2020-03-11
Sforata la soglia dei 10.000 ammalati. Isolati 15 bambini di un asilo aostano
Torniamo a essere il secondo Paese al mondo più colpito dal contagio dopo la Cina. Aumentano i guariti (+280) e i decessi (+168, 631 in tutto). Scala la classifica la Spagna, che supera la Francia e la Germania.Torniamo a essere il secondo Paese al mondo più colpito dal contagio coronavirus. Dopo la Cina, l'Italia recupera un triste primato, con oltre 10.000 infettati (10.149 per l'esattezza), 529 in più rispetto a lunedì. Siamo prima di Iran (8.042) e Corea del Sud (7.513), stando agli aggiornamenti di martedì sera. Poco consola che a scalare la classifica ci sia pure la Spagna, salita vorticosamente a 1.646 casi, più di Francia (1.606) e Germania (1.281). Il bollettino di ieri della Protezione civile comunicava dunque 10.149 persone contagiate nel nostro Paese, i positivi sono 8.514, con un aumento più contenuto rispetto al giorno precedente (+ 529, esclusa una quota della Lombardia). I ricoverati in terapia intensiva sono 877 (+144) e rappresentano il 10,3% dei casi attuali; 5.038 pazienti risultano ricoverati con sintomi, 2.599 si trovano in isolamento domiciliare. È aumentato il numero delle persone guarite (+280), portando il totale dei pazienti dimessi a 1.004. Purtroppo cresce anche il numero dei deceduti (+168), elevando a 631 il numero delle vittime da coronavirus (6,2%). Non si trattava di persone solo colpite dal Covid-19 «ma presentavano insieme altre patologie», ha tenuto a precisare il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. Il maggior numero dei decessi si è avuto in Lombardia (135), in Emilia Romagna (15), Veneto (6), Piemonte (4), a seguire Marche (3), Friuli Venezia Giulia (2), Abruzzo (1), Lazio (1), Liguria (1). Le persone che non ce l'hanno fatta appartenevano per il 45% alla fascia di età da 80 a 89 anni, il 32% era tra i 70 e i 79 anni, il 14% superava i 90 anni, l'8% aveva tra i 60 e i 69 anni, il 2% tra i 50 e i 59 anni. Il maggior numero di contagi rimane sempre in Lombardia con 5.791 casi (+322), seguita da Emilia Romagna con 1.533 (+206), Veneto 856 (+74), Piemonte 453, Marche 394, Liguria 141, Campania 127, Toscana 264, Sicilia 62, Lazio 116, Friuli Venezia Giulia 116, Abruzzo 38, Puglia 59, Umbria 37, Calabria, Sardegna 20, Valle D'Aosta 17, Trento 52, Molise 15, Basilicata 7. Ieri la Protezione civile invitava a non prestare ascolto a fake news: «Stiamo ricevendo numerose segnalazioni sulla diffusione di messaggi che prevedono prossimi scenari di evoluzione dell'emergenza coronavirus a firma del dipartimento. Smentiamo decisamente queste voci e rinnoviamo l'invito ad informarsi sempre sui canali ufficiali», raccomandava Borrelli. Se potremo vedere in tempi rapidi gli effetti dei provvedimenti adottati. in tutto il Paese, è ancora troppo presto per affermarlo secondo il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro che ha parlato di misure «non istantanee». «Anche le persone che sono in convalescenza continuano a rimanere infette», ricorda il professor Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano. Se non si comprendono i divieti in ogni zona del Paese «non basteranno 3 mesi», tuona l'esperto. «Sento troppa gente che è convinta si tratti di una banale influenza un po' più concentrata nel tempo. Non è così», avverte il professor Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità in un articolo sul Corriere della Sera dove insiste sulla necessità di restare a casa per rallentare la diffusione del virus. Tagliare i contagi perché il virus corre più veloce, ripetono i virologi. Intanto migliorano le condizioni del paziente uno, il trentottenne di Codogno che era stato ricoverato in terapia intensiva lo scorso 20 febbraio. Colpito in maniera molto grave dal Covid-19, a conferma che il virus non risparmia nemmeno i più giovani (un diciottenne è attualmente intubato al San Raffaele di Milano), dopo tre settimane respira autonomamente e i sanitari dell'ospedale San Matteo di Pavia stanno sospendendo gradualmente le terapie d'urto «con cocktail di farmaci antivirali, antibiotici e, in via sperimentale, anche quelli utilizzati per curare l'Hiv», hanno spiegato il rianimatore Francesco Mojoli e l'infettivologo Raffaele Bruno. Nei giorni scorsi la moglie del paziente uno, ricoverata all'ospedale Sacco di Milano e incinta di 8 mesi, era stata dimessa e rimandata a casa. Ieri una quindicina di bambini di un asilo situato un comune della cintura di Aosta sono stati messi in isolamento domiciliare dopo che un loro compagno è risultato positivo ai test sul coronavirus. La Regione, che dispone di un solo ospedale, ha invitato «i turisti ancora presenti in Valle d'Aosta a ritornare al proprio domicilio» perché, come spiegato dall'assessore regionale alla sanità Mauro Baccega: «Il nostro sistema sanitario è già sotto stress e dover prestare cure ad altre persone oltre che ai residenti non può che aggravare la situazione».