2022-12-05
Il significato del ballottaggio senatoriale in Georgia
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Il ballottaggio di martedì è finalizzato soprattutto a chiarire gli equilibri interni al Partito repubblicano.Ci siamo quasi. Domani, martedì 6 dicembre, si terrà l’atteso ballottaggio per il seggio senatoriale della Georgia. Una tornata resasi necessaria dopo che – alle elezioni di metà mandato dello scorso 8 novembre – nessuno dei candidati in lizza era riuscito a superare la soglia del 50% dei voti: ricordiamo che il cosiddetto Peach State è uno dei pochi Stati che prevede il ricorso a un secondo turno in questo specifico caso. All’epoca, la sfida si era conclusa quasi con un testa a tesa: al primo posto si era classificato il senatore dem uscente Raphael Warnock al 49,44%, tallonato dal candidato repubblicano trumpista Herschel Walker, arrivato al 48,49% dei consensi. A complicare la situazione ci si è messo il candidato libertario, Chase Oliver, che aveva racimolato un significativo 2,07%. Resta comunque il fatto che, lo scorso 8 novembre, vari elettori repubblicani hanno esercitato una specie di voto disgiunto, sostenendo alle urne il governatore del Gop uscente, Brian Kemp, e – al contempo – Warnock per il Senato. Non a caso, Kemp è stato trionfalmente rieletto contro la candidata dem, Stacey Abrams. In tal senso, non è affatto escludibile che la natura marcatamente trumpista di Walker possa aver influito negativamente sulla sua performance. Venendo al ballottaggio di domani, secondo la Cnn, «più di 1,8 milioni di abitanti della Georgia hanno votato in anticipo dopo solo circa una settimana. Finora gli elettori neri hanno costituito quasi un terzo dell'elettorato precoce, mentre più di un quarto degli elettori finora ha meno di 50 anni». Questi dati sembrerebbero suggerire un vantaggio per Warnock, anche se è oggettivamente ancora troppo presto per dirlo. Come che sia, secondo un recente sondaggio della stessa Cnn, il senatore dem uscente risulterebbe attualmente avanti di circa quattro punti sullo sfidante dell’elefantino. In tutto questo, va anche rilevato che l’elemento politico interessante di tale tornata elettorale è principalmente interno al Partito repubblicano. Qualunque sia l’esito del ballottaggio, i democratici hanno già blindato infatti la maggioranza al Senato. Gli occhi sono quindi principalmente puntati sui destini di Walker, per testare l’effettiva forza di cui gode Donald Trump. Un Trump che, come sappiamo, è uscito significativamente azzoppato dalle ultime Midterm, a causa del naufragio di alcuni suoi candidati senatoriali (soprattutto in Pennsylvania e Nevada). Va quindi da sé che, qualora Walker dovesse fallire al ballottaggio, l’ex presidente si ritroverebbe ulteriormente indebolito: nel dettaglio, un simile risultato metterebbe a rischio la nuova candidatura alla Casa Bianca, da lui annunciata appena lo scorso 15 novembre. È pertanto fortemente probabile che la Georgia rappresenterà, in seno al Partito repubblicano, un’occasione in vista di un redde rationem per le primarie presidenziali del 2024. Non è del resto un mistero che stiano da tempo scaldando ufficiosamente i motori vari importanti esponenti del Gop: dal governatore della Florida Ron DeSantis al collega della Virginia Glenn Youngkin, passando per l’ex segretario di Stato Mike Pompeo e per l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley. Insomma, un’eventuale sconfitta di Walker darebbe a tutti costoro la “scusa” per candidarsi alla nomination contro l’ex presidente.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)