2021-01-25
Scurati fuma all’aperto? E io tolgo la mascherina
Il divieto voluto da Giuseppe Sala non ha basi scientifiche. Come l'uso dei Dpi quando non c'è folla.Sul Corriere della Sera di ieri, in prima pagina, lo scrittore Antonio Scurati ci ha informati della sua intenzione di non conformarsi alla nuova disposizione del sindaco Beppe Sala che proibisce di fumare all'aperto a Milano. Non una semplice provocazione. Scurati la definisce «disobbedienza civile» e del resto non può che essere così: le criminali violazioni di legge concernono l'altra parte della barricata, quella populista o sovranista, non certo scrittori perfettamente inseriti nella democratica classe dominante per volere unionista europeo.Scurati però motiva bene il suo rifiuto a sottostare alla cervellotica norma saliana. Trascura un po' il diritto di chi sta in spiaggia o alla fermata dell'autobus di non essere avvolto da una nuvola di fumo. Ma centra il problema quando spiega che l'ordinanza non ha alcuna base scientifica, dal momento che la metropoli lombarda è tra le più inquinate d'Europa non per colpa delle sigarette ma di «trasporti, industria, agricoltura e riscaldamento» (oltre che, aggiungo io, per la conformazione orografica della pianura padana). E mette il dito nella piaga quando avverte che già troppe sono le libertà conculcate in questo momento storico per aggiungerne un'altra così pretestuosa, con un intervento che, scrive, «viola i diritti della persona, impone un indebito controllo sull'individuo, opprime la libertà del cittadino». Aggiunge anche un'altra sacrosanta verità: «Non esiste una vita immune». Da convinto non fumatore, accolgo, sottoscrivo e rilancio. Non solo questo deve valere per il divieto di tabacco ma anche per l'obbligo di mascherina all'aperto. Palese violazione della libertà personale. E per di più senza alcun valido presupposto medico, come hanno riconosciuto tutti i virologi che vanno per la maggiore: da Clementi a Bassetti, da Palù a Silvestri, dalla Viola alla Gismondo, da Lopalco a Ippolito, solo per citarne alcuni. Persino illustri esponenti dell'Istituto superiore di sanità e del Comitato tecnico scientifico hanno ammesso che la misura non ha grandi effetti pratici ma ha più che altro una funzione pedagogica.Per cui, caro Scurati, da domani lei continui pure a fumare all'aperto, provvedendo gentilmente a non infastidire il prossimo, e io girerò liberamente per strada senza mascherina ovunque sia possibile mantenere una congrua distanza fisica dalle altre persone, cioè quasi ovunque. Come prescrive lo stesso dpcm laddove viene erroneamente tradotto con «obbligo di indossare SEMPRE la mascherina all'aperto». E come del resto farà anche lei, non risultando verosimile che riesca ad assaporare una sigaretta con una Ffp1 o Ffp2 sulla faccia.
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