2025-09-25
Sindacati europei vicini ai profughi però senza snobbare i propri iscritti
Scioperi in Francia (Ansa)
Altro che qui: le sigle spagnole, tedesche e francesi si mobilitano per i lavoratori.AAA Cercasi sindacato disperatamente. C’era una volta il sindacato, in particolare la Cgil che si vantava con orgoglio di essere il principale difensore dei diritti dei lavoratori, che trovavi in fabbrica a difendere il potere d’acquisto dei salari o che faceva le barricate per aumentare le pensioni. Ora la Cgil si mobilita per Gaza, mollata anche dal suo storico alleato, la Uil, che come la Cisl ha capito che il posto del sindacato è altrove. La sigla guidata da Maurizio Landini conta tra gli iscritti soprattutto pensionati, ma da tempo li ha mollati al destino di una vita grama, tranne qualche dichiarazione consolatoria. Quanto agli operai, perfino l’annunciata chiusura temporanea delle fabbriche di Stellantis in mezza Europa (forse la più grave crisi nella storia dell’azienda) si svolge mentre Landini tuona su Gaza.Un paradosso troppo evidente per non porsi qualche domanda. A qualcuno magari torneranno in mente le parole del segretario di Azione, Carlo Calenda sul silenzio del leader della Cgil su Stellantis per non urtare la suscettibilità de La Repubblica. Ma anche ammesso che sia così, la differente attenzione riservata alla crisi del principale gruppo industriale italiano, rispetto alla questione della pace a Gaza, è troppo macroscopica per non indurre a una riflessione.Veniamo ai fatti. Mentre ieri continuavano gli echi della manifestazione di lunedì, il giornale francese Les Echos ha fatto esplodere una notizia che in altri tempi avrebbe davvero mobilitato il sindacato. Stellantis ha annunciato ai rappresentati dei lavoratori di Poissy che lo stabilimento (circa 2.000 persone impiegate), rimarrà fermo per tre settimane, dal 13 ottobre al 3 novembre. I dipendenti saranno costretti a una settimana di ferie forzate e 12 giorni di disoccupazione. Il quotidiano aggiunge che «l’arresto della produzione ad ottobre toccherà anche altri 5 stabilimenti europei», le fabbriche di Eisenach in Germania, di Saragozza in Spagna, del polo polacco di Tychy. Madrid e Pomigliano si fermeranno rispettivamente 14 e 15 giorni. Circa 62 giorni di stop che secondo Les Echos «sono il sintomo di una Stellantis in difficoltà in Europa».A Pomigliano si farà ricorso al contratto di solidarietà per la sospensione temporanea della Panda dal 29 settembre al 6 ottobre e dell’Alfa Romeo Tonale dal 29 settembre al 10 ottobre. La causa è la flessione delle vendite e di conseguenza un surplus di vetture già prodotte. Inevitabili anche i risvolti sull’indotto locale.La raffica di chiusure in mezza Europa e con l’Italia che non si salva, avrebbero dovuto mobilitare i sindacati, a cominciare dalla Cgil. Cosa accade invece nel resto d’Europa, dove i sindacatu sono comunque vicini alla causa palestinese? In Germania, il potente Ig Metall, quando il gruppo Volkswagen ha paventato, a dicembre 2024, una potente sforbiciata degli stipendi e la chiusura di 3 impianti nella stessa Germania, cosa mai vista a causa della crisi del settore, ha chiamato allo sciopero decine di migliaia di operai sparsi nei 9 stabilimenti nazionali della casa automobilistica con la più grande protesta nelle fabbriche tedesche dal 2018, quando a incrociare le braccia furono in 50.000. In Francia i sindacati non si risparmiano nella difesa degli interessi dei lavoratori. Nel 2023 contro la riforma delle pensioni hanno portato in piazza 3,5 milioni di lavoratori tra adesioni agli scioperi e manifestazioni, paralizzando il Paese. E questo «solo» per lo slittamento dell’età pensionabile minima, spostata in avanti di tre mesi l’anno, passando dai 62 anni attuali ai 64 nel 2030. «Se Emmanuel Macron non vuole una Francia paralizzata e una settimana senza luce, farebbe meglio a ritirare la sua riforma» tuonò Sébastien Ménesplier, segretario generale del sindacato dell’energia Cgt. Ed è di pochi giorni fa il grande sciopero indetto contro i tagli alla spesa pubblica.In Spagna i sindacati Ugt e FeSmc-Ugt, ad agosto, nel pieno della stagione turistica, hanno proclamato uno sciopero nazionale per i lavoratori di Azul Handling, società che gestisce i servizi a terra di Ryanair, contro la precarizzazione del lavoro.
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)