2022-12-31
I servizi francesi: l’immigrazione islamica ci distrugge
Duro monito dell’ex numero uno degli 007, Pierre Brochand, in Senato: «Continuando così, faremo la fine della Iugoslavia».Dai connazionali non ha ereditato l’arte della diplomazia, ma piuttosto la risolutezza del generale Charles de Gaulle, che ha avuto l’onore di servire. Pierre Brochand, l’ex capo dei servizi segreti francesi, s’è presentato al Senato transalpino per pronunciare una deflagrante accusa contro l’immigrazione islamica. Secondo colui che ha guidato la Direction générale de la sécurité extérieure, è «la più grande minaccia alla pace civile in Europa». La relazione, già pubblicata da Le Figaro e adesso ripresa in Italia dalla newsletter del giornalista Giulio Meotti, è una denuncia clamorosa. Nessun omologo continentale, Italia compresa, è stato in passato tanto diretto e corrosivo. «Non accetterò mai di dire che è notte in pieno giorno. Se continuiamo a mentire, finiremo come altre società multiculturali, vedi il Libano e l’ex Iugoslavia» assalta Brochand.L’immigrazione, premette l’ex capo degli 007, è una «questione centrale»: minaccia appunto la «pace civile» e ha «un impatto trasversale su tutta la nostra vita collettiva, che considero generalmente negativo». Ha causato, sostiene, una «terzomondizzazione strisciante della società francese», nonché «una regressione in settori chiave, come l’istruzione, la produttività, i servizi pubblici, la sicurezza e la civiltà». Brochand cerca di smontare l’argomentazione, citata anche dal presidente Emmanuel Macron: la migrazione di massa è sempre stata la norma. «Per quasi mille anni, dai carolingi a Napoleone III, non è successo nulla», ricorda invece il funzionario ai senatori. Dal 1850, il Paese ha vissuto tre ondate. La prima, riepiloga, è durata un secolo: «Ha rappresentato un modello insuperabile di riuscita fusione». La seconda, negli anni Settanta, è stata «l’esatto opposto della prima»: irreversibile, senza criteri, flussi col «pilota automatico» e «a ruota libera», con arrivi dal «terzo mondo di società altamente fallimentari, la maggior parte musulmani». La terza ondata poi, nata «dalla Primavera araba». Risultato: «In Francia vivono 25 volte più musulmani che negli anni Sessanta». Con l’aggravante dell’islamizzazione. «Una «religione antiquata», attacca. «Un codice onnicomprensivo di pratiche apparenti, un patchwork di certezze comunitarie, precipitato improvvisamente dal cielo nello stagno post-moderno». E «bisogna avere un “cervello da colibrì”, come diceva de Gaulle, per pensare che non si riaccendano secolari rivalità con i cristiani, sempre finite male».Per Brochand, la Francia deve «uscire dalla camicia di forza e riprendere, dimostrando finalmente la volontà politica, il volante del camion impazzito che si guida da solo». Il peggior peccato, aggiunge nella relazione al senato transalpino, «è assumere i propri desideri per realtà». Insomma: l’ex capo dei servizi segreti adesso dice che bisogna prevedere il peggio, per provare a prevenirlo. Avverte che le società «multiculturali» sono tutte destinate a disgregarsi: i francesi non sono più «furbi» e capaci dei libanesi o degli iugoslavi. Quindi, non riusciranno a far «convivere» persone che non vogliono. E l’islam «non è un corrispettivo del cristianesimo, radicato in noi da quindici secoli e addomesticato da una laicità tagliata su misura, edulcorata dai principi democratici». Con la globalizzazione, «si è svegliato come un vulcano: jihadismo, salafismo, islamismo, reislamizzazione culturale». Il funzionario suggerisce dunque ai senatori francesi una serie di misure che, in questi tempi politicamente correttissimi, sembrano inimmaginabili: diminuire almeno di dieci volte l’immigrazione legale, basta accesso automatico alla nazionalità, niente asilo politico dai Paesi a rischio, eliminare le prestazioni sociali non contributive, ridurre i permessi di soggiorno, rafforzare la laicità. Del resto, in Francia il dibattito è partecipato. A differenza che in Italia. Il più celebrato scrittore contemporaneo, Michel Houellebecq, sostiene che l’Europa sarà «spazzata via» dalla migrazione di massa. Aggiunge di essere «scioccato», visto che la «grande sostituzione» è considerata una teoria cospirativa. Il raccapricciante omicidio di una dodicenne a Parigi, per cui è stata arrestata un’algerina, ha riacceso mai dome polemiche. I migranti illegali non vengono espulsi. E i cittadini, nei sondaggi, evocano la «guerra civile». Così, prima di congedarsi dai senatori, Brochand lancia nell’aula un parallelo storico a effetto: «Ultima domanda, che suppongo tutti ci poniamo di tanto in tanto: cosa farebbe il generale de Gaulle?». Al Sénat non si sente volare una mosca. Domanda tendenziosa, ma illuminante. «Nessuno lo sa» ammette il mordace relatore. «Ma sono personalmente convinto di due cose. Se fosse stato al potere, non ci avrebbe mai messo nei pasticci che ho descritto. E se fosse risorto, temo che mi avrebbe considerato un moderato».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)