2022-09-15
Senegalese espulso resta nel Paese e stupra una ragazza in centro a Bologna
Toccata quota 65.000 sbarchi. L’hotspot di Lampedusa in tilt. Due taxi del mare si avvicinano alle coste. Arrestati tre scafisti.Con i sette approdi registrati dalla scorsa notte, quasi tutti di tunisini, che ormai da tempo detengono la leadership dell’approdo (ne sono arrivati già 13.336), Lampedusa è di nuovo nel caos. Nell’hotspot sono rimasti stipati in 1.392. Il posto letto è assicurato solo a 350 ospiti. I tentativi di alleggerimento messi in campo da Viminale e Prefettura vanno ormai a rilento. Ieri solo per 235 è stato possibile il trasferimento a Porto Empedocle con un traghetto di linea. E negli ultimi giorni la macchina del Viminale per i trasferimenti sembra essersi particolarmente ingolfata. Martedì sono usciti dall’hotspot solo in 87, anche questi mandati a Porto Empedocle. E domenica scorsa altri 250 mandati ad Agrigento. In Sicilia ormai ci sono 9.281 stranieri disseminati nei vari centri d’accoglienza. Una bella cifra se si tiene in considerazione che, stando ai dati del Viminale, si è raggiunta quota 64.939 sbarcati. Erano 41.286 nello stesso periodo del 2021 e 20.968 nel 2020. E, come sempre, a più partenze corrispondono più morti in mare.Ieri 12 giovani egiziani sono annegati durante un naufragio. Il barcone col quale si erano avventurati è naufragato durante la traversata del Mediterraneo dalla Libia verso l’Italia. Tre egiziani che ieri sono stati fermati dalla polizia di Stato a Catania, invece, erano riusciti nel loro intento. Sono ritenuti gli scafisti dello sbarco di 285 immigrati avvenuto il 31 agosto scorso nel porto del capoluogo etneo. Governavano un peschereccio che si era arenato a largo di Bovalino, in Calabria. Gli investigatori hanno scoperto che a bordo veniva usato un grosso coltello per mantenere l’ordine. I passeggeri hanno raccontato le condizioni del viaggio. Con cibo e acqua razionati. Una storia simile a quella raccontata dai 51, tutti uomini, che ieri sono approdati a Pozzallo. Sono sopravvissuti grazie a un dattero al giorno, col quale si sono nutriti durante gli oltre 15 giorni di viaggio. I racconti dei viaggi sono ricchi di tragedie. Ieri l’ispezione cadaverica ha confermato che il trentacinquenne del Bangladesh trovato morto martedì su un barcone (partito alle 20 di domenica da Zawiya in Libia), col quale viaggiava per Lampedusa insieme ad altre 117 persone, è morto per cause naturali. I poliziotti della Squadra mobile, ascoltando tutti i suoi compagni di viaggio, sono riusciti a ricostruire che l’uomo stava già male quando è salito sull’imbarcazione.«Oggi sarò a Lampedusa per una visita al Centro di accoglienza e all’area portuale, e discuterò delle problematiche dell’isola incontrando il sindaco e la giunta comunale», ha annunciato la senatrice di Forza Italia e presidente della Commissione esteri, Stefania Craxi. «L’hotspot di contrada Imbriacola», denuncia Craxi, «è al collasso nonostante i trasferimenti. In questi anni ha salvato l’onore dell’Europa, ma non può continuare a ricadere sulle sue spalle il peso di un fenomeno epocale, quello migratorio, che esige soluzioni coordinate».Ma il nervo scoperto dell’accoglienza siciliana è a Pantelleria. Nella piccola caserma Barone, che ha 40 posti, il Viminale ha infilato 210 persone. Dall’inizio dell’anno da Pantelleria sono transitati 3.674 stranieri (1.124 in più rispetto all’anno scorso). Da tempo si attende la trasformazione della caserma Barone in punto di crisi (il che vorrebbe dire maggiori controlli e più sicurezza, perché ora, non essendo un hotspot, al suo interno non fanno servizio gli agenti dei gruppi speciali e della celere), ma il Viminale traccheggia. E presto potrebbero puntare verso l’Italia anche un paio di taxi del mare.Sulla Humanity 1, al momento in zona maltese, dopo l’ultima operazione in mare (207 stranieri che viaggiavano su una barca alla deriva segnalata da Alarm Phone sono stati trasbordati dopo essere stati recuperati da due mercantili) ci sono 415 passeggeri. «Hanno urgente bisogno di un porto sicuro», proclamano dall’Ong. Mentre sulla Sea Watch 3 ce ne sono 428. «Le autorità italiane ed europee ignorano la nostra richiesta», lamenta il capomissione Jakob Fruhmann in un video messaggio. «Una nave», ha affermato, «non può essere un luogo sicuro». In realtà sembrano essere più sicure di alcune città italiane. A Bologna, per esempio, martedì sera è stato arrestato un senegalese irregolare senza fissa dimora, che in più non avrebbe obbedito a un decreto di espulsione dall’Italia. È considerato l’autore di un’aggressione sessuale che sarebbe avvenuta nelle vicinanze della stazione centrale di Bologna nei confronti di una ragazza italiana di 25 anni. L’indagine è durata poche ore. Dopo la testimonianza della vittima gli investigatori hanno recuperato le immagini delle telecamere di sorveglianza e poco dopo il senegalese era in manette. La ragazza, che aveva passato la serata a Bologna con un’amica, si è ritrovata a dormire in auto. Ma al suo risveglio era sola. E ha cominciato a cercare l’altra ragazza. A quel punto è entrato in scena il senegalese. Il resto della storia è finito nei filmati recuperati dalla polizia.