2019-07-01
Si parte. Ecco la valigia perfetta. I segreti per metterci tutto ciò che ci serve
Preparare i bagagli è un rito controverso: li odiamo perché ci costringono a scegliere, li amiamo perché sono un pezzo di casa che portiamo con noi. Non bisogna metterci troppo ma nemmeno troppo poco. Occorre predisporsi per tempo in modo da non dimenticare nulla. Servono esperienza, pazienza e la voglia di scoprire quello che il viaggio riserverà.Mai è tempo di valigie come in estate: aprirle e prepararle sancisce l'inizio emotivo del viaggio che poi, effettivamente, principierà con quei bagagli chiusi al nostro seguito. Si odia preparare le valigie, perché bisogna selezionare che cosa metterci. Ma, al contempo, si ama farle, perché saranno una mini succursale ambulante della nostra casa, intesa innanzitutto come raccoglitore delle nostre cose, vestiti in primis, che avremo con noi quando da essa saremo lontani. «Nei periodi in cui non viaggiamo, non sappiamo che farcene della valigia. È scomoda, ingombrante. Chi vive in un piccolo appartamento può tenerla sotto il letto. Con una valigia grande e un trolley piccolo basta infilare l'uno dentro l'altra. Di solito il bagaglio rimane in disparte finché non ne abbiamo bisogno, e quando escono allo scoperto significa che è tempo di viaggi. È ora di partire. Millie, il mio cagnolino, lo sa bene, e quando tiro fuori la valigia inizia a zampettare per la stanza, con la paura di essere lasciata a casa», scrive Susan Harlan in Fare i bagagli, viaggio pratico e filosofico all'interno del mondo dei bagagli.La filosofiaLa maggior parte di noi non è affatto interessata all'aspetto filosofico delle valigie: brutalmente, ci importa del lato pratico. Farci entrare tutto e, soprattutto, come disporlo. Realizzare la valigia perfetta non è semplicissimo, ma ci si può riuscire. Innanzitutto, a meno che non si parta in auto, caso in cui le valigie le porta la stessa automobile, spostandosi in treno o aereo, è meglio viaggiare con una sola valigia, di misura appropriata al «carico». Capita, infatti, di vedere persone con due trolley piccoli attaccati alle mani, uno zainetto che pende sulla schiena, un altro davanti, sul petto, due piccoli borsoni uno per scapola e, magari, qualche altro bagaglio sul manico del trolley… Tutti «pezzi piccoli», di fronte ai quali avrebbe molto più senso compattare il bagaglio in un unico, certo pesante, «pezzo grosso». Ci si domanda, infatti, perché gli appassionati dei tanti pezzi piccoli preferiscano viaggiare accessoriati come alberi di Natale, ammantati di cose che penzolano dal proprio corpo esattamente come le palline decorative dall'abete, anziché avere una sola grande valigia e tenere libero il corpo. Saperlo… Il vantaggio dell'unica valigia, a pensarci, è molteplice. La si può gestire con una mano sola e tenere libera l'altra. Anche durante i trasbordi, per esempio, dal taxi al treno o dal bus all'aereo, può capitare di voler prendere un caffè, di dover andare in bagno, di correre se si è in ritardo: certamente, messi come un grappolo d'uva non si corre, né si va in bagno, né si sorseggia un caffè piacevolmente.Tutto al suo posto La valigia unica è un bagaglio «pulito»: tutto è sistemato in un unico posto. E se, un tempo, poteva essere davvero oneroso spostarla, oggi, con i trolley con quattro ruote girevoli è diventato veramente facile. Come farla, dunque, al meglio? Non conviene mai preparare valigie all'ultimo secondo, a meno che non si debba partire di corsa, ma per le vacanze non avviene così. Come si organizza la vacanza con anticipo, conviene organizzare con anticipo la valigia. L'ideale è cominciare ad approntare una lista delle cose che vi vorrete portare e che, man mano, vi verranno in mente. Immaginate che cosa vorrete fare in vacanza e scrivete. Suddividete le cose prima per tipologia (per esempio: vestiario per mare - voglio andarci ogni giorno, vestiti per uscire - voglio fare notte fonda ogni sera, creme - voglio coccolarmi perché durante l'anno non ho molto tempo, profumi, libri - in spiaggia voglio leggere, farmaci eccetera, annotando qualunque cosa vi verrà in mente). Poi, specificate (per esempio sotto «vestiario mare» scrivete «costume blu», «costume rosso», «infradito nuovi» e così via). Ragionate in termini di cambi e giorni. Decidete prima il rapporto tra cambi e giorni. Dieci giorni, dieci cambi, per esempio, ma per le classiche vacanze estive dovrete predisporre il doppio dei cambi, perché di giorno sarete al mare, o in montagna, o a trottare per visitare musei in caso di vacanza urbana e, di sera, fuori. Potete organizzare i cambi anche «a raggiera», con un elemento centrale che può essere indossato due volte e, appunto a raggiera, i complementi da usare una sola volta: in questo modo, un cambio coprirà due giorni anziché uno. Un esempio al maschile: un abito o un paio di pantaloni e due camicie con annesse calze, scarpe, cintura, cravatta abbinati. Uno al femminile: una gonna con un top e una camicia e due paia di scarpe. Pare che i compagni di