Shijiazhuang, capoluogo della provincia dello Hubei che conta circa 11 milioni di abitanti, è tornato ufficialmente in lockdown. Abbiamo parlato con la giornalista Cen Ziyuan per conoscere la reale situazione nel Paese.
Shijiazhuang, capoluogo della provincia dello Hubei che conta circa 11 milioni di abitanti, è tornato ufficialmente in lockdown. Abbiamo parlato con la giornalista Cen Ziyuan per conoscere la reale situazione nel Paese. Qual è la situazione sanitaria nella provincial di Hebei? «Oggi è la prima volta che il governo ha reso noto che c'è stata una vittima nel mezzo di questa epidemia nella provincia dell'Hebei. Credo che la vittima sia nella città di Shijiazhuang e il paziente proviene dal distretto di Goacheng: una delle aree più a rischio da quando è scoppiata l'epidemia. Attualmente, secondo le autorità provinciali, i nucleic acid test a Shijiazhuang e Xingtai saranno fatti stasera. È la seconda volta che questi test vengono condotti in queste città». Che tipo di lockdown è stato adottato nelle ultime ore? «Non ci sono stati cambiamenti, non ho aggiornamenti su questo.Negli ultimi giorni ho visitato la stazione ferroviaria, così come abbiamo guidato per le strade della città. Attualmente soltanto le persone che svolgono attività basilari per la città sono fuori casa. La maggioranza dei residenti o coloro che sono bloccati in città (visto che il traffico in uscita è bloccato) ricevono assistenza e aiuto dalle autorità locali. O con postazioni di assistenza o con camere di albergo. Finora credo che questo gruppo di persone includa lavoratori immigrati, studenti universitari. Finora il governo provinciale sta lavorando con l'amministrazione cittadina, li stanno aiutando a organizzare i posti dove stare. Il governo ritiene sia meglio aspettare e vedere. All'ultima conferenza stampa delle autorità provinciali, i funzionari hanno detto che i pazienti risultati positivi stanno in realtà arrivando da questa tornata di nucleic acid test. Loro pensano quindi che questa sia il modo efficiente per scoprire quale sia la situazione reale nella città e per scoprire anche quanti siano i casi potenziali». Quindi non si registra una situazione di paura in quest'area? «Voglio essere precisa. Originariamente, quando è stato bloccato il traffico in uscita dalla città ci sono state speculazioni su quale fosse la situazione reale. Finora non ho visto paura. C'è stata in un primo momento carenza di provviste, poiché c'è voluto del tempo per i camion nel portare le necessità quotidiane, così come c'è voluto del tempo per l'arrivo di risorse in città attraverso la linea ferroviaria. Quindi per un paio di giorni le persone hanno atteso i generi di necessità quotidiana. Tutto questo dipende dalla gestione delle comunità. Ora tuttavia la situazione è cambiata. Adesso vediamo fattorini in giro per le strade, che consegnano frutta e verdura».
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.







