2024-06-28
E pure la Serie A vuole autonomia
Gabriele Gravina (Imagoeconomica)
Da Mulé (Fi) emendamento al decreto sport per chiedere l’indipendenza del massimo campionato dalla Figc. Il cui presidente Gravina è di nuovo sfiduciato dal centrodestra.Non c’è due senza tre. Per la terza volta in meno di sei mesi, Gabriele Gravina viene sfiduciato nel suo ruolo di presidente della Figc, il cui mandato è in scadenza alla fine dell’anno. Dopo il fallimento della riforma presentata in febbraio, dopo aver subito lo svuotamento della Covisoc e l’istituzione di una nuova commissione che toglie potere alla federazione sui controlli finanziari dei club calcistici, questa volta è un emendamento di Forza Italia (a firma Giorgio Mulé e inserito nel decreto sport) a rilanciare la piena indipendenza della Serie A dalla Figc. Parte l’autonomia differenziata della Serie A.Nel testo, infatti, viene istituito non solo il fatto che «l’organizzazione dell’attività agonistica mediante i campionati delle diverse categorie spetta in via autonoma alle rispettive leghe sportive», ma viene soprattutto evidenziato «il diritto a un peso elettorale nelle assemblee e a una rappresentanza negli organi direttivi delle federazioni sportive nazionali di riferimento adeguati al contributo economico apportato al sistema sportivo». Quest’ultimo è un punto cruciale su cui i grandi club insistono da anni: per loro non è accettabile che la Serie A abbia così poco peso in assemblea rispetto alle realtà minori. Per di più, nella riforma presentata da Gravina all’inizio dell’anno non c’era stato un gran cambiamento, anzi si era valutato di assegnare una poltrona anche al calcio femminile e una in più a Serie B e Lega dilettanti.Non è un caso, quindi, che nell’emendamento presentato da Mulé, venga precisato che «all’interno di una federazione sportiva nazionale» dove «vi siano più leghe sportive professionistiche, quella che apporta il maggior contributo in termini di mutualità generale esprime parere vincolante sulle delibere della federazione sportiva nazionale di riferimento che direttamente o indirettamente la riguardano». Insomma, «il foglio di sfratto» per Gravina (che è anche indagato a Roma per autoriciclaggio) è arrivato forte e chiaro, non solo dal governo (fu del ministro Andrea Abodi la proposta di svuotamento della Covisoc), ma anche dalla maggioranza di centrodestra.D’altra parte Gravina, in questi anni, non ha nascosto la sua vicinanza politica al centrosinistra. Il suo nome era circolato lo scorso anno persino per le elezioni regionali in Abruzzo, in caso di un’alleanza tra Partito democratico e 5 stelle: la compagna di Gravina, Francisca Ibarra, sostenne anche la candidatura del candidato dem Giovanni Legnini nel 2019. L’emendamento di Forza Italia, che sarà probabilmente approvato, è il risultato del lavoro fatto in questi mesi dalla commissione di saggi che era stata nominata in aprile per volere di Lorenzo Casini (presidente della Serie A). A comporla ci sono cinque giuristi, tra cui Daria De Pretis, già vicepresidente della Corte costituzionale, il professore di diritto amministrativo Giulio Napolitano (figlio dell’ex presidente della Repubblica), il professore della Luiss Bernardo Giorgio Mattarella (figlio dell’attuale capo dello Stato), il professore di diritto pubblico Luigi Fumagalli e l’avvocato Avilio Presutti.È probabile che l’approvazione dell’emendamento non rivoluzionerà il calcio italiano, ma di sicuro è l’ennesimo tentativo di rendere la Lega Serie A più vicina alla Premier League. Secondo la la trentatreesima edizione della Annual review of football finance di Deloite, i club di Serie A hanno generato nel 2022/23 ricavi per 2,9 miliardi di euro, con un aumento del 22% rispetto alla stagione precedente. Si tratta di un record per la Lega. L’allentamento delle restrizioni legate al Covid-19 ha portato ad avere stadi più pieni, con un incremento dell’88% (202 milioni di euro) di aumento dei ricavi delle partite a 434 milioni di euro rispetto al 2021/22 (231 milioni di euro). Purtroppo, i numeri della Premier appaiono ancora irraggiungibili: i ricavi dei club inglesi sono cresciuti dell’11% superando per la prima volta i 6 miliardi di sterline (anche se sono state vendute più partite quest’anno). Gravina scade a fine anno. E per il suo posto già si fanno i nome di Luigi Abete e Giovanni Malagò che, però, vorrebbe rimanere al Coni per le Olimpiadi invernali del 2026.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)