2024-10-11
Con la Schlein la sinistra riparte da J-Marx
Elly Schlein e J-Ax (Getty)
La segretaria dem, dopo il balletto al gay pride, si esibisce sul palco con gli Articolo 31. Poi va in tv: «Aspiro a fare la regista, in politica ci sto a tempo determinato». Intanto «aggiorna» le tesi del padre del comunismo, trasformandolo in un ecologista.e si confronta col giapponese Kohei Saito, autore del bestseller Il capitale nell’antropocene. Nientemeno che 500.000 copie vendute in patria, dove non ci sarà il sol dell’avvenire ma almeno c’è il sol levante. Sotto ai riflettori del Forum di Assago, invece, la Schlein saltella sulle note di Così com’è, insieme agli Articolo 31. L’omonimo album, di copie, a suo tempo ne aveva vendute ben più di 600.000.Così, la capofila del campo largo tiene il fato sul collo della rivale Giorgia Meloni, che all’Atlantic Council aveva citato Man in the mirror di Micheal Jackson, ma senza balletto e senza esibizione canora. A noi resta Giorgio Gaber. Che cos’è la destra? È un ritornello: «Comincerò dall’uomo allo specchio / Gli chiederò di cambiare strada». Cos’è la sinistra? Ne è un altro: «Sono l’eccezione che invalida la regola / Fa male quando cado in testa tipo tegola». Il Corriere ci informa: quella con l’artista che amava la «Maria», al punto da fare «coming out persino con la digos», è «un’amicizia che viene da lontano». Lui, nome vero Alessandro Aleotti, è un ammiratore dell’erba; lei è una musicista in erba. «Mi aveva messo un like a un intervento in cui difendevo il salario minimo», ha raccontato la leader dei dem a L’aria che tira, su La 7. «Quando mi è arrivato questo invito non ho potuto rifiutare». Stare all’opposizione ogni tanto aiuta: mentre il premier si sta lasciando corteggiare dai poteri forti, Microsoft, Blackrock, Elon Musk, l’inquilina del Nazareno ristabilisce il contatto perduto con la gente, incassando l’applauso del pubblico pagante e pogante, oltre all’endorsement di J-Ax: «Ti posso dire una cosa, sister: io credo in te». L’avevano presa per una radical chic, consigliata - non particolarmente bene… - dall’armocromista; finalmente, l’ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna ha manifestato la sua anima pop. Solo, ancora non si capisce se abbia già le idee abbastanza chiare per governare un Paese, oppure sia rimasta alle fumisterie di un’aula universitaria occupata. Passi che si sia voluta esibire con il rapper meneghino; passi che abbia dato spettacolo accanto ad Alessandro Zan, al gay pride del capoluogo lombardo (Milano le dà la carica?). Il gruppo di ascolto che aveva creato sui social per Sanremo ha funzionato bene. Le vere difficoltà sorgono quando prova a parlare di politica.Qual è «la grande sfida di ogni forza progressista»? Con Repubblica, la numero uno del Partito democratico si esprime con la stessa concretezza del ragionier Folagra che indottrina Fantozzi: «Tenere insieme la questione sociale, la dignità del lavoro e la questione climatica». Lo chiedono, stando al libro di Saito, quelli che «manifestano contro la precarietà del lavoro, per la solidarietà ai migranti e per l’ansia dovuta a un’emergenza climatica su cui la politica non sta facendo abbastanza». Entrambi, il saggista nipponico e la cantante italiana, ne sono convinti: il pensatore di Treviri, oggi, marcerebbe con le Ong del mare e gli ambientalisti. Egli sarebbe, nel linguaggio di Saito, un «riformista rivoluzionario». Se questa è la ricetta, al Pd più che J-Ax serve Raffaella Carrà: tanti auguri. I problemi sociali, insiste Elly, «non sono questioni separate dal clima. I più poveri sono quelli che pagano più alto il costo dell’emergenza climatica». Di sicuro, stanno pagando il costo della transizione verde. Fedez ci vedeva corto: i comunisti adesso non hanno il Rolex; semmai l’auto a batteria. Di Rosy Bindi, Silvio Berlusconi disse: «È più bella che intelligente». Della Schlein, per ora, si può dire che sia più artista che statista. Riguardate la sua performance. Fosse vivo, Kurt Cobain scriverebbe su di lei ciò che nel biglietto d’addio prima del suicidio scrisse su Freddie Mercury: «Adorava la folla e ne traeva energia». Sarà l’effetto della conversazione col filosofo giapponese, o del ruggito del pubblico milanese. Fatto sta che lei stessa pare si stia convincendo a cambiare mestiere: «Io sono una aspirante regista che aspirerà per tutta la vita». Occhio a quello che si aspira, specie in compagnia di J-Ax. E la politica? «Un contratto a termine, finché possiamo essere utili al Paese. Poi si vedrà». Insomma, la sua anima è altrove: con un microfono in mano, o magari dietro la cinepresa. Al Nazareno, la Schlein ci è capitata per caso? Non aveva la tessera del partito, non l’hanno vista arrivare e, probabilmente, manco lei s’era accorta di essersi messa in cammino. Anche per questo ci sarebbe una canzone degli Articolo 31: Domani smetto…Dalle Frattocchie ai carri Lgbt, dal Politburo al Forum di Assago. Così com’è sembra pensata apposta per raccontare la parabola rossa: «Segui le mie evoluzioni / Ho un tilt di neuroni». Su una cosa, almeno, il comunismo è rimasto coerente: non c’è più il soviet, è rimasta l’elettrificazione. La situazione è grave, ma non seria: la sinistra riparte da J-Marx.