2025-05-20
Moschea, nucleare, gioco e Gronda: i temi che spezzano il fronte pro Salis
Silvia Salis (Imagoeconomica)
Verdi, M5s e Pd, che sostengono l’ex atleta, devono fare i conti con il luogo di culto, l’apertura della candidata all’energia atomica, la sua ambiguità sulla nuova tangenziale e anche sui finanziatori del restyling dello stadio. A Genova la sinistra è pronta a esplodere su nucleare, moschea, sale scommesse, Gronda autostradale e stadio. Cinque temi bollenti stanno logorando la coalizione che sostiene Silvia Salis, l’ex olimpica candidata sindaca, e mettono in luce una faglia sotterranea e profonda tra le anime del campo progressista, dove convivono, male, anche ambientalisti e pentastellati. Il tutto sotto l’ombrello fragile di una candidatura, quella di Salis, che da «civica» rischia di diventare il detonatore di un conflitto. «Dopo una visita ai quartieri Sampierdarena e Sestri Ponente posso confermare la presenza di moschee irregolari spacciate per centri culturali islamici ficcati in ambienti con destinazioni d’uso difformi rispetto all’impiego che se ne fa, donne completamente velate e una massiccia presenza straniera». Sono le prime impressioni che Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega di ritorno da Genova, ha riferito alla Verità. Lei, da sindaco di Monfalcone, una battaglia sulle «moschee abusive» l’aveva ingaggiata e vinta. E a Genova, il cuore del fenomeno, secondo Cisint, pulsa proprio tra Sampierdarena (qui una ex palestra è diventata centro culturale islamico) e Sestri Ponente (dove da tempo c’è una sede di un centro culturale islamico molto attivo), due quartieri popolari dove le trasformazioni demografiche e religiose sono una realtà tangibile. Qui da tempo la comunità islamica spinge per ottenere la possibilità di costruire una moschea. «Con quali fondi?», si chiede la leghista, «se addirittura queste associazioni islamiche rinunciano al 5 per mille, proprio per evitare controlli e trasparenza. L’esperienza ci dice che spesso arrivano dall’estero, dal Qatar, per esempio». L’europarlamentare va giù dura: «Su questo la Salis tace. E con lei tace tutta la coalizione, che sul tema si guarda bene dal prendere posizione». D’altra parte, tra i candidati che la sostengono c’è il consigliere comunale uscente del Pd Simohamed Kaabour, che nel dicembre 2024 presentò un ordine del giorno con il quale chiedeva l’istituzione di un tavolo permanente con la comunità musulmana per promuovere la realizzazione di un luogo di culto e un centro per il dialogo interreligioso. Ma più ci si addentra negli argomenti più saltano fuori le contraddizioni. L’agenzia nazionale per la sicurezza nucleare con sede a Genova è uno di questi. La Salis ha detto sì: «La sede è una scommessa da vincere. Se sarò eletta, ovviamente mi batterò per portarla qui». Sottolinea che non si tratta di centrali, ma di un centro di ricerca. Ma a Genova anche la politica di Avs si fa equilibrista. E Angelo Bonelli leader di Alleanza Verdi e Sinistra, a Genova per sostenerla, afferma: «Non siamo assolutamente contrari alla ricerca sul nucleare, in particolar modo su quello di fusione». Poi, però, ecco l’immancabile distinguo: «L’energia da fissione è superata dalla storia. Costa troppo ed è insostenibile. È una follia». E infatti la Salis prova a sterzare: «Non si parla di centrali, ma di sicurezza e sviluppo tecnologico. È un’opportunità per il lavoro». Il punto resta: niente reattori, ma lo sviluppo di ricerche senza prospettive applicative dove porterebbe? La faglia nella coalizione è aperta. E non è finita. «Genova capitale della lotta al gioco d’azzardo», dicono fieri Luca Pirondini e Tiziana Beghin del Movimento 5 stelle. Snocciolano i dati: +10% di scommesse online nel 2025, indebitamento in crescita, giovani sempre più vittime della ludopatia. «Il governo se ne frega, noi ci battiamo contro». La destra rinfaccia alla Salis, dal 2022 e sino all’inizio della campagna elettorale, di aver fatto parte del board della Fondazione Lottomatica, la creatura sociale di Lottomatica Spa: scommesse, casinò, lotterie, varie ed eventuali. La Fondazione, con i proventi degli scommettitori, sostiene progetti sociali. E la Salis, «a 30.000 euro l’anno», ha puntualizzato la lista Orgoglio Genova (che sostiene il candidato di centrodestra), silenziando l’uscita di un esponente 5 Stelle che aveva parlato di «incarico gratuito». Un boomerang perfetto. E poi c’è la Gronda, la nuova tangenziale ideata per alleggerire il traffico cittadino. «Considerando l’aspetto economico e di finanziamento che manca, non è un tema», affermava sibillinamente lo scorso marzo la Salis a Sampierdarena, davanti ai pentastellati. Il motivo? Mancano i soldi. Ma appena entrata nella sede di Confindustria, la candidata ha cambiato spartito: «È un progetto che serve alla città. Ovviamente non ci può essere un nuovo progetto, però sicuramente va valutato un progetto meno impattante quantomeno economicamente». Solo economicamente? I 5 stelle devono essersi turati il naso. Anche perché la rotta della Salis cambia con il tipo di pubblico a cui si rivolge. Davanti agli imprenditori diventa pragmatica. Davanti ai grillini scettica. Altra mina sul cammino della candidata progressista è lo stadio Luigi Ferraris. Da tempo servono lavori strutturali. Si parla di 100 milioni di euro. La Salis si aggrappa a un mutuo a lungo termine. «Il Comune può farlo. Credo in un progetto serio con la collaborazione di Cassa depositi e prestiti, Credito sportivo e altri attori pubblici». Il presidente della Regione, Marco Bucci, replica: «Un mutuo è difficile da sostenere se non ci sono fondi statali. E oggi non ci sono». La risposta della Salis: «Non voglio vedere lo stadio nelle mani di una società che costruisce centri commerciali. Il Comune può gestire tutto, con il supporto dei migliori gestori di sport». Il candidato per il centrodestra Pietro Piciocchi boccia la costruzione dello stadio usando i denari di tutti: «Non si può fare, a Firenze il Consiglio di Stato ha chiarito che non è possibile usare fondi pubblici per fare gli stadi, principio chiarito anche dal ministro dello Sport». Insomma, per non spaccare la coalizione, allergica agli investimenti privati, all’atomo e alle slot, ma tollerante con l’immigrazione incontrollata, la Salis deve farsi concava e convessa e puntare su una comunicazione che non affronti le questioni. Quando negli incontri pubblici le chiedono di parlare del programma, fa sempre riferimento al suo passato di atleta. Ogni questione viene affrontata con una metafora sportiva. Assicura che supererà ogni ostacolo come faceva da ragazza, possibilmente con il gioco di squadra. Ma qui non si tratta di organizzare la StraGenova, bensì di amministrare la città con il più grande porto italiano. Piciocchi è stato costretto a lanciare un appello sui social per chiedere di poterla incontrare in un confronto con «domande libere», così da poter mettere in luce tutte queste contraddizioni. Ma la candidata progressista, da iron woman qual è, lo sta seminando senza problemi. Chissà se ci riuscirà sino a domenica, giorno delle elezioni.
Francesca Albanese (Ansa)