danza di Audrey Hepburn, dopo la sua fama hollywoodiana, raccontassero che aveva sempre avuto un'eleganza innata, perché all'epoca in cui studiava danza e non era ancora un'attrice, pur possedendo soltanto due gonne e due camicie, quindi un massimo di quattro outfit, sembrava sempre indossare outfit diversi perché cambiava sempre il foulard al collo - ne aveva decine. Tenete a mente questo trucchetto, verità o leggenda che sia. Alcuni capi e accessori funzionano come jolly: si affiancano bene a più cambi. Quando avrete deciso il numero di cambi, buttando giù delle idee ma anche guardando direttamente nell'armadio, disponeteli da qualche parte, come sul tavolo o sul letto, per tipologia e ben piegati, e abbinateci gli ulteriori jolly, dalle giacche ai cappelli, dalle borse alle scarpe. Vietato l'effetto tetrisLe scarpe ci conducono a un altro dei dilemmi relativi alla preparazione della valigia. Come disporre il bagaglio in valigia? Sconsigliamo la disposizione a Tetris, il vecchio gioco degli anni Ottanta nel quale si dovevano girare i pezzi, di varia foggia, in cascata, per incastrarli con quelli già in cascata (a un certo punto, per fare completamente impazzire gli appassionati, venne rilasciato anche il Tetris tridimensionale…). Qui non conta tanto la forma, com'è per i mattoncini del Tetris, ma l'ordine. Non ha senso incastrare una scarpa e uno scialle, uno slip e il tubo della crema solare protettiva. Lo ha, piuttosto, tenere tutto vicino per tipologia. Dunque, cominciare sempre mettendo sul fondo le scarpe, naturalmente imbustate punta di una contro calcagno dell'altra e viceversa, nelle cosiddette dust bag o, al limite, in semplici sacchetti. Tra paio e paio, resteranno intorno delle «cavità», che potrete riempire con altre piccole bag o cose che sono più un unicum che un copioso gruppo, dai costumi al telo, dalla maschera alle pinne, dalle borse ai cappelli (piegati). Completato il primo strato delle cose dure, si possono mettere i vestiti. Ci sono due scuole di pensiero: disporli piegati oppure arrotolati. Gli «arrotolisti» sostengono che arrotolandoli non si farebbero pieghe. Vero se il pantalone arrotolato non è conficcato in una massa chiusa dentro una valigia. Se gli mettiamo sopra e intorno altre cose premute, avremo le pieghe. E allora tanto vale mettere i vestiti piegati e, per togliere le pieghe, accessoriarsi di un bel ferro da stiro pocket da viaggio. Terminato di sistemare gli strati di abiti, sistemate l'intimo nella tasca retata interna. E il restante, dai beauty case alla macchinetta fotografica, sopra ai vestiti. Nel caso dei beauty case da mettere in valigia, usarne vari piccoli, suddividendo il contenuto di ciascuno per tipologia (il beauty per le creme, il beauty per i detergenti, il beauty per il maquillage) anziché uno solo molto grande, può essere meglio. Se lo portate a mano, e sarà bello grande, vale il contrario. Evitate di portare con voi oggetti che sapete di trovare dove andrete. Va bene, al limite, essere un pochino previdenti, ma non siate esagerati.Placate l'ansiaCi sono persone che riempiono la valigia di medicine eventualmente, anzi, remotamente necessarie (dall'aspirina all'antinausea), eppure si recano in posti dove le farmacie... esistono! Gli asciugamani per l'igiene personale: insomma, gli alberghi li hanno… Si può incorrere anche in buona fede nel bagaglio sovraccarico di oggetti inutili, ma dovremmo riflettere - in questo caso, sì, filosoficamente e soprattutto psicologicamente - sul perché lo facciamo. Non dobbiamo mai eccedere nel controllo. La vacanza è anche una vacanza da quella quotidianità nella quale dobbiamo pensare a tutto, impariamo a non preoccuparci di qualcosa ancor prima che accada, a maggior ragione se non sappiamo se accadrà. Lasciate a casa l'aspirina e l'antinausea se non soffrite di patologie per cui ne avete bisogno, e l'ombrello se le previsioni danno sole che spacca le pietre, e un maglione di lana «per emergenza» se andate in un'isola caldissima. Se vi occorrerà un cachet, andrete in farmacia, se pioverà cercherete un riparo oppure vi godrete la pioggia, se sull'isola caldissima dovesse incredibilmente presentarsi una giornata con 0 gradi cercherete un maglione in loco oppure starete al caldo in albergo. La valigia perfetta è, innanzitutto, quella che contiene solo il veramente necessario, ricordatevelo. Scrive la Harlan: «Stando all'industria dei bagagli, fare la valigia non è un'attività banale, ma un'abilità specifica che può essere appresa. E la maestria va a braccetto col consumismo». Anche pensando al consumismo, troviamo più divertente, allora, darsi al consumismo in vacanza, comprando souvenir e quant'altro, anche se si trattasse di qualcosa di assolutamente inutile, perché sarà utile a ricordarci quel viaggio. «Mettete» in valigia, dunque, lo spazio per accogliere ciò che al momento di chiudere la valigia vi sarà ignoto, ma che scoprirete e, ancora, scoprirete di volere, durante il viaggio stesso.
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».