2025-08-27
La sinistra si scanna per la Puglia. In Campania sceglie Fico e De Luca Jr
Proseguono i tentativi disperati per cercare di salvare il campo largo, ma con risultati pressoché nulli. Il vertice convocato dal Pd si rivela un flop. E resta il nodo (impossibile da sciogliere) di Nichi Vendola.Il centrodestra vicino alla quadra. Dal cdm di domani potrebbero uscire le soluzioni sulle candidature: Zaia attende un segnale da Salvini per diventare il capolista. Il nome campano è Carfagna.Lo speciale contiene due articoli.Dopo le roboanti interviste rilasciate dai leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli all’interno del centrosinistra si accelera per cercare di salvare il campo largo. La questione più dirimente riguarda la candidatura di Antonio Decaro in Puglia che verrebbe ufficialmente accettata e formalizzata dall’europarlamentare solo nel caso in cui gli ex governatori Michele Emiliano e Nichi Vendola si ritirassero dalla corsa come consiglieri. Soffre i due predecessori Decaro, per sua stessa ammissione, creando così un ostacolo difficile da superare.Ieri un vertice del Partito democratico è stato convocato proprio con il tentativo di risolvere il problema. Iniziato per le 18.30 aveva l’obiettivo di «tutelare l’unità del centrosinistra in vista delle regionali», come ha scritto il segretario pugliese dem Domenico De Santis.La riunione è stata preceduta da un altro vertice più locale. Lì è emersa la volontà del Pd di creare le condizioni per consolidare il perimetro dell'alleanza nel centrosinistra Pd, Avs, Movimento Cinque Stelle e le altre forze civiche. E in questa ottica si discute di come uscire dall'impasse determinato dalle due candidature non gradite a Decaro. Infatti il vero nodo politico è il veto a Vendola che per Sinistra italiana è considerato inaccettabile. Il Pd è talmente in imbarazzo, così anche il segretario Elly Schlein che a dichiarare manda avanti il segretario regionale. «A noi sta la responsabilità, all’interno dei nostri organismi, di lavorare per una composizione di un quadro unitario. Lo dobbiamo alla storia di questi vent’anni e a chi li ha resi possibili. Lo dobbiamo agli eredi di questa storia» ha scritto De Santis in un comunicato in cui si rivolge principalmente a chi vuole archiviare l’era di Emiliano: «Continueremo questo percorso con la stessa voglia di futuro e la stessa passione politica che hanno cambiato questa terra». Tra i veti di Decaro infatti, non solo quello su Vendola ma anche su Emiliano di cui per anni si è ritenuto il delfino. De Santis provando a fare da pontiere ha spiegato: «Negli scorsi mesi abbiamo lavorato alla stesura del nostro manifesto programmatico, più di 20.000 pugliesi coinvolti in oltre 150 incontri pubblici, una elaborazione collettiva sul futuro della Puglia che non trova spazio nel dibattito pubblico, vogliamo partire da qui. Dai pugliesi».Ma in Puglia i dem si dividono addirittura in tre. Da un lato quelli che si espongono a favore di Decaro che di fatto fanno come se la decisione fosse già presa derivandone quindi il vincolo di ogni suo desiderata. Dall’altro c’è chi spera senza esporsi che alla fine si arrivi a un candidato diverso. La maggior parte si propone come pontiere con evidenti scarsi risultati. Tra i due veti a cadere potrebbe essere quello su Nichi Vendola, per molti usato come scudo col fine di poter dire di aver ceduto su uno dei due veti quando in realtà gli interessa solo far fuori Emiliano. Sul governatore uscente si è espresso chiaramente in un’intervista (diventato ormai unico mezzo di dialogo tra leader di centrosinistra). «Da presidente del Pd non interferisco. Ma poiché stimo Michele Emiliano gli dico: meglio sentirci utili, che indispensabili. Dopo aver guidato bene, per dieci anni, la Puglia, si può cambiare e svolgere ruoli altrettanto importanti e, come nel suo caso, meritati». Insomma un garbato invito al pensionamento. Più chiaro di così. È evidente che la lotta alla poltrona è serrata e lo è evidentemente soprattutto nelle regioni dove si è praticamente certi di vincere. In Campania si è trovata la quadra. De Luca jr candidato alla segreteria regionale del partito e Roberto Fico in corsa per la carica di governatore. La decisione è arrivata dopo un incontro tra Schlein e i componenti campani della segreteria nazionale, Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, che si erano messi di traverso alla corsa del deputato e figlio del governatore uscente.Eppure dal campo largo si è certamente già sfilata Azione di Carlo Calenda, e non solo da quella regione. Il leader di centro si sfilerà anche dalla Calabria non appoggiando Pasquale Tridico, 5 stelle, considerato inappropriato nonché simbolo del reddito di cittadinanza da ex direttore Inps. In Toscana si conferma il governatore uscente Eugenio Giani (Pd), nelle Marche Matteo Ricci (Pd), in Calabria Pasquale Tridico (M5s), in Veneto Giovanni Manildo (Pd).Calenda scatenato anche nelle Marche dove avrebbe «anche supportato» il candidato governatore del centrosinistra Ricci. Tuttavia «la prima cosa che ha fatto è dire no ai termovalorizzatori perché sono una cosa superata. Superata? In Italia servono 11 termovalorizzatori e li devi fare commissariando» ha chiosato severo. Il segnale è chiaro: Azione si sta dirottando verso il centrodestra, gradualmente, ma la direzione è quella. Per il resto all’interno del centro sinistra o si prende tempo o si va allo scontro. Avvantaggiati in quasi tutte le competizioni rischiano così di cedere il passo ad un centrodestra che, anche se ancora in affanno su alcuni punti, sembra più vicino ai nastri di partenza.