2024-10-03
Sharia nei municipi italiani: accettato il ripudio islamico
Uomo del Bangladesh «divorzia» dalla consorte, che picchiava e insultava, perché pretende di uscire di casa da sola. E «Fuori dal coro» scopre che il Comune di Ancona ha annotato l’atto, non riconosciuto dallo Stato.Liton, operaio bengalese alla Fincantieri di Ancona, è convinto che la moglie Jasmine (per lei è d’obbligo il nome di fantasia) sia diventata «una puttana. Prima era brava, adesso vuole camminare e vestire come i cristiani», ha detto il quarantunenne arrivato dal Bangladesh alla giornalista Serena Pizzi, nel servizio andato in onda ieri sera nel programma Fuori dal coro di Mario Giordano, su Rete 4. Per questo Liton l’ha ripudiata, con tanto di annotazione all’Anagrafe del Comune di Ancona. La sharia è entrata in Italia grazie alla complicità delle nostre amministrazioni? Jasmine ha raccontato di essersi sposata a 15 anni, anche se nei documenti figurava già maggiorenne. Nozze combinate, dalle quali sono nati due figli. Il marito si è sempre comportato male: «Mi picchiava, mi segregava in casa», riesce a dire con un filo di voce. Da tempo vive in una struttura protetta in provincia di Ancona, con i bimbi minorenni. Ha denunciato l’uomo per maltrattamenti e infine ha cercato di chiedere la separazione giudiziale. «A quel punto la signora ha scoperto che un anno prima il marito l’aveva ripudiata», spiega l’avvocato Andrea Nobili, che assieme al collega Bernando Becci tutela i diritti della signora. Liton è riuscito a presentare un documento trasmesso dal Bangladesh, con il quale aveva risolto nel modo islamico il matrimonio pronunciando la triplice formula del ripudio secondo la talaq. E, incredibilmente, il Comune l’aveva accolta. Daniele Silvetti, sindaco di Ancona, ha cercato di dribblare le domande di Fuori dal coro, sostenendo che non si trattava di registrazione ma di annotazione (entrambi atti formali a livello anagrafico), però la gravità dell’atto rimane. Il dirigente dei servizi anagrafici, al quale il primo cittadino aveva lasciato l’onere di dare una spiegazione, ha detto che «non c’è la possibilità di rifiutare un’annotazione perché contraria all’ordine pubblico italiano» e solo se troverà «una formula legittima per annullare» l’annotazione del ripudio, «lo farà». L’avvocato Becci, invece, chiarisce con La Verità che il funzionario «aveva il dovere di rifiutare l’annotazione proprio perché vìola il principio di ordine pubblico interno e internazionale. E va contro il principio di parità tra uomo e donna, dal momento che il ripudio è un atto unilaterale, affidato alla sola volontà maschile. Già il matrimonio islamico lo viola, in quanto si fonda su di una serie di prestazioni non uguali tra i coniugi».I legali hanno scoperto la vergognosa storia del ripudio mentre cercavano l’atto di matrimonio della coppia. Non ne hanno trovato traccia, però nella scheda anagrafica di Jasmine «c’era l’annotazione che era divorziata» come da documentazione allegata, tradotta e certificata dall’ambasciata italiana a Dhaka. Nella quale l’atto unilaterale di ripudio della moglie da parte del marito era trascritto così come era avvenuto, davanti all’autorità bengalese. Quindi il Comune ha preso atto che la signora era divorziata secondo rito islamico, in violazione dei principi di ordine interni dell’Italia e internazionali, e ha fatto entrare la trascrizione nei registri di stato civile del nostro Paese. Questo significa accettare, o chiudere un occhio, su un ripudio solo ammissibile nell’islam, non per l’ordinamento giuridico italiano. Per la Cassazione, la talaq viola il principio di non discriminazione tra uomo e donna mettendo in atto una discriminazione di genere. «Abbiamo fatto ricorso in Appello», informano i due avvocati, «chiedendo che sia cancellata l’annotazione nella scheda anagrafica. Poi tuteleremo la signora nella separazione giudiziale». Nel frattempo Jasmine ha imparato l’italiano, si è presa la patente e cerca un lavoro.«A mia moglie piace andare in giro come te, con i capelli sciolti e senza velo. Ma la mia legge è altra cosa» ha detto il bengalese alla giornalista di Fuori dal coro. «Lei va in giro da sola, senza il mio consenso». Liton è in buona compagnia, purtroppo, alla faccia dell’integrazione con i valori e le leggi del mondo Occidentale. Ad Ancona, il 14% dei cittadini è di origine straniera e la maggior parte di loro sono musulmani che hanno a disposizione tre centri culturali e una moschea. I bengalesi sono più di 4.000. «Quattro mogli può avere un uomo secondo la religione islamica, la donna un solo marito e non può parlare o guardare altri uomini. Deve stare in casa, fare da mangiare, occuparsi dei bambini e fare quello che dice il capo famiglia. Se esce, deve camminare un passo dietro al consorte», spiega a Fuori dal coro un gruppo di migranti dal Bangladesh che si è insediato nel capoluogo delle Marche.«Registrano in Italia anche i matrimoni che fanno nelle loro terre, contratti nei quali è prevista la vendita della donna per la dote, ed è prevista la poligamia. L’idea che si fanno è di poter vivere nel nostro Paese secondo quei contratti illegittimi, una cosa gravissima», precisa alla Verità Anna Maria Cisint, per otto anni sindaco di Monfalcone, deputato della Lega al Parlamento europeo dalle elezioni di giugno. Aggiunge che anche a Monfalcone si erano presentati per registrare un atto di ripudio «ma il funzionario si è opposto dicendo “siamo in Italia” dove non è possibile ripudiare la moglie». L’europarlamentare, sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalle comunità islamiche, sottolinea che la registrazione non «rende valido quel contratto di matrimonio per noi illegale, ma fa sì che due persone vengano dichiarate “parenti” e quindi finiscano nella piattaforma Inps. Così cominciano a beneficiare del welfare italiano, pur professando la poligamia e il diritto al ripudio da parte maschile. Non deve accadere tutto ciò. Ed è intollerabile che quei contratti finiscano registrati allo stato civile con una serie di omissis per occultare le violazioni alla nostra legge, dopo che uno dei due è diventato cittadino italiano giurando sulla nostra Costituzione. Quanto fessi siamo in Italia?».In questo modo, pure il ripudio si pensa che venga registrato. Come è accaduto ad Ancona.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.