Diana Shnaider. Ad attenderle, la coppia Kudermetova/Mertens. Per le azzurre sarà l’ottava finale insieme, in una partnership già impreziosita dai trionfi a Roma, Pechino, Linz e Monastir, dall’oro olimpico a Parigi, dalla vittoria in Billie Jean King cup e dalla partecipazione alle Finals di Riad.
Rod Dreher (Getty Images)