2025-04-25
La sinistra fa il ponte e diserta l’aula
Alla celebrazione della Liberazione in Senato, chiesta dall’opposizione, mezzo Pd non si presenta. Assenti pure Renzi e Calenda. Appello impietoso per Avs: solo uno.Se le adunanze del Senato si chiamano sedute un motivo ci sarà. Ignoto però alla senatrice di Italia viva Raffaella Paita che alla roulette della visibilità ha puntato tutto sul 25 (aprile). Non gli è andata benissimo perché il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, con cortesia, ha fatto banco. Vuoto era ieri invece il banco del senatore di Rignano sull’Arno Matteo Renzi, capo fazione della Paita, che a celebrare la Resistenza non c’era, come parte delle brigate di sinistra. La Paita si è data pena di indirizzare a La Russa - l’intento era metterlo in difficoltà - per chiedere una formale celebrazione che di solito non si fa: «Hanno aderito tutti i capigruppo dell’opposizione: bisogna celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo». Seguono le firme di Francesco Boccia (Pd), Stefano Patuanelli (M5s), Julia Unterberger (Misto), Peppe De Cristofaro (Avs). E di costoro ieri in Senato non se n’è visto alcuno, eccezion fatta per il grillino che vanta un record di presenze. Ma siccome La Russa ha accolto l’invito e siccome c’è anche quella raccomandazione di buon senso del ministro Nello Musumeci a tenere le celebrazioni «nella sobrietà», ecco la Paita incalzare appena La Russa ha iniziato a parlare: «Si alzi in piedi!» con tanto di coretto del Pd. La Russa stupito, anche perché aveva cominciato volando alto («ricorre l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dalla sconfitta del fascismo. È una giornata importante nel solco degli ideali di democrazia, dialogo, comprensione, rispetto reciproco che sono scolpiti nella Costituzione e che sono il cardine della nostra comunità nazionale), ha risposto: «Va bene, ma poi dovete alzarvi per tutti gli interventi, peraltro non stiamo commemorando una persona scomparsa ma una celebrazione che guarda a ieri, vale per oggi e per il futuro». La Russa prende la palla al balzo e dice: «Allora visto che fate così perché anche questa polemica potrebbe avere un uso strumentale vista la ma postura accorcio il mio discorso e ricordo un documento che fu importante nella mia vita scritto a Fiuggi con grande sincerità e grande passione, dove senza reticenze affermavamo che “l’antifascismo fu il momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato”». Ed ecco la fatale inquadratura con i senatori che fanno ginnastica: su e giù a ogni intervento. Si scopre che Francesco Boccia capogruppo dem non è in aula. Una volta la Resistenza faceva saltare i ponti, ma forse il leader dei piddini ha preferito farlo il ponte. Mancano anche Carlo Calenda e l’unica sua senatrice, fatta la spunta si scopre che 14 su 36 del Pd non ci sono che di Avs ce n’è uno solo. Hanno preso troppo alla lettera la sobrietà e sono rimasti a casa oppure non hanno abbastanza resistenza al su e giù imposto dalla Paita. Sobrietà che si spera ci sia stamattina alle celebrazioni di Milano anche se le premesse non sono le migliori. I gruppi Pro Pal pretendono di stare in testa al corteo. Risponde Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano: «Ci sono delle regole, che vogliono loro che con la resistenza non c’entrano nulla?». Anzi. Sarebbe il caso di ricordare a chi vuole sfilare con la bandiera palestinese che il gran Mufti di Gerusalemme Amin al-Ḥusayni era alleato di Adolf Hitler, a cui consegnava gli ebrei da gasare.
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