2021-04-21
Scuole aperte ma non per tutti. Il governo definisce i limiti alla dad
E si ripropongono criticità che erano state semplicemente congelate, come i trasporti.Secondo la bozza del nuovo decreto anti Covid, fino alla conclusione dell'anno scolastico l'attività sull'intero territorio nazionale sarà assicurata in presenza «almeno per il 50% della popolazione studentesca». Quindi non per tutti, già era stato anticipato. Per i ragazzi delle zone gialle e arancioni, deve essere garantita ad almeno il 60% e fino al 100%, nelle Regioni rosse per le superiori sarà da un 50% minimo al 70% massimo. Gli altri studenti devono continuare con la didattica a distanza. Queste diposizioni non possono essere derogate da provvedimenti dei presidenti delle Regioni. Eventuali deroghe, sentite le competenti autorità sanitarie, sono consentite «solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità», come presenza di focolai o «rischio estremamente elevato di diffusione del virus» e di sue varianti nella popolazione scolastica, limitando l'applicazione anche a specifiche aree del territorio. Sempre da lunedì prossimo, nelle università le attività didattiche saranno svolte «prioritariamente in presenza» fino al 31 luglio, nel rispetto dei protocolli di sicurezza. In presenza pure esami, sedute di laurea, attività di tutorato e orientamento, saranno aperte biblioteche di istituto e sale di lettura «salva diversa valutazione delle università». Ne consegue che se un ateneo non è pronto, limiterà le aperture. Ieri pomeriggio si era svolto un vertice tra governo e Regioni per ragionare sul problema dei trasporti legato alla riapertura degli istituti scolastici. La richiesta avanzata dai governatori era quella della flessibilità delle riaperture e il 26 aprile dovrebbero così rientrare in presenza almeno il 60% degli studenti delle superiori, mentre non più del 40% continueranno con la Dad. «L'obiettivo del governo è quello di arrivare quanto prima ad una presenza al 100% dei nostri ragazzi a scuola, per quanto riguarda ogni ordine e grado», ha assicurato Maria Stella Gelmini, ministro per gli Affari regionali, presente all'incontro assieme al ministro per i Trasporti e la mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, e al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Dispiace che la scuola torni d'attualità solo per evidenziare problemi irrisolti. Ai primi di giugno, cioè tra poco più di un mese, le lezioni termineranno, il rientro in presenza era molto atteso ma ancora una volta si ripropongono criticità che erano state semplicemente congelate. Rimangono sempre senza una soluzione la questione trasporti, assembramento, la mancanza di aule e il nodo di come tracciare i contagi perché le ripetute chiusure degli istituti altro non sono state che la scusa per occuparsi d'altro, lasciando sulla carta problemi fondamentali per la messa in sicurezza della scuola. I 390 milioni di euro stanziati per migliorare i trasporti non sono ancora stati tutti assegnati agli enti territoriali e sulla capienza fissata al 50% non si è raggiunta un'intesa diversa. Per il ministro Giovannini, forse a settembre si potrà ipotizzare una migliore distribuzione degli orari. In un'intervista a La Stampa ha detto che «in prospettiva occorre ripensare gli orari delle città nel loro complesso, non solo delle scuole ma anche degli uffici e ragionare sulla pressione sui mezzi pubblici», un'affermazione sconcertante se pensiamo che è dallo scorso anno che si doveva risolvere la questione. Durante l'incontro con le Regioni si è discusso anche della possibilità dei test salivari, idea avanzata dal governo per riaprire le scuole in sicurezza. I tamponi già si fanno all'estero, nel Regno Unito gli studenti si sono dovuti sottoporre in un primo momento a tre test rapidi la settimana in classe, poi a due in casa utilizzando tamponi forniti alle famiglie dal governo. In Francia i test rapidi sono stati fatti subito nelle scuole già dallo scorso settembre e da febbraio si è passati a quelli salivari, mentre in alcuni Land della Germania se ne devono fare due alla settimana. Dal Cts si attendono indicazioni anche per valutare l'opportunità o meno di modificare il protocollo di sicurezza.