2024-04-23
La Schlein si arrende al Pd: «Divide, non rafforza. No al mio nome sulla lista»
Elly Schlein (Imagoeconomica)
La segretaria fa marcia indietro dopo il caos al Nazareno, ma così mette nei guai gli unici big alleati: Bonaccini e Boccia. Imbarazzo per la presenza in lista di Tarquinio, ex direttore di «Avvenire». De Luca molla la Annunziata: nessun appoggio.Not in my name: Elly Schlein ingrana la retromarcia e cede di fronte al muro di «no» rispetto alla ipotesi di inserire il suo cognome nel simbolo del Pd. Il cerchietto tragico che circonda la Schlein sperava, con questa mossa, di rafforzare l’idea di una sfida a due alle Europee tra la Schlein e Giorgia Meloni, ma il coro di voci contrarie che si è alzato in direzione nazionale sia dalla minoranza interna che dai capicorrente che hanno sostenuto la Schlein alle primarie, da Dario Franceschini ad Andrea Orlando, ha convinto il quartier generale del Nazareno a non forzare la mano. Ieri mattina poi perfino Lucia Annunziata ha fatto trapelare la sua netta contrarietà all’ipotesi del cognome del simbolo, arrivando a mettere in discussione la sua candidatura. E così, poco dopo le 15, orario scelto strategicamente per tentare di oscurare la batosta in Basilicata, Elly si presenta in diretta su Instagram e scioglie il nodo: «Si è parlato in direzione, è stato proposto di inserire il mio nome nel logo elettorale. Ringrazio chi ha fatto quella proposta, si è aperta una bella discussione, ringrazio chi ha fatto questa proposta, ma penso che il contributo lo possa dare correndo accanto a loro, in questa lista. Una proposta più divisiva che rafforzativa e non ne abbiamo bisogno. Mi devo prendere la responsabilità e dare una mano a tutta la lista, ci sarò anch’io», aggiunge Elly, «anche se rimarrò qui in Italia per confrontarmi con Giorgia Meloni in parlamento, giorno dopo giorno». «Ha ascoltato il dibattito», commenta con La Verità un esponente di primo piano del Pd, contrario alla ipotesi del cognome nel simbolo, «e ha dimostrato di essere una che sa ascoltare». Il cerino acceso resta così nelle mani di Stefano Bonaccini, ex leader della opposizione interna ormai appiattito sulla Schlein in cambio del posto di capolista nel Nord Est, e a Francesco Boccia, unici big del Pd a dirsi favorevoli all’idea di inserire il cognome della Schlein nel simbolo per le Europee. La Schlein sarà quindi in campo, capolista nelle circoscrizioni Centro e Isole, anche se c’è ancora quasi una settimana di tempo per presentare ufficialmente le liste e non si esclude che la segretaria possa decidere di candidarsi anche nel resto d’Italia, magari in posizione più defilata. Detto ciò, tra i nomi in lista non ci sono sorprese. Al Nord Ovest la capolista è Cecilia Strada, figlia dello scomparso Gino, fondatore di Eemergency. In lista tra gli altri anche il capodelegazione uscente al parlamento europeo Brando Benifei, l’uscente Irene Tinagli, Alessandro Zan, Emanuele Fiano, l’assessore milanese Pierfrancesco Maran. Al Nord Est dietro Bonaccini ci saranno Annalisa Corrado, esperta di agenda 2030 ed economia verde, Ivan Pedretti dello Spi Cgil nazionale, le uscenti Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti, Giuditta Pini. Al Centro c’è Nicola Zingaretti ed è in lista anche Marco Tarquinio, ex direttore del quotidiano della Cei Avvenire, noto per le sue posizioni pacifiste per quel che riguarda la guerra in Ucraina. L’ipotesi della candidatura di Tarquinio aveva suscitato molte proteste tra i pasdaran bellicisti del Pd e non solo: il giornalista ha da sempre una posizione nettamente contraria all’aborto e pure al ddl Zan: vedere candidati sia il promotore della legge anti-omofobia che uno dei suoi più coerenti avversari è un corto circuito niente male. Restando al Centro, in corsa, tra gli altri, due sindaci: Dario Nardella di Firenze e Matteo Ricci di Pesaro. Nelle Isole, il senatore Antonio Nicita, la giornalista Rai Lidia Pilotta e il medico di Lampedusa Pietro Bartolo. Al Sud, capolista Lucia Annunziata; a seguire il sindaco di Bari Antonio Decaro, la vicepresidente uscente del parlamento europeo Pina Picierno, il giornalista Sandro Ruotolo, la sardina Jasmine Cristallo. In lista pure Lello Topo, il cui nome era stato messo in discussione. Ex deputato e ex consigliere regionale, vicino a Lorenzo Guerini, Topo ha dovuto combattere non poco (si dice con il sostegno di Bonaccini) per ottenere la candidatura, considerato che, godendo di uno storico consenso personale, viene visto come un pericoloso avversario per i fedelissimi della Schlein. A proposito di circoscrizione Sud: tutti i giornali scrivono che la Annunziata godrà del sostegno incondizionato di Vincenzo De Luca, ma a quanto risulta alla Verità le cose non stanno così: lo «Sceriffo» certo non la ostacolerà, ma per essere eletta la Annunziata dovrà convincere Decaro e Topo a correre in abbinamento con lei. Difficile prevedere se davvero due candidati forti si impegneranno allo spasimo per sostenerne una terza, che potrebbe essere eletta a danno di uno di loro. Altro elemento interessante è la candidatura di Bonaccini: che succederà se, come probabile, il presidente dell’Emilia-Romagna verrà eletto a Bruxelles? La legislatura regionale scade nel 2025, ma è probabile che si vada al voto il prossimo autunno. Considerate le condizioni in cui versa il campo largo, per il centrodestra, con una candidatura forte e radicata, la conquista di una regione strategica come l’Emilia-Romagna diventerebbe una prospettiva tutt’altro che remota.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)