2021-10-01
«Silvio morde gli alleati». Il Cav smentisce
«La Stampa» attribuisce a Berlusconi una stroncatura dei leader di Carroccio e Fratelli d'Italia: «Loro premier? Non scherziamo». Poi una battuta su Luca Morisi: «Aveva il difetto di essere gay». Lo staff azzurro però sfida Giannini: «Non c'è stata alcuna intervista»«Io gli direi di godersi una serena vecchiaia». Neppure due settimane fa Massimo Giannini commentava così, a Otto e mezzo e con approccio lievemente acido, l'aspirazione di Silvio Berlusconi di correre per il Quirinale. Lilli Gruber, padrona di casa del salotto rosso di La 7, gongolava. Il direttore della Stampa ha evidentemente deciso di riferire direttamente al Cavaliere la battuta e nel giorno dell'85° compleanno gli ha telefonato per gli auguri. Il regalo invece lo avrebbe ricevuto lui, con confidenze assortite fra i convenevoli, tramutate nell'articolo pubblicato sul suo giornale sotto l'occhiello «Il colloquio» e non «L'intervista», perché non lo era. Ma il giornalismo prevede anche questo approccio e stupirsi è da educande.Le parole di Berlusconi hanno avuto il potere, come spesso accade, di terremotare la giornata politica e soprattutto gli alleati. Frasi come «Sono pronto a tornare in campo, ce n'è bisogno con questa penuria di classe dirigente», «Se Draghi va al Quirinale a chi dà l'incarico di fare il nuovo governo, a Salvini, alla Meloni? Ma dai, non scherziamo», hanno avuto l'effetto di uno sparo in un campeggio semiaddormentato all'alba. Il leader di Forza Italia ha subito preso le distanze dalle affermazioni al vetriolo e l'ufficio stampa ha emesso una nota con la quale spiega che «il presidente Berlusconi non ha mai rilasciato alcuna intervista a La Stampa e smentisce le parole a lui attribuite». Giannini non l'ha presa bene e in un intervento a Radio anch'io ha replicato: «Non mi occupo di smentite dello staff di Berlusconi. Ho avuto una conversazione con il leader di Forza Italia nel giorno del suo compleanno. Non ho difficoltà a riportare lo sbobinato». Uno a uno, palla al centro.Il blitz del direttore non ha ottenuto l'effetto desiderato perché sia Matteo Salvini, sia Giorgia Meloni hanno deciso di tenere il profilo basso sulla faccenda. Il leader della Lega ha liquidato la diatriba con una battuta: «Non commento interviste smentite, mi fido di Berlusconi». La numero uno di Fratelli d'Italia è andata oltre: «Ieri mi sono svegliata e ho trovato su ben due giornali un titolo virgolettato attribuito a me di una frase che non ho mai detto. Quindi prendo queste dichiarazioni sempre con un po' di beneficio del dubbio». Nel presunto colloquio, Berlusconi avrebbe avuto parole poco diplomatiche anche sulla vicenda che ha travolto il guru social Luca Morisi: «È chiaro che questa faccenda è un danno per Salvini e per la Lega. Quando c'è di mezzo la droga poi ci si fa sempre del male. Però se andiamo a vedere bene, alla fine il caso politico non esiste». Un attestato di solidarietà completato con un'uscita urticante: «Stiamo sempre a parlare di lesbiche e di omosessuali. In fondo Morisi che ha fatto? Aveva solo il difetto di essere gay».Sempre nella «Giannini version», il Cavaliere avrebbe lanciato un siluro anche sulle macerie della sinistra di lotta e di governo, e sulle elezioni tedesche. «Non è solo il centrodestra in difficoltà, è tutta la politica italiana a essere in confusione totale. Anzi lo è tutta la politica internazionale. Guardo quello che sta succedendo in Europa, soprattutto in Germania, dove di fatto non ha vinto nessuno e Olaf Scholz pretende di formare un nuovo governo. Io lo conosco bene, il signor Scholz, e le assicuro che è un politico modesto. Troppo modesto per guidare un grande Paese come la Germania che esce dai 16 anni di Angela Merkel».Le dichiarazioni sono lì da leggere e in attesa dello sbobinato dell'ex vicedirettore di Repubblica - noto per le sue posizioni orgogliosamente progressiste e fin qui protagonista di un exploit editoriale al contrario (La Stampa cara alla famiglia Agnelli-Elkann è sotto la soglia delle 100.000 copie vendute in edicola) - non resta che segnalare nell'articolo la riproposizione di vecchie dichiarazioni del Cavaliere a Fortune (quella era un'intervista vera). Galleggiano nella bagna cauda anche amenità di modernariato politico come il lettone nella dacia di Vladimir Putin e le peripezie di Gianfranco Fini ai tempi della casa di Montecarlo. Maledetto spazio da riempire. Giannini conosce bene Berlusconi, nel 2008 gli ha dedicato un libro dal titolo Lo statista. Sottotitolo equilibrato: «Il ventennio berlusconiano tra fascismo e populismo». Conduttore di Ballarò e in seguito direttore di Radio Capital, il giornalista romano recentemente ha molto criticato il Cavaliere per la richiesta di posticipare la deposizione in tribunale a Milano nel processo Ruby ter. «Questa è una vicenda stucchevole, va avanti da 27 anni il tentativo di Berlusconi di sfuggire ai suoi processi», ha sottolineato in tv. L'ex premier sta meglio e si appresta, dopo il via libera dei medici, a tornare a Roma per dare un contributo sostanziale alla coalizione impegnata a gestire elezioni amministrative complicate. L'intervista fantasma è un sassolino in più nella scarpa. Queste fibrillazioni avvengono regolarmente anche a sinistra. Ma con tutto il rispetto per il faro della corrente thailandese del Pd, Berlusconi non è un Goffredo Bettini qualunque.