2021-09-23
Senatori fantasma, caso in tribunale
Claudio Lotito (Getty Images)
Lo stop a Claudio Lotito e Michele Boccardi deflagra. L'avvocato Gianluigi Pellegrino: «Avviata causa civile per i risarcimenti». Ancora nessuna decisione sulla proclamazione di 193 eletti.Il caso di Michele Boccardi e Claudio Lotito, senatori di fatto ma non di diritto, dopo essere stato oggetto di denuncia penale, ora finisce anche sul tavolo della magistratura civile. Come spiega alla Verità Gianluigi Pellegrino, il legale che sta assistendo Boccardi, «dopo la lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella da cui non è arrivata nessuna risposta, ora ci siamo mossi con un esposto al presidente del Senato Alberti Casellati perché non ha fatto nulla per risolvere questa situazione», spiega. «La magistratura, però, non può intervenire sul Senato, quindi, l'unica persona che può fare qualcosa è il capo dello Stato. Diversamente, tutto resterà così com'è. L'unica certezza è che abbiamo anche chiesto un risarcimento tramite azione civile, visto che sono tre anni che Boccardi non può esercitare i suoi diritti di senatore. C'è già stato un precedente. Quello del deputato pugliese Faggiano che fu proclamato parlamentare a pochi giorni dal termine della legislatura e nel 2007 ottenne il riconoscimento di tutti gli arretrati come noto per oltre un milione e mezzo di euro. Nel nostro caso non potrà che essere uguale».La storia di Boccardi, presidente di Asso Eventi, e Lotito, famoso per essere il presidente della Lazio, è iniziata il 4 marzo 2018, giorno delle ultime elezioni politiche. Vincenzo Carbone (in quota Forza Italia, poi passato ad Italia Viva) e Carmela Minuto (Fi) vengono eletti in Campania e Puglia. Non appena i loro nomi giungono a Palazzo Madama inizia un contenzioso legale mai risolto. Subito dopo le elezioni il Viminale assegna infatti il seggio Puglia 1 e due seggi Puglia 2 a Forza Italia. A Bari, però, l'ufficio elettorale per errore inverte le proporzioni e Boccardi resta a bocca asciutta. Nel caso del patron della Lazio, invece, c'è stato un errore di calcolo che ha causato un errato ripescaggio tra il seggio Campania 1 e Campania 3.Parte subito un contenzioso legale, al momento senza fine. A settembre 2020 la Giunta del Senato si esprime favorevolmente: i due senatori sono stati eletti e altri due senatori devono saltare. Da quel momento è tutto fermo e la questione sta impedendo anche che la Giunta possa deliberare la proposta all'Assemblea di convalidare gli eletti nelle altre regioni: 193 persone che da tre anni e mezzo si trovano in un limbo politico in attesa di essere proclamati. Al momento nessun intervento è stato calendarizzato e tra gli scranni in molti vociferano la possibilità che una volta definito il voto d'aula possa scattare il voto segreto. Sarebbe la prima volta da che c'è la Repubblica.«In tutta questa vicenda l'aspetto più grave è quello istituzionale», dice Pellegrino, «per la prima volta nella storia della Repubblica ci sono 193 persone bloccate perché è stato scelto di non risolvere i due procedimenti legati a Boccardi e Lotito. La responsabilità è della presidente del Senato che aveva 30 giorni per accogliere il ricorso presentato dalla Giunta, quando invece è passato un anno. Sta delegittimando una intera istituzione. Non capisco perché il presidente non stia facendo nulla», spiega il legale.«È evidente che non si vuole disturbare la Lega che chiede che queste due questioni vengano messe da parte», dice Pellegrino. «Sono rapporti interni alla maggioranza, che già comincia a fare i conti sul sostegno in vista delle elezioni per il dopo Mattarella. Purtroppo, non c'è modo di risolvere questa situazione con il diritto. Potremo solo chiedere danni sempre più alti in futuro. Se fossimo in un consiglio comunale, il prefetto avrebbe già risolto la questione. Il Senato ha sue prerogative che però qui vengono usate come privilegio». L'unica certezza è che nessuno sta facendo nulla per risolvere questa questione e l'impasse sembra non essere certo casuale. «I colpevoli di questa questione», sottolinea Pellegrino, «hanno nome e cognome: sono la presidente del Senato Alberti Casellati, che furbescamente rimpalla sui capigruppo una responsabilità che è sua, e il presidente Mattarella che non richiama le istituzioni ai loro doveri».