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/sinistra-si-scanna-puglia-2673924076.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-centrodestra-vicino-alla-quadra" data-post-id="2673924076" data-published-at="1756285235" data-use-pagination="False"> Il centrodestra vicino alla quadra La chiusura delle nomine per le elezioni regionali non si può più rinviare. Tre i nodi da sciogliere per il centrodestra: Campania, Veneto e Puglia. Per Calabria e Marche la soluzione è arrivata facilmente: i candidati sono i governatori uscenti. Francesco Acquaroli correrà nelle Marche mentre Roberto Occhiuto, dopo le dimissioni dovute a un avviso di garanzia, ha deciso di farsi confermare la fiducia dai calabresi. In Toscana si è trovata la quadra su Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. Nato nel 1979 si è fatto notare per aver fatto vincere il centro destra a Pistoia dopo settant’anni e anche quella sembrava una sfida impossibile.Restano gli altri tre nomi. Gli ultimi vertici di centro destra convocati per questo motivo sono andati a vuoto. Fumate nere che non danno un bel segnale ed è per questo che quasi certamente in occasione del primo Consiglio dei Ministri post ferie che si terrà domani alle 15, si affronterà anche questo dossier e qualcosa già potrebbe trapelare.Sulla Campania si va verso una staffetta tra Mara Carfagna di Noi Moderati ed Edmondo Cirielli, Fratelli d’Italia, attualmente viceministro degli Esteri. La candidatura della già due volte ministro oggi segretario di Noi Moderati, arriva in corner quando sembrava ormai deciso il nome di Cirielli. Tramontata l’ipotesi del rettore dell’Università di Napoli Federico II, Matteo Lorito, che ora sembra non essere più in cima alla lista. Fra i due litiganti potrebbe tuttavia spuntarla Giosy Romano, una figura civica: avvocato e commissario del Consorzio Asi di Napoli, come altro possibile candidato gradito anche da Forza Italia.In Puglia si cerca un candidato spendibile. Forza Italia ha proposto diversi nomi, tra cui spicca quello del deputato Mauro D’Attis. Il partito guidato da Antonio Tajani valuta anche altri profili, come i parlamentari Andrea Caroppo e Vito De Palma.Dalle ultime indiscrezioni poi se Antonio Decaro si sfilasse a causa dei veti incrociati interni al centro sinistra, il viceministro alla Giustizia ed esponente di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, potrebbe essere proposto alla presidenza.Il Veneto resta il nodo più intricato. Il dopo Zaia va gestito e prima di mettere il sigillo su un nome spendibile, bisogna capire se il governatore del Veneto intende rinunciare ad una lista propria. Gli ultimi retroscena ricostruiscono l’ipotesi di un accordo che vedrebbe Luca Zaia capolista, a quel punto il posto di candidato presidente potrebbe essere quello del leghista Alberto Stefani come detto nelle ultime settimane. Secondo il Messaggero potrebbe irrompere il nome del presidente della Camera Lorenzo Fontana, notizia smentita dalla Lega che la riduce a un’ipotesi «Calciomercato estivo». Zaia intanto aspetta un segnale da Matteo Salvini, che non arriva perché manca di chiudere la quadra con Fratelli d’Italia che pure vorrebbe proporre un nome suo, forte degli ultimi risultati alle europee che li hanno visti primeggiare in Veneto. A esprimersi ieri, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, per anni responsabile delle nomine di Fratelli d’Italia. «All’interno del centrodestra siamo abituati a un confronto, a trovare anche una sintesi, non utilizzando un metodo per forza dedicato alla spartizione in termini di pesi» chiarisce e poi spiega: «Abbiamo sempre fatto una scelta: quella di far prevalere l’unità e il valore del candidato. A noi interessa il buon governo per i cittadini e non occupare caselle: per questo - ha proseguito Lollobrigida - credo che nel tavolo dei dei partiti del centrodestra si arriverà serenamente a una sintesi a partire da una regione importante come il Veneto per poi arrivare anche a definire le candidature nelle altre regioni dove ancora non sono state fatte scelte». La via insomma è indicata, prima si risolve il Veneto e poi Campania e Puglia.
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Carlotta Vagnoli (Getty Images)