Nell'ultimo giorno altri 812 decessi, tuttavia decrescono gli accessi in pronto soccorso e terapia intensiva In 24 ore nuovi positivi scesi da 3.815 a 1.648. Elaborato «termometro» che fotografa la crisi in un solo numero.
Nell'ultimo giorno altri 812 decessi, tuttavia decrescono gli accessi in pronto soccorso e terapia intensiva In 24 ore nuovi positivi scesi da 3.815 a 1.648. Elaborato «termometro» che fotografa la crisi in un solo numero. Il primo bollettino con incrementi significativi da quando c'è stato il giro di vite per comprimere la diffusione del coronavirus è quello di ieri. I numeri sono in discesa. E anche se i casi totali di contagio, comprese le vittime e i guariti, in tutta Italia hanno superato i 100.000, il Covid-19 frena: gli attualmente positivi passano dai 70.065 di sabato e dai 73.880 di domenica (3.815 in più, sabato l'incremento era stato di 3.651, venerdì, invece, di 4.401) ai 75.528 di ieri, con un incremento di 1.648. La curva del contagio, quindi, è scesa. E non di poco. La percentuale dei nuovi contagiati su base quotidiana è passata da un incremento dall'11 per cento a uno del 2 per cento. Inoltre, aumentano i guariti: 1.590 in 24 ore. Con il record di ieri, il numero di chi ha sconfitto il coronavirus è a quota 14.620. L'incremento di domenica contava 646 casi. Il bollettino segna quindi un andamento positivo in particolare al Nord. La situazione delle regioni meridionali richiederà, invece, ancora alcuni giorni per la verifica sul trend, perché si verificano delle oscillazioni numeriche notevoli tra un giorno e l'altro. Purtroppo il bilancio del raid con cui il Covid-19 ieri ha colpito l'Italia è di 812 morti. Qualche vittima in più di domenica, quando ne erano state registrate 756. Ma il numero resta distante per un centinaio di casi da quello di sabato. Ed è di molto inferiore rispetto ai 969 decessi di venerdì. Complessivamente il numero dei caduti è a quota 11.591.Una iniezione di incoraggiamento arriva dalla Fondazione David Hume, che da ieri rende pubblico quotidianamente (alle 20.30) i dati dei un progetto denominato Temperatura Italia, ovvero un nuovo indice sintetico, che si basa sui dati della Protezione civile (usando le due serie di dati considerati più affidabili, quelli degli ospedalizzati e quelli dei deceduti) e calcola il tasso di crescita in modo poco sensibile alle fluttuazioni nel processo di trasmissione dei dati, e che aiuta a capire come sta procedendo l'epidemia. L'indice si interpreta come una temperatura e misura la velocità di propagazione del contagio su una scala che va da 42 gradi (epidemia galoppante) a 37 (epidemia sostanzialmente arrestata).Ieri, stando ai dati della Fondazione Hume, la temperatura è scesa di tre decimi di grado rispetto domenica (da 39.1 a 38.8), scendendo per la prima volta dall'inizio dell'epidemia sotto i 39 gradi.Ma oltre ai morti, c'è il virologo Roberto Burioni a spegnere un po' gli entusiasmi: «Attenti all'effetto domenica, perché i laboratori non lavorano a pieno regime». Poi però aggiunge: «Il dato rilevante è il calo dei ricoveri e delle ammissioni in terapia intensiva». E infatti i pazienti trasferiti ieri in terapia intensiva sono solo 75. Il totale è di 3.981 unità. La situazione sembra migliorare, quindi, anche nei reparti in affanno. Ieri dalla Lombardia sono stati spostati in altre regioni solo due pazienti. Dall'inizio dell'emergenza, i posti di terapia intensiva occupati in Lombardia sono stati 2.826: 583 pazienti sono stati dimessi, 792 sono deceduti. Attualmente i ricoverati lombardi sotto ventilazione forzata sono 1.330, due in più rispetto a domenica. E da circa 48 ore negli ospedali di Milano si è ridotto l'afflusso di pazienti critici, nonostante in città ci siano 3.560 positivi, 154 in più rispetto a domenica. La provincia meneghina è quella con più casi positivi in Lombardia: con i 347 di ieri raggiunge gli 8.676 contagi e supera quella di Bergamo (8.664 contagiati, in aumento di 137 rispetto a ieri). Il numero dei ricoveri sale a 10.815, in aumento di 202 unità contro le 461 del giorno precedente. E cresce il numero dei dimessi: 1.082 in più. Il numero complessivo di tamponi positivi in Lombardia è di 1.154 e porta il dato a quota 42.161. «Sono buoni segnali», ha valutato l'assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, «anche se purtroppo rimane ancora alto il livello dei decessi, ma sappiamo che sarà l'ultimo dato a migliorare». Nelle ultime 24, invece, a Codogno, tra i primi comuni della zona rossa, si è registrato solo un nuovo caso di positività. Segno che le restrizioni hanno fatto effetto. In Italia, però, si continua a trasgredire: sui 159.962 controllati ieri, i sanzionati sono 6.623, quelli che hanno dichiarato il falso sono 58 e quelli denunciati per violazione della quarantena 29. Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli è stato quindi costretto a ricordare il concetto: «Occorre riaffermare con forza l'esigenza di restare a casa. Sono piccoli sacrifici che ci torneranno utili per uscire prima possibile da questa emergenza».Altri due medici, Guido Riva di Bergamo, e Valter Tarantini di Forlì, si aggiungono al drammatico elenco dei morti, che ora raggiunge quota 63. Secondo gli ultimi dati dell'Istituto superiore di sanità, sono 8.358 gli operatori sanitari contagiati, 595 in più rispetto a domenica. Si moltiplicano da Nord a Sud anche i casi di residenze per anziani (Rsa) travolte dall'emergenza e investite dal contagio. Secondo la Società italiana di geratria e gerontologia il Covid-19 minaccia oltre 300.000 anziani ospiti in più di 7.000 strutture. Il professore Franco Locatelli, presidente dell'Istituto superiore di sanità, ha fornito un dato che mette a fuoco in modo concreto il rischio: in provincia di Bergamo più di 600 anziani hanno perso la vita nelle Rsa. Sono più di 70 in Valle d'Aosta i positivi al coronavirus ospiti nelle residenze per anziani. Un dato particolarmente significativo, perché equivale a più del 13 per cento del totale dei positivi nella regione (529). Il caso più grave è a Pontey, vicino a Saint Vincent, dove 34 degenti su 40 sono stati contagiati. Si contano 21 vittime, invece, nell'istituto Trincheri di Albenga (Savona), un quinto dei 104 ospiti della struttura.Salgono a quattro i decessi all'interno di una casa di cura per anziani di Sala Consilina, nel Salernitano. E a tre quelli nel Centro Minerva di Ariano Irpino (Avellino). Altri due anziani affetti da coronavirus sono morti nella residenza sanitaria La fontanella di Soleto (Lecce). Sono 39, invece, i contagiati nella struttura riabilitativa Don Gnocchi di Tricarico (Matera). Una buona notizia, invece, arriva da Troina, il quarto comune siciliano indicato come «zona rossa», dove un'anziana maestra novantaduenne di Montallegro (Agrigento), è guarita e lascerà il Covid hospital di Partinico. Era fra gli ospiti della Rsa di Villafrati (Palermo) diventata un focolaio.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





