2020-07-21
La nuova legge punirà anche le preghiere
Chi non è d'accordo con il progetto di legge liberticida del deputato del Pd è un «odiatore» e va punito. Ogni gesto può essere discriminazione. Non è una battaglia di civiltà, ma solo di ideologia e di soldi.Poiché il momento della verità sul ddl Zan-Scalfarotto si avvicina a grandi falcate (oggi in commissione Giustizia l'esame degli emendamenti), ogni giorno è diventato buono per la propaganda. Alessandro Zan del Pd, uomo simbolo della legge bavaglio, ha approfittato del pride di Verona per tenere un discorso da Martin Luther King arcobaleno, nel quale ovviamente ha presentato il suo progetto liberticida come una battaglia di civiltà. Di fronte ai militanti Lgbt, Zan ha gridato che «nessun cittadino sarà uguale fintanto che ci saranno omotransfobia e misoginia in questo Paese. Ecco perché», ha aggiunto, «quelli che dicono che la legge sarebbe liberticida, che limita la libertà di pensiero, hanno appositamente voluto spostare il focus raccontando una fake news. Lo dicono perché vogliono continuare a odiare, discriminare, a essere omofobi nei confronti di persone che oggi hanno meno diritti degli altri». Chiaro, no? Chi si oppone al suo disegno di legge è un odiatore, un «vigliacco» che si nasconde «dietro un principio di libertà di espressione quando la vera intenzione di questi omofobi nostrani è quella di continuare a discriminare e a pronunciare discorsi di odio». Tutto cristallino: da una parte ci sono i buoni a favore dei «diritti» gay, dall'altra i cattivi col fegato corroso dall'astio. Curioso che, nella seconda categoria, rientrino pure certe attiviste lesbiche a cui la legge voluta dal Pd proprio non piace: benché omosessuali, contestano la «legge contro l'omofobia». Davvero credete che sia l'odio a motivarle? Non scherziamo.La verità è che Zan e i suoi compari non fanno altro che riutilizzare gli stessi espedienti retorici già sfruttati per la questione migratoria. Non vuoi l'invasione? Sei un razzista odiatore. Pensi che il ddl sull'omofobia non vada bene? Sei, di nuovo, un odiatore razzista. Odio e amore, però, non c'entrano un tubo, e di sicuro non si possono abolire per legge. Chi odia gli omosessuali o gli stranieri continuerà a farlo a prescindere da commissioni, norme e regolamenti. L'unica differenza è che, con una legge bavaglio in vigore, chi non odia e vuole semplicemente esercitare la libertà di pensiero non potrà farlo.Non solo: se davvero vogliamo parlare di odio, facciamolo fino in fondo, e diamo un'occhiata al rancore presente tra i progressisti.Nei giorni scorsi abbiamo raccontato quanto accaduto a Lizzano, vicino a Taranto. Il parroco don Giuseppe Zito ha consentito che in chiesa si recitasse un rosario per la famiglia. «Sono state aperte le porte della parrocchia a un gruppo laico associato di fedeli», ha spiegato, «i quali avevano richiesto la disponibilità dell'aula liturgica per un semplice momento di preghiera a favore e a sostegno della famiglia naturale, che non era stato organizzato dalla parrocchia, né era contro alcuno e per il quale non era tra l'altro prevista alcuna direzione o presidenza liturgica da parte del parroco o di alcun altro ministro ordinato». Mentre dentro si pregava, fuori dalla chiesa si è riunito un gruppo di manifestanti che ha cominciato a berciare contro i bigotti osteggiatori del ddl anti omofobia. Ecco la prima manipolazione: il rosario per la famiglia diventa «preghiera contro il ddl Zan».Il parroco, vista la violenza dei contestatori, ha chiamato i carabinieri, che sono arrivati e hanno iniziato a identificare i manifestanti. A quel punto, però, è intervenuto il sindaco, Antonietta D'Oria: ha inveito contro i carabinieri difendendo i manifestanti Lgbt, poi ha chiesto che fosse identificato il parroco. Un atteggiamento assurdo che la D'Oria dice di aver tenuto «in nome dell'amore». Certo, perché accerchiare una chiesa e tentare di impedire la recita di un rosario è un atto di amore, giusto?Direte: è un caso estremo, mica tutti gli attivisti Lgbt sono così. Beh, su questo ci permettiamo di dubitare. Su Facebook un noto militante arcobaleno molto attivo sui social, Massimo Battaglio, ha commentato così i fatti che abbiamo appena riassunto: «Mi dispiace per il parroco di Lizzano, ma questa è precisamente una di quelle azioni che, giustamente, la legge Zan potrebbe punire. Sfido chiunque a credere che si tratti davvero di una preghiera da non considerare come gesto provocatorio e di istigazione all'odio. Fateli pure, i vostri rosari blasfemi. Saranno gli ultimi». Il post ha fatto il giro della Rete, e ora sul profilo del diretto interessato non è più disponibile. Tuttavia rimane molto istruttivo: anche un rosario può diventare «istigazione all'odio». Anche una preghiera può essere fatta passare per «discriminazione». Questo pensano gli attivisti, e di solito gli attivisti sono quelli che fanno partire le cause. Qualora il ddl Zan diventasse legge, sappiamo che cosa potrebbe accadere: che persino la libertà di pregare venga messa in discussione.E allora parlate di tutto, ma non di amore. Chi vuole la legge bavaglio non è spinto dall'amore. Ma, nel migliore dei casi, dall'ideologia. E, nel peggiore, da interessi ben più terreni: il ddl proposto dal Pd, infatti, prevede un'ampia azione di propaganda Lgbt mascherata da informazione contro le discriminazioni. Tale propaganda andrà gestita (dalle associazioni arcobaleno) e finanziata (si suppone con soldi pubblici), così come andranno finanziati i centri per le vittime di omofobia (già 4 milioni di euro sono stati stanziati dal governo). Il business fa gola a molti, e ciò spiega la furia con cui tanti si battono perché la mordacchia buonista pazzi.No, non è amore: sono ideologia e soldi, come sempre.