2025-01-08
Mezze verità e balle colossali: così la sinistra cavalca il «caso» Starlink
Già a novembre Guido Crosetto aveva spiegato che il sistema satellitare non ha alternative.A novembre scorso il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si recava in Commissione Esteri e Difesa del Senato. Sentito dai parlamentari, spiegava che «per raggiungere il livello di Starlink (la società di Space X di Elon Musk, ndr) non basta saper fare i satelliti, ma occorre anche una capacità di lancio che oggi nessuno ha». Crosetto aggiungeva anche che l’Europa sta lavorando a un progetto, ma che i tempi sono lunghi. «Serviranno 5,10 o addirittura 15 anni». Nel frattempo? La risposta era ed è semplice. Bisogna fare i conti con Musk. Talmente ovvio che allora (parliamo di 2 giorni dopo le elezioni Usa) nessun senatore dell’opposizione e tanto meno leader dei loro partiti si è alzato per fare le barricate contro la trattativa in essere tra governo e Space X. Nessuno si allarmò perché evidentemente non ve ne era motivo. Peccato sia bastata una maliziosa agenzia Bloomberg al termine del blitz di Giorgia Meloni a Mara a Lago per far sollevare la buriana. I giornali, compresi quelli come La Repubblica che ne avevano già scritto, hanno da subito trattato il lancio come uno scoop. Forse per fare in modo che Pd, M5s e Matteo Renzi si stracciassero le vesti per il rischio Musk. lanciando strali e accuse che sono un mischione di verità, mezze verità e falsità. I partiti di opposizione hanno per prima cosa accusato il governo di aver dato un appalto senza gara, sebbene nessun appalto sia stato aggiudicato. Ma anche se fosse le scelte della Difesa passano in Parlamento (e così sarà per Starlink) per il vaglio economico e di sostenibilità. Non certo per la scelta di merito. Figuriamoci se la decisione su un carro armato piuttosto che un altro debba avvenire con il voto palese d’Aula. Sui satelliti militari è lo stesso. Tanto più in un caso come questo nel quale l’offerta sul mercato è nulla. A meno che si voglia andare su tecnologia cinese e qui ci sarebbe da farsi venire i brividi. A quel punto nelle ore concitate dell’opposizione si è detto che con Musk i dati sarebbero a rischio e non di nostro proprietà. Facendo volutamente confusione con le telecomunicazioni civili. Ci vuole un po’ di malafede per confondere comunicazioni criptate per la Marina e l’Esercito e la banda internet che possono usare i cittadini. Anche in questo caso e supponendo che parti un mega contratto civile i dati non sarebbero a rischio. A meno che non vogliamo tornare al pallottoliere per abbandonare Microsoft piuttosto che Amazon web service o altre piattaforme Usa. E comunque anche su internet civile c’è un esempio chiaro e lampante che ci viene dalla Lombardia.È in via di pubblicazione da parte di Aria (l’azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti) un bando, per il quale la Lombardia farà da apripista, da 6,5 milioni di euro per usare, in modo complementare alla fibra, le connessioni satellitari. Il Dipartimento per l’innovazione e la trasformazione digitale che fa capo al sottosegretario Alessio Butti mette sul piatto 5 milioni e 1,5 milioni saranno messi a disposizione dalla Regione. Ci si aspetta che la società di Musk partecipi ma sono tante le aziende che forniscono soluzioni simili. Tra gli operatori più noti ci sono Viasat, le australiane Nbn Sky Muster e Telstra, la canadese TeleSat. In questo caso saremmo a un accoppiamento di funzioni che - stando al Dipartimento - non metterebbe a rischio il progetto di Open fiber. Insomma, la materia è complicata e certo affidarsi a un operatore straniero non è come sviluppare un progetto in casa con tanto di indotto. Ma stiamo parlando di tecnologia così all’avanguardia che nessuno senza il Pentagono a supporto potrebbe svilupparla. Quando lo scorso novembre Crosetto parlava di capacità di lancio di Space X si riferiva a mini vettori capaci di trasportare in orbita fino a una dozzina di satelliti. Fra poco i nuovi vettori ne trasporteranno un centinaio alla volta. L’evoluzione di Starlink sarà così veloce anche e soprattutto in ambito Nato che sfilarsi sarebbe sciocco. La sovranità non c’entra nulla. Infatti, ieri pomeriggio il portavoce della Commissione Ue ha tenuto a precisare che un eventuale accordo tra l’Italia e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink è compatibile con la partecipazione al progetto Iris 2 e che «l’Italia, in quanto Stato sovrano ha il pieno potere discrezionale di procedere con decisioni e azioni sovrane». Quel concetto di sovranità che Pd e grillini hanno riscoperto solo nelle ultime ore. Una sovranità riscoperta a cui però non crede nessuno. Non tanto per le dichiarazioni riservate al «genio» Musk prima che diventasse uno dei due Dioscuri assieme a Donald Trump, ma per via del fatto che non c’è nessun allarme sicurezza o sovranità tecnologica nell’eventuale scelta della nostra Difesa di diventare utente Starlink. Per tutti i motivi che abbiamo elencato sopra. Certo, farsi tutto in casa sarebbe il top, ma è un sogno a cui non possiamo nemmeno aspirare. Nascerà un conflitto tra Space X e i vertici di Kkr (ricordiamo che non board c’è un certo generale Petreus)? Vedremo. Ma anche in questo caso si tratterebbe di sovranità nazionale, ma comuqnue Usa. Infine, un dettaglio non secondario. Non si possono ascoltare lezioni di sovranità da un politico come Giuseppe Conte che ad agosto del 2020 ha cercato notte tempo di scrivere un Dpcm che avrebbe consentito a Huawei un massivo impiego di propria tecnologia nel nostro 5G. Blitz che noi della Verità abbiamo seguito minuto per minuto e che è saltato perché da lì a poco sarebbe arrivato in Italia Mike Pompeo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.