2023-08-21
Sindaci, si rischia nuova profugopoli
Enti locali in allarme per i troppi arrivi, chiesti fondi per alimentare il business Intanto a Bari ha attraccato la Geo Barents con 55 immigrati, di cui 42 minorenni.Il Mediterraneo in questi giorni è una tavola piatta. Condizione decisamente favorevole per le traversate di migranti che continuano ad arrivare sulle nostre coste. Sono più di 100.000 ormai dall’inizio dell’anno. Ieri mattina nel porto di Bari ha attraccato la Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere, a bordo 55 migranti di cui 42 minorenni non accompagnati. La nave ong di Open Arms, che ha soccorso 195 migranti, sbarcherà martedì 22 nel il porto di Marina di Carrara, mentre la Life Support di Emergency, con 40 naufraghi a bordo, farà rotta verso Ortona.Nell’hotspot di Lampedusa ce ne sono già 2.427, anche lì molti minori non accompagnati: 228. Arrivano a centinaia ogni giorno e vengono trasferiti a botte di migliaia. Salgono su ogni mezzo: traghetti, aerei o navi militari, perché i pullman non bastano più. Un flusso costante che poi si riversa nelle nostre città. Città che adesso si rivoltano. Sono soprattutto i sindaci dem a protestare, così come i governatori. Per il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini «la situazione è oltre il livello di guardia». Sempre nella stessa regione, l’assessore al Welfare di Reggio Emilia, Daniele Marchi, anche lui dem, pensa di «organizzare un pullman per portare tutti a dormire al Viminale se il governo continuerà a mandarci migranti senza sosta». Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare di Bologna, ha detto: «Abbiamo sotto la nostra responsabilità 510 minori stranieri non accompagnati. Noi abbiamo finito tutte le possibilità di accoglienza». Il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, anche lui del Pd, dice sostanzialmente le stesse cose: «Abbiamo messo ulteriori brandine nelle nostre strutture, abbiamo cercato posti in tutte le comunità della provincia. Ma è del tutto evidente che non ci sono più posti». «Siamo nella più grande emergenza mai vissuta, almeno da quando sono in carica, e non succede nulla»,attacca il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, delegato all’immigrazione dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, «ho incontrato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a dicembre, poi c’è stata la convocazione il 4 agosto scorso e nel mezzo solo un po’ di interlocuzione tecnica».Marcello Pierucci, sindaco dem del piccolo Comune di Camaiore, in Versilia, minaccia di incatenarsi piuttosto che piantare tende. E dice: «Ben cinque nuclei familiari versiliesi sbattuti fuori dai centri di accoglienza straordinaria, è l’ennesimo gravissimo scaricabarile del governo nazionale sui Comuni»I sindaci leghisti del Veneto non vogliono altri arrivi, il sospetto è che gli amministratori dem, pur non avendo il Partito democratico alcuna capacità di fare una seria opposizione sul tema, stiano montando una crociata per ottenere più fondi. Più fondi che serviranno ad assumere nuovo personale per gestire un nuovo giro di centri di accoglienza che, come già accaduto in passato, potrebbe arricchire molte associazioni. Intanto il Viminale ha in mente un nuovo piano per la redistribuzione. I migranti non verranno collocati più solo in base alla proporzione della popolazione delle città di destinazione ma anche in base alla superficie del territorio. Rispettivamente il calcolo verrà fatto sul 70% del numero dei residenti e sul 30% dell’ampiezza del territorio dove dovranno essere ospitati. Così si potrebbe avere un aumento di arrivi in Regioni a bassa densità popolosa come Sardegna e Sicilia, per cercare di alleggerire le pressioni nei comuni più popolosi. E sempre con l’idea di diminuire la pressione degli arrivi, nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) si pensa di applicare un turn over. È previsto infatti un censimento degli attuali ospiti, oltre 110.000, per capire se debbano essere ancora assistiti oppure no. Insomma, non soldi a pioggia come vorrebbero i sindaci del Pd, ma ottimizzazione del sistema.
Crollano le forniture di rame, mercato in deficit. Trump annuncia: l’India non comprerà più petrolio russo. Bruxelles mette i dazi sull’acciaio, Bruegel frena. Cina e India litigano per l’acqua del Tibet.
Elly Schlein (Imagoeconomica)